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Il Nano Morgante | Come va, va

Il Nano Morgante | Come va, va
Gastone Paperone di Disney

Il Nano Morgante. Disegnare a caso linee su un foglio bianco, senza un’immagine precisa da eseguire, non esclude la possibilità di ottenere un risultato grafico riconoscibile, persino apprezzabile.

Per pura casualità, la giustapposizione di una tale serie confusa di linee  potrebbe persino comporre, fino a renderla evidente, l’immagine di un viso familiare, come similmente accade ne “il Rosso e il Nero” di Stendhal,   quando alla protagonista compare il viso dell’amato mentre la matita scorre distrattamente su un foglio.

Per balzo transitivo, mai si può escludere sorpresa per l’effetto inconsapevole di improvvisazioni grafiche, al punto di conseguirne una tanto inattesa quanto immeritata approvazione, sulla falsariga dell’ “effetto impostore” di J. Pollock.

Da qui ne discendono gli effetti sorprendenti del caso che possono accadere nelle ordinarie azioni quotidiane, a prescindere da ogni previsione di risultato.

E’ quindi contemplabile quanto l’irruzione della casualità dispieghi esiti incontrollabili e inconteggiabili.  In altre parole: “la mancanza di controllo rende attivamente-passivi, aderisce alla parte semplice della complessità”, citando G. Bateson.

Tutto ciò sminuisce ogni convinzione sul principio causa-effetto e sulla regola pianificatoria, visto che la pianificazione, alla resa dei conti, non riesce a garantire un risultato migliore di un fatalismo alla come va, va.

Ad esemplificare l’assunto, per citare K.Lorenz, “gli interventi meglio intenzionati possono suscitare effetti deleteri” & , per citare O. Cromwell, “un uomo non va mai così lontano come quando non sa dove sta andando”.

Volendo ri-evocare il fatalismo del come va-va e trarre esperienza da ciò che le circostanze autonomamente imprimono, si mettano in conto cocenti delusioni  per chi è intriso di rigide convinzioni sulla prassiologia della casualità, sulla superiore efficacia dell’agire umano.

In conclusione, l’ immisurabilità di tali effetti, il loro restare cifra ignota, esprime una condizione umana inesorabilmente sregolata tra  ingiuste delusioni & immeritati successi. Massimiliano Barbin Bertorelli