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Crollo ponte, prima un miliardo per Genova. Poi la Gronda. Rixi: opera indispensabile

Genova, tragico crollo Ponte Morandi

Il progetto della Gronda a Genova oggi a Roma è stato bocciato votando ‘no’ agli emendamenti al decreto sulle urgenze, il cosiddetto Decreto Genova, per “ragioni di necessità e virtù” pur credendo che l’opera sia ovviamente “indispensabile”.

Lo ha riferito il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi a margine delle Commissioni del Senato che stanno votando gli emendamenti al provvedimento in vista della discussione in aula, in programma domani dalle 10.30.

Sul progetto dell’opera, tanto discussa e che il centrosinistra ha sostanzialmente bloccato dagli anni Novanta, il viceministro Rixi ha inoltre spiegato che “gli emendamenti sono stati tutti bocciati e abbiamo vietato alla maggioranza di presentarli, perché sennò andremo in terza lettura col rischio di una non conversione del decreto sulle urgenze e quindi di perdere un miliardo di euro per Genova.

La Gronda è assolutamente utile. Tuttavia, rispetto alla ricostruzione del Ponte Morandi i tempi sono completamente diversi.

Il viadotto autostradale sul Polcevera pensiamo che si possa ricostruire in un anno, un anno e mezzo. Per la Gronda serviranno 6 o7 anni. Poi bisognerà vedere tempi e modi e bisognerà valutarli con l’Unione europea. Ma a prescindere da tutto, l’opera è indispensabile”.