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Coronavirus | Le misure per i dipendenti comunali a Genova

Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova

Per far fronte all’emergenza Coronavirus, il Comune di Genova ha predisposto un piano di azioni a tutela dei circa 5 mila dipendenti comunali. Il piano, pronto da alcuni giorni, è flessibile e le misure saranno modulate in base all’evolversi della situazione, monitorata ora per ora. Oggi il piano è stato condiviso con i sindacati dall’assessore al Personale.

Per prima cosa, si è deciso di incrementare lo smartworking, applicando le stesse modalità dello “smart red”, che si attiva in caso di allerta rossa per il meteo. Attualmente ci sono un centinaio di dipendenti che aderiscono al lavoro agile. Con la modalità adottata per l’emergenza, il Comune permette a 500 dipendenti – il dieci per cento del totale – di lavorare da casa.

Con l’emergenza Coronavirus le pratiche per chiedere di poter lavorare da casa saranno accelerate. Sempre per ridurre le situazioni a rischio contagio, avranno la priorità per lo smartworking i dipendenti che, per raggiungere la sede di lavoro, devono effettuare lunghi spostamenti.

Agli sportelli delle anagrafi sono stati collocati dispenser di disinfettanti e ai dipendenti che lavorano negli uffici aperti al pubblico è stato consegnato materiale per igienizzare scrivanie e sportelli. Il Comune si è attivato anche per ottenere varie forniture di disinfettanti, mascherine e guanti, che per ora sono stati destinati ad alcuni nuclei di polizia locale più esposti al contatto con l’utenza.

Sono state anche decise misure per limitare l’affluenza del pubblico nelle strutture: alcuni cartelli indicano il numero massimo degli utenti per stanza, calcolati in base alla densità media di una persona ogni due metri quadrati. Gli ascensori devono viaggiare a metà carico. Ai dipendenti è stato spedito via mail il decalogo del Ministero con le buone pratiche per evitare il contagio ed è stato chiesto ai dirigenti di affiggerne una copia in ogni ufficio.