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Cercate lavoro in Svizzera? Ecco i consigli di cinque multinazionali

 

Sede di numerose multinazionali, la Svizzera attira ogni anno decine di migliaia di professionisti provenienti da tutto il mondo. Ma quali competenze cercano i colossi dell’economia mondiale e come prepararsi a un colloquio? Lo abbiamo chiesto a cinque tra le maggiori multinazionali attive nel paese.

Ambite ad avere il logo di Nestlé, Roche, Glencore, ABB o LafargeHolcim sul vostro biglietto da visita? Prima di candidarvi, assicuratevi bene di avere le competenze richieste, altrimenti rischiate di sprecare il vostro tempo.

I responsabili delle risorse umane delle cinque multinazionali hanno infatti sottolineato che in un processo di selezione, il primo criterio preso in considerazione è la capacità di un candidato di soddisfare determinati requisiti professionali. Essere in sintonia con i valori aziendali o dimostrare un potenziale di sviluppo passano invece in secondo piano.

La sede della Roche

“In Svizzera, Roche impiega circa 14mila dipendenti, con oltre 140 profili diversi. Pertanto, le qualità professionali e personali che ci interessano sono molto ampie” . afferma Wiebke Bräuer, responsabile della ricerca di nuovi talenti presso la multinazionale farmaceutica elvetica. “In linea generale, cerchiamo persone che condividano i nostri valori e abbiano un buon potenziale di sviluppo”.

Attiva nei settori della robotica e dell’automazione, il gruppo svedese-svizzero ABB ha invece sviluppato un modello di analisi comportamentale – con attitudini come la capacità d’innovazione, la rapidità d’esecuzione di un compito o l’attenzione al cliente – per  descrivere le qualità ricercate nei propri collaboratori. Ogni candidato viene dunque valutato in base a questa particolare griglia.

Flessibilità ed esperienza digitale

“In quanto leader nel settore della tecnologia, in un mondo sempre più diversificato, cerchiamo persone con qualità come la flessibilità, lo spirito di collaborazione, la velocità di apprendimento e una mentalità digitale” . afferma Prasad Swaminathan, responsabile della ricerca di nuovi talenti presso ABB. L’azienda conta circa 135mila dipendenti, provenienti da 162 paesi.

L’importanza delle competenze digitali è sottolineata anche dal colosso franco-elvetico del cemento LafarceHolcim, che impiega poco meno di 82mila persone nel mondo, di cui 2mila circa in Svizzera. “Cerchiamo collaboratori onesti, dotati di spirito imprenditoriale, orientati al successo, collaborativi e con una buona esperienza nel settore digitale” – dichiara Cláudio Nagib Calçada, responsabile della sezione gestione dei talenti.

Un buon CV per destare curiosità

Per quanto riguarda il curriculum vitae (CV), lo stile scelto è meno importante del contenuto, che deve essere chiaro e comprensibile. Se vi candidate per una posizione di basso livello gerarchico, sono soprattutto i titoli di studio e le attività accessorie ad essere presi in considerazione. Per i ruoli di responsabilità, invece, viene dato maggior peso alle esperienze professionali, nonché alle competenze manageriali e di leadership. In caso di impieghi a carattere internazionale, le risorse umane esaminano anche la capacità di un candidato ad adattarsi a nuovi contesti culturali. “L’arte di un CV sta nel descrivere e riassumere la carriera di una persona in modo da destare curiosità in chi lo legge, spingendolo ad alzare il telefono per fissare un colloquio” – ribadisce il rappresentate di LafarceHolcim, Cláudio Nagib Calçada.

In un dossier di candidatura, anche i certificati di lavoro e le lettere di referenze hanno la loro importanza, prosegue Cláudio Nagib Calçada. Dal canto suo, Nestlé prende invece in considerazione le referenze solo nell’ultima fase del processo di reclutamento, mentre per il gruppo farmaceutico Roche conta soprattutto l’esperienza di un candidato, anche se per alcune posizioni è richiesta la presentazione di un “certificato di buona condotta”.

E le candidature spontanee? A Vevey, sede del gigante svizzero dell’alimentazione, dossier di questo tipo vengono raramente esaminati. Non lasciatevi però scoraggiare, perché ogni azienda ha la propria strategia e non è detto che la vostra candidatura venga messa in un cassetto e ripescata più tardi.

Interviste: preparatevi e siate voi stessi

Siete stati invitati a un primo colloquio… e ora? Se non vivete in Svizzera, è possibile che la prima intervista si svolga per telefono o via Skype. Un consiglio? Preparatevi e siate voi stessi. Su questo punto, le multinazionali contattate sono unanimi. Alla domanda “cosa sa di noi”, bisogna rispondere senza esitazioni e magari cogliere l’opportunità per porre qualche domanda.

“Può sembrare scontato, ma non potete immaginare quanti candidati non siano preparati su questo punto” – dice Gerda Schwindt, responsabile delle risorse umane presso Glencore, multinazionale attiva nel commercio di materie prime. “Informatevi su chi siamo e su cosa facciamo, in modo da poter rispondere – al momento opportuno – che Glencore è stata fondata nel 1974 da Marc Rich”.

La sede di Glencore

Gerda Schwindt afferma di aver riscontrato lacune a livello di preparazione sia tra i candidati a inizio carriera sia tra quelli con maggior esperienza. Al contrario, i giovani di 15-16 anni che si presentano a Glencore dopo un apprendistato sono generalmente ben preparati per i colloqui, così come i laureati.

Come predisporsi dunque a un colloquio? Prima di tutto fate una ricerca approfondita sull’azienda, analizzate nel dettaglio in cosa consiste l’impiego offerto e preparatevi a spiegare in che modo rispondete ai bisogni del vostro possibile futuro datore di lavoro. “Fate un’onesta autovalutazione del perché sareste adatti per un determinato ruolo” – consiglia Prasad Swaminathan, di ABB.

“Studiate a fondo l’azienda e preparatevi ad utilizzare le conoscenze acquisite durante tutta l’intervista e non solo in modo puntuale”, suggerisce dal canto suo Cláudio Nagib Calçada, di LafargeHolcim. “Imparate ad ascoltare i vostri interlocutori e ad ascoltarvi. Osservate il linguaggio del corpo e siate voi stessi”.

“Un consiglio semplice, ma senza dubbio utile, è quello di leggere attentamente la descrizione della posizione messa a concorso” – precisa Inge Gratzer, responsabile della comunicazione presso Nestlé, che in Svizzera impiega più di 10mila persone. “È chiaramente consigliabile familiarizzarsi con l’azienda, coi suoi valori e con la sua storia”.

L’importanza delle lingue

Le conoscenze linguistiche sono fondamentali per chi vuole lavorare in una multinazionale, così come l’esperienza internazionale. In Svizzera è normalmente richiesta una buona padronanza dell’inglese, oltre che delle lingue nazionali (per lo più tedesco e/o francese).

“Nella maggior parte dei casi, le conoscenze linguistiche sono essenziali, mentre non per tutte le posizioni è richiesta un’esperienza internazionale” – afferma la responsabile della comunicazione di Nestlé, Inge Gratzer.

Secondo Prasad Swaminathan, di ABB, conoscere più lingue migliora le capacità di collaborazione a livello internazionale e permette a un datore di lavoro di trasferire i candidati in diverse regioni del mondo, a seconda delle necessità dell’azienda. “In generale, avere una certa esperienza a livello internazionale è considerato un aspetto positivo, perché è indice di sensibilità culturale e capacità di adattamento”.

Marcello Di Meglio