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Caso falsi Modigliani a Palazzo Ducale: al via il processo, ammesse le parti civili

Presunti falsi Modigliani, chieste cinque condanne
La mostra su Modigliani a Palazzo Ducale (foto di repertorio fb)

Oggi si è iniziato il processo per i presunti falsi Modigliani esposti al Palazzo Ducale di Genova.

Ammesse le parti civili: Palazzo Ducale con avv. Cesare Manzitti, Codacons con avv. Marco Marino, Adoc con avv. Carlo Golda e Assoutenti con avv. Stefano Silvestri.

Una ventina di dipinti attribuiti al maestro livornese erano stati sequestrati mentre era in corso la mostra a De Ferrari.

A processo, per truffa, falso e contraffazione di opere, ci sono sei persone: Massimo Zelman, presidente di Mondo Mostre Skira, che organizzò la mostra, Joseph Guttman, mediatore originario dell’Ungheria con base a New York e proprietario di molte delle opere sequestrate, il curatore della mostra Rudy Chiappini, italiano trapiantato in Svizzera, Nicolò Sponzilli, direttore mostre Skira; Rosa Fasan, dipendente Skira, Pietro Pedrazzini, scultore svizzero, proprietario di un “Ritratto di Chaim Soutine” che secondo gli investigatori piazzò come autentico pur sapendolo falso.

Gli accertamenti scattarono nella primavera 2017, a mostra in corso, dopo la denuncia del critico Carlo Pepi.

Tra i testimoni-chiave venne individuato l’esperto francese Marc Restellini che puntò subito il dito contro Guttman.

Le perizie hanno stabilito che 20 opere, un terzo di quelle esposte, erano false.

Secondo gli investigatori, attraverso l’esposizione alla mostra si voleva rendere autentiche delle opere false per acquisire una maggiore quotazione e rivenderle a prezzi stellari nel centenario (caduto lo scorso anno) della morte di Modì.

Per i legali degli imputati, invece, le opere sono autentiche. Il processo proseguirà il prossimo cinque marzo.