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Caso Cucchi. Giudice: dire a Salvini sciacallo si può, è soltanto diritto di critica

Salvini alla Zena Fest (foto d'archivio)

“Parla sotto effetto del Mojito, è uno sciacallo“.

Parole che Ilaria Cucchi disse all’indirizzo di Matteo Salvini, dopo che il leader della Lega commentò la condanna a 12 anni dei carabinieri coinvolti nel processo per la morte del fratello Stefano con la frase: “Questo testimonia che la droga fa male sempre e comunque”.

Matteo Salvini querelò Ilaria Cucchi e oggi è stata lei stessa ad annunciare in un post su Facebook che per un giudice del Tribunale di Milano quelle parole sono da annoverare nel “diritto di critica”.

“Il 14 novembre 2019 – ha dichiarato Ilaria Cucchi su fb – la Corte d’Assise di Roma ha condannato a 12 anni i carabinieri imputati di omicidio preterintenzionale ai danni di Stefano Cucchi. Dieci anni dopo la sua morte.

Matteo Salvini ha approfittato della grande attenzione mediatica di quei giorni sul mio processo per commentare così la sentenza ‘questo testimonia che la droga fa male sempre e comunque’.

È stato questo uno sfregio evidente, ripetuto e riaffermato in varie occasioni, alla nostra lunghissima battaglia per la verità e la giustizia sulla morte di Stefano.

Non ho potuto fare a meno di reagire. In varie interviste e anche su questa pagina l’ho accusato di approfittare cinicamente delle disgrazie altrui per strumentalizzazioni politiche di basso livello.

L’ho definito così ‘uno sciacallo’ e (non sono certo stata la prima) di ‘essere fuori dal mondo e di parlare evidentemente ancora sotto gli effetti del Mojito’.

Matteo Salvini mi ha querelata, dolendosi del fatto che io ne avrei ‘voluto sminuire le risorse cognitive come uno che non capisce, che vive su un altro pianeta, che consuma cocktail e che dovrebbe occuparsi dei suoi processi’.

Il Tribunale di Milano ha ritenuto che le mie espressioni, sicuramente molto forti, fossero tuttavia giustificate e pertinenti al contesto.

Insomma, il Giudice ha ritenuto che io ho esercitato in maniera più che legittima il mio diritto di critica. Il senatore Matteo Salvini se ne faccia una ragione”.