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Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione

Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione
Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione

Un amore che nasce da lontano. Un papà appassionato di due ruote che faceva da contraltare ad una mamma timorosa, il primo però trasmesso alla figlia l’amore per i mezzi a benzina agili e scattanti sui terreni accidentati.

Anna era poco più che adolescente quando, dopo i timidi approcci con il mondo del motocross, a diciotto anni riesce finalmente, grazie ai soldi della nonna, ad acquistare la sua prima vera moto.

Il suo è un impegno davvero serio, fatto di allenamenti e di gare impegnative ed il livello si alza fino a farle disputare il campionato femminile.

Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione

Purtroppo un brutto incidente blocca repentinamente la carriera della rider che, malgrado superi l’infortunio, nel momento di risalire in moto trova qualcosa di diverso.

Un equilibrio si è spezzato e non solo le sue ossa. Anna Sappino lascia allora le due ruote e si cimenta nello studio, dove ottiene una laurea presso l’Accademia di Belle Arti, eppure il richiamo per le moto è sempre presente.

Tra linee di fuga e campiture, il suono del motore rimbomba sempre nella sua testa. Ecco allora che, grazie ad un amico endurista, inizia a cimentarsi in questa disciplina. E’ da subito un successo. Le uscite si moltiplicano ed il piacere aumenta giro dopo giro.

Gli sterrati sono il terreno ideale per Anna che divora la Via del Sale come i sentieri vicino a casa.

Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione
Campionessa a doppia cifra: Anna Sappino racconta la propria passione

Il desiderio di condividere questa esperienza in fuoristrada fa nascere in lei la voglia di creare un gruppo che si occupi davvero di sterrati: nasce allora un nucleo stabile, un motoclub che la porterà a disputare il suo primo campionato italiano nel 2005.

E con questo arriva il primo successo iridato. A questo ne seguiranno molti altri, fino al 2021 dove per contare i suoi successi servono entrambe le mani e tutte le dita. La pilota piemontese ha infatti conquistato il suo decimo titolo, intriso di impegno e perseveranza, che hanno fatto la differenza sull’agguerrita concorrenza che si scatena nel fettucciato. Ma cosa serve per conquistare un simile traguardo, chiediamo allora alla Sappino.

“L’enduro è ovviamente un mondo di agonismo e di passione, che offre l’opportunità di conoscere persone e luoghi incredibili”, ci spiega la campionessa, “occorre una gran voglia di mettersi alla prova in uno scenario naturale che lascia senza fiato”.

Dietro a questo successo c’è però un grandissimo impegno fisico, con lunghe sedute di allenamento in palestra ed in sella ma anche una grande lucidità mentale per trovare la traiettoria giusta e la concentrazione adatta sull’intero tracciato di gara.

La sfida è più con sé stessi e con il cronometro, in quanto nell’enduro non troviamo la competizione diretta con l’avversario. Ed Anna Sappino ha senz’altro centrato questo importante obiettivo. Ora, le chiediamo quali siano i progetti per il futuro.

“Adesso ho intenzione di seguire la –Lady Enduro Project-, una scuola di fuoristrada al femminile, nata nel 2013 subito dopo la –Sei Giorni- uno degli eventi più importanti nel settore delle ruote tassellate”, prosegue, “dove seguiamo tante ragazze che si avvicinano a questo sport. Siamo arrivare al ragguardevole numero di ben quaranta allieve che spaziano dai dici ai sessant’anni, segno tangibile che l’enduro è una disciplina accessibile a chiunque abbia voglia di cimentarsi tra i sentieri in sella ad un mezzo a motore”.

Questo sport a due ruote svolto in luoghi poco noti, genera allora un clima di grande amicizia e condivisione che va ben oltre il semplice senso di competizione. “E’ uno sport fatto di persone genuine e semplici, che portano con sé una grande apertura e disponibilità verso l’altro”, conclude la rider.

Un’affermazione che ci troviamo a sottoscrivere in pieno in quanto, avendo incontrato diversi piloti di ogni lignaggio, emerge ad ogni livello questa stupenda caratteristica individuale. Allora arrivederci su qualche circuito sterrato non solo per seguire le gare ma anche per chiacchierare in amicizia con questi sportivi veri. Roberto Polleri (foto di Worldrallylive per Anna Sappino)