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Buonisti o sbadati? Il giallo del pusher nigeriano in hotel a spese del Comune

Carenza di controlli da parte dei Servizi sociali di Palazzo Tursi sui migranti che ospitiamo e assistiamo? Mai un idoneo e semplice controllo sulla vera età dei presunti minorenni? Nessun coordinamento con le Forze dell’ordine? Come è possibile che agli occhi di qualcuno un robusto ragazzo di 20 anni ne possa dimostrare solo 17?

Piccolo “giallo” sul caso del finto profugo e vero spacciatore senegalese, arrestato ieri dalla Polizia tra Gramsci e Prè.

Secondo l’agenzia Ansa, il giovane malvivente era assistito da tempo dal Comune di Genova e i funzionari ignoravano la sua attività di spaccio di droga. Credendolo minorenne gli pagavano la camera dell’albergo dove viveva, come previsto dalle normative sui minori stranieri non accompagnati.

Tuttavia, la Polizia oggi ha riferito che il senegalese arrestato ieri (v. articolo precedente) al momento del fermo era privo di permesso di soggiorno, con dei precedenti per spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale. Inoltre, dopo avergli sequestrato ben 117 dosi di hashish, oppiacei e cocaina, nell’alloggio del giovane immigrato è stata sequestrata la somma di 585 euro, provento dell’illecita attività.

I poliziotti, grazie a semplici esami in ospedale, presumibilmente mai richiesti dai funzionari di Tursi, sono comunque riusciti a stabilire l’età del senegalese, che è risultata di 20 anni. In men che non si dica, quindi, anziché riportarlo nella sua cameretta lo hanno rinchiuso al fresco in una cella di Marassi.

Pertanto, il senegalese appare non solo un malvivente, ma anche un furbetto. I funzionari del Comune appaiono un po’ sbadati e forse troppo buonisti o poco coordinati con le Forze dell’ordine.

Come accaduto per altri casi in passato, ci si aspetta la solita nenia da parte della burocrazia: “Non spetta a noi collaborare con le Forze dell’ordine per i controlli sui migranti”.

Il danno nei confronti dei genovesi è fatto, ma stavolta ci ha messo una pezza la Polizia.