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Al via primo vaccino Covid-19 per l’uso su larga scala, ma solo per le Forze armate cinesi

Xi Jinping, presidente Repubblica popolare cinese dal 2013 e segretario Partito comunista dal 2012

Mentre nel mondo si discute su come distribuire in maniera equa il futuro antidoto contro il Covid-19, i vertici delle Forze armate della Repubblica popolare cinese hanno già approvato l’uso del primo vaccino destinato però solo ai soldati della potenza militare asiatica.

Lo ha riportato oggi l’agenzia Ansa.

Secondo alcuni analisti, il messaggio geopolitico di oggi ha fatto emergere che la Repubblica popolare cinese è prima nella gara mondiale per il vaccino contro il Covid-19, ma puntando sui militari e non sulle fasce deboli della popolazione.

In ogni caso, il primo vaccino pronto per l’uso sull’uomo e su larga scala è stato realizzato grazie agli sviluppi messi a punto da una speciale unità di ricerca militare cinese e da CanSino Biologics, società biotech quotata a Hong Kong, che ha confermato l’informazione con una nota ufficiale.

Al momento, più della metà dei 17 potenziali vaccini identificati dall’Oms sono nella fase di valutazione clinica e coinvolgono aziende o istituti cinesi.

I responsabili di CanSino hanno riferito di avere ricevuto il via libera dalla Commissione militare centrale, a capo della quale c’è il segretario generale del partito comunista e presidente Xi Jinping nel ruolo di comandante in capo.

Il disco verde per la prima somministrazione del vaccino è stato dato il 25 giugno scorso e il programma di somministrazione su larga scala durerà un anno, non estendibile senza una specifica nuova approvazione.

Incerta l’ampiezza dell’iniziativa, visto che il numero di soldati coinvolti non è stato chiarito per presunte “ragioni di privacy commerciale”.

Il vaccino militare cinese ha concluso velocemente le fasi uno e due di sperimentazione, ma la società biotech ha ammesso di non poter “garantire” la commercializzazione del prodotto, i cui risultati clinici sono finiti sulla rivista scientifica Lancet per la capacità d’attivare il sistema immunitario, almeno parzialmente.

Il prodotto è stato sviluppato congiuntamente da CanSino e dal Beijing Institute of Biotechnology, parte dell’Accademia militare cinese di Scienze mediche.

CanSino ha collaborato fin dalle prime battute con l’Accademia militare cinese di Scienze mediche e ha avviato anche una sperimentazione sull’uomo in Canada.

Gli sviluppi non appaiono una sorpresa, anche perché l’input dalla leadership del Partito comunista cinese era di bruciare i tempi per il vaccino contro il Covid-19.

“Gli scienziati militari hanno avuto l’ordine di vincere la guerra globale per mettere a punto il vaccino” aveva infatti titolato lo scorso marzo il quotidiano South China Morning Post.

A capo del team dei militari e della CanSino era finita l’epidemiologa Chen Wei, che ha il grado di maggiore generale dell’Esercito cinese.

Il vaccino usa il metodo del “vettore virale” con il quale si fa leva di un adenovirus (di tipo benigno, come per quello del raffreddore), capace di diffondersi nell’organismo senza farlo ammalare.

Nel suo genoma, i ricercatori hanno però aggiunto un elemento di Dna artificiale capace, una volta riconosciuto dal sistema immunitario, di generare una reazione difensiva.

La fase tre della sperimentazione consente di migliorare dosaggi e impatto, con una valutazione più accurata degli eventuali effetti collaterali.