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A Testico il 13 agosto Cribari dialoga con Renzino

Alle 17 al Museo dei Ricordi

Testico. Vivremo una interessantissima esperienza che inizierà con l’incontro/dialogo tra Renzino, il curatore del Museo Rurale e degli Antichi Mestieri e lo scrittore, poeta, fotografo e cercatore di luoghi perduti (come lui si definisce) Emiliano Cribari.
Renzino : ricercatore di oggetti e, attraverso di essi, della nostra storia della quale è appassionato custode e narratore. Nel suo museo sono esposti migliaia di pezzi delle più svariate epoche storiche, dei quali Renzino conosce ogni particolare (origine, funzione, contesto storico, nome in dialetto ligure e in italiano, famiglia di appartenenza ecc…).
La sua grande capacità non è solo (si fa per dire …) quella di ritrovamento, recupero, studio, esposizione del reperto, che è già un’opera dal valore inestimabile, ma è anche quella di saperne raccontare la storia di uomini e donne che siamo stati ad ogni tipo di visitatore; è particolarmente interessante che una ampia parte dei visitatori sia composta oltre che di scolaresche di bambini, di giovani e giovanissimi, che si recano spontaneamente in gruppo o individualmente, al museo e ci restano ore ed ore ad ascoltare i racconti di Renzino e a dialogare con lui. In queste occasioni di dialogo l’anziano curatore diventa anche una figura educativa e affettiva i cui messaggi sono considerati molto preziosi dai bambini/ragazzi, al punto che tutti lo considerano un loro nonno al quale non mancano in ogni occasione (natale, compleanno, vacanze…) di mandare messaggi di affetto e gratitudine.
Emiliano: scrittore, poeta, fotografo, guida ambientale, camminatore e “cercatore di luoghi perduti…”. Dalla sua ricerca filosofica-letteraria-umana, nascono poesie, racconti, riflessioni, fotografie che lui condivide attraverso i suoi libri e attraverso bellissime camminate letterarie durante e/o a conclusione delle quali i presenti vivono il piacere di ascoltare dalla sua voce letture tratte dai suoi libri o di altri scrittori da lui scelti.
Da cercatore di luoghi perduti, di cosa scrive o di cosa ci parla Cribari ?
Ci racconta lo stato delle cose che vede durante le sue camminate tra i paesi per lo più piccoli e di estrema periferia (campagna, montagna, collina), per lo più disabitati e spopolati, per lo più testimoni dell’assenza di opere di cura quotidiana da parte degli uomini, delle istituzioni e dello Stato.
E così mentre ne rileva le ferite, ferite che sente addosso psicologicamente e fisicamente, non si erge a ruolo di denuncia che resta implicita in sottofondo ma ne esalta la vita che c’è stata, la vita che c’è ancora e la vita che ci potrebbe essere. Racconta anche la bellezza e le emozioni che vive e che questi luoghi offrono a chi li guarda e li vede veramente.
Il suo non è un racconto o richiamo nostalgico verso un passato che non è più ma verso la traccia di umanità che le rovine urbane, i boschi, i sentieri, le montagne hanno conservato e custodito nel silenzio e forse nell’indifferenza anche di chi “soltanto d’estate” vi si reca per un temporaneo quanto breve riposo, luoghi con i quali non si ha quasi più nulla a che fare …
Il richiamo a riportare non solo in vita ma NELLA NOSTRA VITA l’umanità dei luoghi “perduti”, l’umanità di cui essi hanno conservato traccia scritta o memoria (nei muri diruti, nel legno ammalorato di una porta…) è di una intensità e profondità toccante.
Per approfondire la ricerca di Cribari :
Ripercorrendo la storia dei nostri luoghi, dei nostri antenati e dei loro oggetti attraverso lo sguardo di Cribari in dialogo con il collezionista di storie Renzino, siamo spinti a riflettere, pensare, ripensare e decidere sul tipo di vita che vogliamo per noi oggi e per il futuro di chi ci sarà.
Se non lo facciamo non è colpa dei luoghi e non è colpa del cambiamento climatico …
(c. s. della Sindaca Lucia Moscato)