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Bucci in Sinagoga: ricordare è un dovere, la memoria ci rende liberi

Governatore ligure Marco Bucci nella Sinagoga di via Bertora a Genova

“Questa cerimonia suscita in me, ogni volta, la stessa profonda emozione. È l’emozione del ricordo delle vite spezzate, delle tragedie che hanno segnato una parte della nostra storia. Da sindaco di Genova chiesi pubblicamente scusa alla nostra Comunità Ebraica per il silenzio delle istituzioni di allora, per la mancata difesa di chi veniva perseguitato solo per la propria appartenenza religiosa.

Eppure, persino in quel buio ci furono luci: uomini e donne, sacerdoti e laici, persone comuni che in silenzio aiutarono e salvarono.

È questa la città che anche senza proclami scelse il bene, schierandosi dalla parte della vita”.

Lo ha dichiarato stasera il presidente di Regione Liguria, Marco Bucci, che si è recato nella Sinagoga di via Bertora in occasione della giornata dedicata alla memoria della deportazione degli ebrei genovesi e di quanti, durante la persecuzione nazista, scelsero di salvare vite.

La prima retata di ebrei nel capoluogo ligure, da parte delle SS, avvenne il 3 novembre 1943. Dei 261 deportati nei campi di sterminio ne tornarono soltanto 20.

“Non c’è futuro senza memoria – ha aggiunto Bucci – questa frase, che ho sentito per la prima volta otto anni fa, mi accompagna tutt’ora.

È un monito e un impegno. Sulle pietre del passato costruiamo infatti le fondamenta del domani. Siamo riuniti per riaffermare quei valori fondamentali di libertà e dignità, i diritti civili che sono il fondamento della convivenza, e la memoria, che è la radice della nostra coscienza collettiva.

Ringrazio di cuore la Comunità Ebraica di Genova, la Comunità di Sant’Egidio e tutti coloro che ogni anno tengono viva questa cerimonia. È un segno profondo di umanità e solidarietà”.