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È morto Massimo Leopizzi: figura storica ultras genoani

È morto Massimo Leopizzi: figura storica ultras genoani
In una foto di qualche anno fa, l'Avvocato Stefano Sambugaro insieme a Massimo Leopizzi in Tribunale

Un big del tifo organizzato, tra Gradinata Nord e Brigata Speloncia

Massimo Leopizzi, storica figura e punto di riferimento degli ultrà del Genoa, è morto all’età di 63 anni all’interno dell’abitazione della compagna a Bogliasco.

Il decesso, confermato dal Secolo XIX, sembra dovuto a cause naturali, dopo un periodo di malattia.
Leopizzi è stato per anni leader carismatico e fondatore del gruppo ultras “Brigata Speloncia”, attivo tra i principali settori della Gradinata Nord.

Processi, accuse e assoluzione

Nel corso degli anni, Leopizzi è stato al centro di delicate vicende giudiziarie. Secondo l’accusa, sarebbe stato il capo indiscusso di un’associazione criminale (definita dai PM “sodalizio criminoso”), capace di condizionare club e tifoseria rossoblù attraverso estorsioni, violenze e pressioni economiche nei confronti della società Genoa.
La Procura aveva chiesto per lui una condanna a 8 anni di reclusione, mentre per l’intero gruppo di tifosi ultrà era stata quantificata una pena complessiva di oltre 33 anni.
Tuttavia, Leopizzi è stato assolto da tutte le accuse nel processo sulle estorsioni. In aula, ha difeso il suo ruolo con toni pacati: “Io non sono capo di nessuno… le decisioni le prendevamo democraticamente in assemblea”.

Il contesto della tifoseria genoana

Il suo operato va ricondotto all’interno di un panorama complesso della tifoseria genoana. La Gradinata Nord ha attraversato varie evoluzioni: dalla Fossa dei Grifoni (1973) alla Brigata Speloncia (2004–2020) fino alla nascita di nuovi gruppi come Via Armenia 5r o Collettivo Rossoblù.

Leopizzi ha rappresentato quel periodo di passaggio, segnato da tensioni, tensioni politiche e tentativi di egemonia nel tifo organizzato.

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