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Trasporti, lunedi sciopero generale O.R.S.A. su condizioni, salario e aumenti di luce e gas

I lavoratori non devono pagare in prima persona i problemi legati al Covid19

Lo Sciopero Generale dei Sindacati di Base dell’11 ottobre, nasce per denunciare in modo chiaro il drammatico impatto sociale della pandemia sul sistema sanitario, sulle condizioni di vita, lavoro e salario, a cui va aggiungersi proprio in queste ore, un odioso aumento delle bollette di luce e gas, che avrà un impatto economico pesante sulle famiglie dei lavoratori.

“Con questo sciopero rimarchiamo l’importanza di un piano di rilancio economico e di riforme strutturali e omogenee, che mettano finalmente le reali necessità dei cittadini e che abbia come suo centro la salute pubblica e la persegua attraverso l’utilizzo di tutti gli strumenti a disposizione, a partire dal vaccino, strumento che riteniamo fondamentale per l’uscita da questa crisi sanitaria globale. È uno sciopero anche per chiedere al Governo di trovare un modo che non costringa i non vaccinati ad assumersi l’onere dei costi dei tamponi, garantendo così servizi pubblici regolari ai cittadini, ma è anche uno sciopero che denuncia i mancati finanziamenti ai Trasporti, comparto sempre più strategico in ottica di Smart City.

Teniamo a rimarcare che con nota del 5 ottobre, le Associazioni Datoriali delle aziende del Tpl (Asstra, Anav e Agens) hanno richiesto al Ministero dei Trasporti la possibilità di derogare alle norme sulla privacy connesse al Green Pass. In particolare, tra le istanze avanzate, vi è quella di conoscere in anticipo il possesso del Certificato Verde dei lavoratori, con lo scopo, secondo quanto affermato nella missiva, di contemperare il Diritto alla Salute con il Diritto alla Mobilità.

Registriamo che la preoccupazione da loro espressa nel garantire la mobilità dei cittadini e di contemperare interessi diversi (Salute e Mobilità) non si sia affatto palesata quando le statistiche INAIL, durante la prima ondata pandemica, indicavano il personale dei trasporti come la categoria maggiormente esposta al rischio contagio, subito dopo il personale sanitario.

Valutiamo positivamente, quindi, che dopo due anni di assoluto silenzio le Associazioni Datoriali del Settore abbiano finalmente riconosciuto e rivendicato l’essenzialità del servizio svolto dal personale operante nelle Imprese rappresentate, nonostante, durante le prime fasi della campagna vaccinale, le stesse non abbiano speso una sola parola per evidenziare la necessità che i lavoratori del trasporto ferroviario e del trasporto pubblico locale potessero accedere, prioritariamente e su base volontaria, al vaccino da Covid19. Ciò posto, anche in considerazione della volontà espressa dalle Imprese e delle Associazioni di loro rappresentanza di contemperare il diritto alla Mobilità con il diritto alla Salute, ci preme ribadire che l’unica soluzione che possa consentire un’effettiva realizzazione dei propositi fin qui espressi, da noi pienamente condivisi, si concretizza nell’attivazione di tutte le precauzioni definite agli articoli 2 comma M, 15 punto 2 e 41 del DLGS 81/2008, in materia di prevenzione del rischio. Pertanto, come comunicato in precedenza al Ministero dei Trasporti, riteniamo che occorra l’attivazione da parte dei datori di lavoro della relativa sorveglianza sanitaria effettuando il test del tampone (antigenico o molecolare) al personale che ne faccia richiesta, impiegato in attività lavorative che attengono i servizi pubblici essenziali di trasporto ricompresi nei precetti della legge 146/90. Tale precauzione, oltre a garantire un potenziale monitoraggio a tutela della salute di un’ampia platea di lavoratori consentirebbe, tra l’altro, di cogliere l’opportunità di rilasciare il green pass ai lavoratori sprovvisti così da non compromettere la prosecuzione del servizio pubblico di trasporto.

Ma la mobilitazione di lunedì prossimo ha uno sguardo ancora più esteso, vuole evidenziare l’escalation repressiva contro scioperi e lotte sociali (vedi omicidio di Adil Belakdim lo scorso giugno durante un picchetto), che denuncia l’accusa di associazione a delinquere contro i lavoratori portuali (rei di lottare per tutti, mettendo in campo una mobilitazione straordinaria contro le navi delle armi, la guerra e i mercanti di morte) e che fa pressione contro la stessa ORSA PORTUALI Gioia Tauro”.

È uno sciopero che vuole salvaguardare il diritto allo studio dei nostri ragazzi, contro la precarietà e lo sfruttamento, per forti aumenti salariali e l’istituzione di un meccanismo di piena tutela dei salari dall’inflazione, per un salario medio garantito a tutti i disoccupati, per l’accesso gratuito e universale ai servizi sociali e un unico sistema di ammortizzazioni sociali che garantisca la effettiva continuità di reddito e salario, per il superamento degli appalti e del dumping contrattuale.

“Chiediamo con forza l’aumento degli investimenti pubblici nella scuola, nella sanità e nei trasporti, contro la privatizzazione, la mercificazione e lo smantellamento dei servizi pubblici essenziali, dei settori fondamentali, di pubblica utilità e delle infrastrutture, contro i progetti di autonomia differenziata e le attuali forme di regionalizzazione, per l’uguaglianza dei diritti e dei servizi su tutto il territorio nazionale. Uno sciopero per una vera democrazia sindacale, contro il monopolio delle organizzazioni sindacali concertative, per dare ai lavoratori il potere di decidere chi deve rappresentarli, per il diritto di sciopero e l’abrogazione di ogni normativa repressiva che ne mini e riduca l’efficacia, a partire dal decreto-Salvini. Esigiamo il rafforzamento della sicurezza dei lavoratori, dei sistemi ispettivi e del ruolo delle RLS. Siamo per la tutela dei lavoratori immigrati e per permesso di soggiorno a tutti gli immigrati e contro ogni discriminazione di genere, per una vera parità salariale, occupazionale e dei diritti delle donne, nei luoghi di lavoro e nella società. Per la tutela dell’ambiente, il blocco delle produzioni nocive e delle grandi opere speculative”.

Un comunicato lungo ma molto deciso, in un momento cruciale per il futuro di tanti lavoratori, che non devono assolutamente pagare di tasca propria i problemi legati alla Pandemia Covid 19.

FRANCO RICCIARDI