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Sorvegliato legato all’ ’ndrangheta arrestato dalla Squadra Mobile di Savona

Questore Savona incontra associazioni dei gestori di locali pubblici
La Questura di Savona (immagine di repertorio)

L’arrestato è un esponente di spicco di una nota famiglia savonese vicina alla ­’ndrangheta

‘Ndrangheta. Nell’ambito della costante attività info-investigativa finalizzata alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della criminalità organizzata, i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Savona hanno arrestato, un quarantanovenne, pluripregiudicato, sorvegliato speciale, in esecuzione ad un Ordine di Carcerazione, in relazione alla pena di 2 anni e 6 mesi per una tentata estorsione avvenuta tra Montecarlo e Savona nel 2014. L’uomo, in concorso con altre due persone, aveva minacciato un altro italiano con il quale era in corso un procedura di risarcimento per un sinistro, al fine di ottenere, senza averne titolo, 50mila euro, minacciando gravi conseguenze per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari.

L’arrestato, esponente di spicco di una nota famiglia savonese vicina alla ­’ndrangheta calabrese era anche sottoposto alla misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali, recentemente è stato coinvolto in un’altra indagine. Condizione che ha portato la Magistratura di Sorveglianza di Genova a emettere il provvedimento restrittivo ritenendo non più idonea la misura dell’affidamento in prova.

Il provvedimento restrittivo, infatti, è stato disposto all’esito di una articolata attività investigativa della Squadra Mobile di Savona coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Genova. La DDA di Genova il 26 luglio scorso aveva portato alla custodia cautelare in carcere per turbata libertà degli incanti, aggravata dal metodo mafioso, di altro elemento di spicco della famiglia, che, sfruttando l’acquisita fama criminale e la contiguità alla ‘ndrangheta della propria famiglia, avrebbe influenzato l’esito di una procedura immobiliare.

Gli sviluppi delle indagini del luglio scorso e le perquisizioni eseguite hanno portato gli inquirenti ad indagarlo per i medesimi gravi reati e tale circostanza ha determinato l’Autorità Giudiziaria a revocare l’affidamento in prova e ad emettere l’Ordine di Carcerazione.

L’arrestato, dopo gli atti di rito è stato condotto nel carcere di Genova Marassi.

Si evidenzia che i provvedimenti adottati in questa fase non implicano la responsabilità dell’indagato sino al definitivo accertamento di colpevolezza che potrà avvenire solo con sentenza irrevocabile.