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Sondaggio sull’uso della bici a Genova

Sondaggio sull'uso della bici a Genova
Sondaggio sull'uso della bici a Genova

Sondaggio sull’uso della bici a Genova, gli intervistati non hanno dubbi su quale sia la cosa più importante: la sicurezza stradale

Sondaggio sull’uso della bici a Genova, si è concluso il sondaggio sull’uso della bicicletta a Genova promosso dalla locale sezione FIAB in occasione della Settimana Europea della Mobilità e rimasto in rete per un mese. L’indagine era rivolta a tre categorie di persone: chi già utilizza la bici in città, chi lo fa solo per sport e turismo e chi non la usa per nessun motivo ma sarebbe disposto ad utilizzarla.

A tutti è stato chiesto quali sarebbero gli interventi necessari per migliorare la vita di chi sceglie la bici in città e se non la usavano se sarebbero disposti ad utilizzarla a determinate condizioni. Da FIAB ci tengono a precisare che non si è trattato di un referendum pro o contro la bici ma un’indagine mirata verso quelli che in un modo o nell’altro sono interessati alla due ruote a pedali.

Hanno concluso il sondaggio 1.736 cittadini, 773 dei quali già la usano per la mobilità urbana, 420 la usano solo per sport e turismo, 543 non la usano né per un motivo né per l’altro. Circa 400 ciclisti sportivi e 200 persone che non la usano per nessun motivo si sono detti disposti a farlo a determinate condizioni.

A chi già la usa per la mobilità urbana è stato chiesto anche il perché e la risposta che ha ottenuto maggior punteggio è stato “perché mi piace”. Sul podio sono saliti anche “è una scelta ecosostenibile” e “è comoda”. “Anche lo scorso anno il piacere di usare la bici in città aveva raggiunto il primo posto” ricorda Romolo Solari, presidente di FIAB Genova “credo che nessun altro mezzo di trasporto dia questa soddisfazione in chi lo usa in città.

Gli altri mezzi vengono utilizzati per mera necessità ma la bici unisce l’utile al dilettevole”.

Circa le condizioni necessarie per rafforzare o incominciare il proprio utilizzo della bici in città tutti i tre target individuati hanno messo al primo posto la sicurezza stradale ed al secondo le piste ciclabili protette.

Le corsie ciclabili, quelle che a Genova sono per lo più dipinte di rosso, trovano invece maggior gradimento da parte dei ciclisti urbani che già le usano e le conoscono e sono viste con meno interesse dagli sportivi e da chi non usa la bici in quanto ritenute meno sicure.

Tutti invece concordano sulla necessità di un posteggio sicuro. Seguono poi tutti gli altri incentivi come quelli economici, le velostazioni delle stazioni ferroviarie, parcheggi di interscambio auto/bici, bike sharing.

“Sicurezza, sicurezza ed ancora sicurezza, è questo il bisogno che maggiormente traspare dall’analisi dei dati raccolti” puntualizza Solari “Solo in una città dove ci si rispetta in strada e si è ragionevolmente sicuri di non essere travolti da altri veicoli ed altrettanto ragionevolmente sicuri di ritrovare la bici che si è posteggiata, si potrà sviluppare la mobilità sostenibile.

Le piste ciclabili protette, l’intermodalità TPL + bici, vari tipi di agevolazioni sono sì importanti ma non sufficienti. Siamo perfettamente consci che piste ciclabili protette non si riescono a fare dappertutto quindi senza sicurezza nei tratti serviti da semplici corsie o addirittura semplici pittogrammi di indicazione di direzione le piste strutturate perderebbero il loro potenziale.

In molte città d’Europa viene dato grande peso alla moderazione del traffico e della velocità, che si traduce nell’estensione delle are pedonali, delle ZTL e delle Zone 30, perché l’obiettivo non è avere piste ciclabili, che sono solo uno strumento, ma città a misura di persone, e questo lo si può ottenere anche e talvolta meglio limitando accessi e velocità dei mezzi motorizzati.

Se vogliamo essere una città europea è quella la direzione che dovremo prendere. A Genova invece notiamo sempre una sosta selvaggia in doppia fila che dove ci sono le corsie ciclabili aggrava ulteriormente la sicurezza.

Per non parlare poi della auto che sovente si cappottano e delle molte moto che sfrecciano ogni dove in barba ai limiti di velocità, alle precedenze, ai divieti di svolta e di cambio di corsia. Non per niente siamo in testa alle classifiche per incidenti stradali segno che forse non è una città adatta ai mezzi che vanno a più di 20 kmh, altro che non adatta alle bici come dicono molti.”

FIAB Genova