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Soldi da Soros pure a femministe e dem liguri? Polemiche: stop intromissioni estere

Il magnate ungherese George Soros (foto di repertorio)

Oltre un milione di euro. Spulciando la lista dei ‘contributi’ percepiti dai partiti tra il 2022 e il 2023 e resi pubblici in base alla cosiddetta legge spazza-corrotti sul sito Parlamento.it, balza agli occhi il finanziamento record di 1 milione e 75mila euro diviso in due tranche (la prima di 800mila euro, il 19 agosto di due anni fa, e la seconda di 275mila euro, il 6 ottobre scorso) ricevuto dall’associazione ‘Agenda’ con sede a Roma, fondata dall’ambientalista americana Jessica Shearer (un passato nello staff di Barack Obama durante la vittoriosa campagna presidenziale del 2008) e da alcune esponenti del Pd, tra cui Rachele Scarpa, la più giovane deputata della XIX legislatura (a cui Elly Schlein ha affidato le deleghe su due settori chiave, giovani e salute) e Caterina Cerroni, segretaria nazionale dei Giovani democratici.

E’ quanto ha riferito ieri dall’agenzia AdnKronos in un reportage di di Antonio Atte e Vittorio Amato, che ha scatenato le polemiche, soprattutto da parte degli esponenti del centrodestra che hanno anche invocato uno stop alle intromissioni estere nella politica italiana.

Per quanto riguarda Genova e la Liguria, l’associazione no profit italiana avrebbe finanziato, tra gli altri, la deputata Valentina Ghio, ex sindaco di Sestri Levante (38mila 504,27 euro in servizi nel 2022), Katia Piccardo, sindaca di Rossiglione e vicesegretaria Pd Genova (22mila 159,57 euro in servizi ricevuti nel 2022) e Simone D’Angelo, segretario genovese del Pd (due donazioni, una di 11.672,36 euro in servizi e un’altra di 8.770 euro). Tra i nomi liguri coinvolti nella vicenda anche quello di Sofia Di Patrizi, attivista femminista divenuta nel 2023 portavoce metropolitana delle Donne democratiche di Genova.

Carte alla mano, ovvero l’elenco delle erogazioni ai partiti politici iscritti nel registro nazionale, si scopre che a staccare i due assegni a favore di questa associazione no profit creata nel 2022 (come certificato dall’atto costitutivo firmato davanti al notaio di Civitavecchia Gianfranco Capocasale il 13 luglio e registrato cinque giorni dopo), è stata una fondazione svedese, la ‘Demokrati Pluralism Stiftelsen’ (Democracy & Pluralism in inglese), guidata dall’imprenditore Daniel Sachs, vice chair della Open Society, fondazione che fa capo al magnate ungherese George Soros.

Secondo quanto riportato nell’elenco delle donazioni, la fondazione svedese ha finanziato l’associazione femminista ‘Agenda’ nel 2022 e 2023 con oltre un milione di euro.

Per avere un quadro chiaro della situazione bisogna riavvolgere il nastro. Tutto parte da Båstad, nel Sud della Svezia: nella piccola località marittima di 5mila anime situata a quasi 600 chilometri da Stoccolma si trova la fondazione Democracy & Pluralism, organizzazione indipendente creata nel 2021 dall’imprenditore Daniel Sachs, il quale, oltre ad aver dato vita a diverse associazioni filantropiche, siede anche nel board della Open Society Foundation di Soros, network di fondazioni ed ente attraverso il quale il banchiere ungherese naturalizzato statunitense ha finanziato per anni numerosi progetti della società civile in tutto il mondo, Italia compresa.

Obiettivo della Democracy & Pluralism, si legge sul suo sito, è “promuovere società libere e giuste e democrazie pluralistiche sostenendo le organizzazioni no-profit in Europa che lavorano verso questo obiettivo comune”.

Evidentemente rispondeva a questi requisiti l’associazione italiana ‘Agenda’, che sebbene sia nata il 13 luglio del 2022, come si legge nel suo ‘atto di nascita’, dopo appena un mese di vita, il 19 agosto 2022, incassava già una prima donazione-monstre da 800mila euro da parte della Democracy & Pluralism, alla quale seguì l’anno successivo un altro bonifico da 275mila euro.

Anche se i due versamenti risalgono uno al 2022 e l’altro 2023, le relative comunicazioni sono state trasmesse al Parlamento italiano soltanto il mese scorso, cioè il 27 marzo del 2024.

Interpellata dall’agenzia Adnkronos sulla maxi donazione a favore della no profit italiana, la fondazione svedese Democracy & Pluralism ha precisato che “per una questione di policy, ci asteniamo dal commentare progetti specifici o beneficiari che ricevono il nostro sostegno”.

Per reperire informazioni utili sull’associazione ‘Agenda’ (poco conosciuta in Italia ma non tra alcuni addetti ai lavori ben informati) bisogna andare sul sito agendanetwork.org, un portale esclusivamente in lingua inglese, dove nella sezione ‘trasparenza’ è possibile scaricare l’atto costitutivo della no profit.

Scorrendo il documento si trovano i nomi delle quattro fondatrici dell’associazione con sede legale a Roma, nella centralissima Via Veneto, al numero 54b (accanto al ministero del Lavoro).

Oltre all’americana Jessica Shearer, che ricopre anche il ruolo di presidente del consiglio direttivo, figurano: Sofia Di Patrizi, attivista femminista divenuta nel 2023 portavoce metropolitana delle Donne democratiche di Genova; Caterina Cerroni, la più giovane candidata nelle liste Pd in Italia alle scorse europee; la deputata dem Rachele Scarpa.

‘Mission’ di questa associazione tutta al femminile è “spingere le donne promettenti e i leader politici sottorappresentati verso un maggiore potere – rendendo loro e le loro idee impossibili da respingere – in modo che possano fare più bene per le loro comunità”.

Nell’atto costitutivo di ‘Agenda’ sono indicate le finalità dell’associazione, in primis “rafforzare il potere politico delle donne e il loro ruolo al servizio della comunità, in quanto fondamenti di una società più giusta e sostenibile”.

In particolare, l’associazione opera con lo scopo di: “formare, assistere e mettere in rete donne impegnate nella giustizia sociale e ambientale e interessate a perseguire, o già titolari di, posizioni di leadership politica e pubblica; sviluppare e rendere disponibile la propria competenza e assistenza strategica al fine di promuovere il potere pubblico e politico delle donne, ad esempio attraverso attività di comunicazione, media digitali, raccolte fondi dal basso, e campagne tematiche”.

L’associazione, si legge nello statuto, può inoltre compiere “tutte quelle attività e operazioni, anche di natura commerciale, immobiliare, finanziaria e di vigilanza” utili al raggiungimento degli scopi e può anche “fornire servizi a terzi, nei limiti dell’oggetto sociale”.

Il nome di Jessica Shearer non è sconosciuto al mondo progressista italiano. La ‘guru’ statunitense, che ha lavorato con Obama e anche Bernie Sanders, è la ceo di Social Changes, organizzazione vicina ai democratici Usa che alle ultime politiche (come già riportato dall’agenzia Adnkronos nel giugno 2023) ha finanziato diversi esponenti della sinistra italiana, tra cui il deputato di Avs Nicola Fratoianni e il senatore del Pd Antonio Misiani, quest’ultimo con 63.318 euro in beni e servizi.

Sempre dalla Social Changes arrivò un cospicuo aiuto ad alcuni candidati del Pd alle europee del 2019 (150mila euro) e alle amministrative del 2020 (315mila euro).

Alle politiche 2022 invece ‘Agenda’ si è mossa per aiutare, tra le altre, Ilaria Cucchi dell’Alleanza Verdi e Sinistra con 150.729 euro in beni e servizi.

In un’intervista rilasciata a L’Espresso nel 2019 Shearer si proponeva come la “anti-Bannon”, candidandosi a unire i progressisti del mondo per contrastare “l’odio letale diffuso da personaggi come Matteo Salvini” e dallo stesso Steve Bannon, ex stratega di Donald Trump.

L’agenzia Adnkronos ha contattato subito le co-fondatrici italiane dell’associazione ‘Agenda’, ma ha ricevuto risposta soltanto a seguito del caso riportato sugli organi di stampa.

“Sembra che ci siano molte domande su Agenda – ha dichiarato Jessica Shearer, presidente del ‘board’ dell’associazione – vorremmo cogliere l’occasione per rispondere.

Agenda è un’associazione senza scopo di lucro che sostiene giovani leader progressiste in Italia e in Europa, perché crediamo che il cambiamento progressista in Europa passi necessariamente dalla presenza in politica di donne femministe e di persone che portino avanti le istanze di delle comunità marginalizzate.

Le notizie di una presunta relazione di George Soros con Agenda sono false e infondate. Pertanto, neghiamo qualsiasi finanziamento di Soros ad Agenda”.

Tuttavia, i giornalisti dell’agenzia dall’Adnkronos hanno ribadito che l’associazione Agenda ha ricevuto finanziamenti per oltre un milione dalla fondazione svedese ‘Demokrati och Pluralism’ (in inglese Democracy & Pluralism), fondata dall’imprenditore Daniel Sachs, il quale figura come ‘vice chair’ della Open Society di George Soros.

“Le accuse che arrivano dalla destra a livello nazionale e anche ligure – ha aggiunto il segretario genovese del pd Simone D’Angelo – si basano su una ricostruzione falsa perché le dichiarazioni a sostegno per candidate e candidati erano già pubbliche da diverso tempo, da quando la legge dello Stato prevede che i candidati debbano depositare queste dichiarazioni.

Si fa appello alla presenza di Soros quando in realtà si parla di una organizzazione no profit internazionale che sostiene giovani candidati e tante donne nelle campagne elettorali più diverse in giro per l’Europa e questo accade con trasparenza.

Questi finanziamenti arrivano in maniera vincolata al loro utilizzo e non sono nella disponibilità dei candidati, ma soprattutto di contro non si chiede di modificare il Puc, di aprire supermercati e di chiedere poi un ritorno di favori dopo le elezioni”.