Prima il sindacalista genovese della Fillea-Cgil (in seguito sospeso dal sindacato) che s’inventa “un’aggressione fascista”, cavalcata dalle sinistre e dalla sindaca Silvia Salis scesi in piazza a Sestri Ponente urlando “all’allarme fascismo in città” e facendo così una figuraccia.
Poi alcuni giornali che scambiano un regolamento di conti tra bande di giovanissimi italiani e “maranza”, ossia migranti di seconda generazione, per un altro “attacco fascista” al liceo Da Vinci in via Arecco.
Eppure gli investigatori della Digos, in entrambi i casi, avevano quasi subito ravvisato che non c’era una matrice nazifascista.
Sono notizie di cronaca genovese che, da parte delle sinistre, vorrebbero in qualche modo alimentare il “pericolo del fascismo” quando però ci sono ben altri pericoli.
Le cose non vere ovvero le “fake news” si sgonfiano subito e ben presto lasciano posto alla diversa realtà dei fatti. E dimostrano solo una cosa: che l’antifascismo in assenza di fascismo oggi è un’arma spuntata.
Detto questo, vorrei aggiungere una cosa che non riguarda Genova, ma che ha suscitato dibattito nazionale.
Mi riferisco alle osservazioni sul fascismo del vicesegretario della Lega, il generale Roberto Vannacci.
Non entro nel merito delle singole affermazioni, ma mi chiedo molto semplicemente: tirare fuori questo argomento oggi non è proprio come darsi delle martellate nei coglioni
Lasciamo una buona volta il fascismo al giudizio degli storici e basta pensare alla monumentale opera di Renzo De Felice al riguardo.
Ormai il Ventennio è storia e lasciamo agli storici il compito di occuparsene.
I generali facciano i generali e se diventano politici facciano i politici. Alla storia penseranno gli storici, che per la verità ci hanno già pensato. Prof. Paolo Becchi
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