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Sarzano, picchiò donna incinta di 7 mesi durante rapina: nordafricano lasciato libero dopo un anno

Violenza su una donna (foto di repertorio)

“Ora abbiamo paura e viviamo segregati in casa”. Ieri è stato scarcerato l’immigrato egiziano, già conosciuto alle Forze dell’ordine e mai rimpatriato, che circa un anno fa in piazza delle Lavandaie aggredì una genovese incinta di 7 mesi, residente del Centro storico, dopo aver sequestrato in auto il marito ecuadoriano a scopo di rapina.

Genova violenta: nordafricano aggredisce donna incinta di 7 mesi

Condannato a cinque anni in primo grado, in appello il nordafricano ha ottenuto lo sconto fino a un anno e mezzo e quindi la sospensione condizionale della pena. Il 34enne egiziano verrà accolto, a quanto pare, da un’associazione del Centro storico. Ossia non lontano da dove abitano le sue ultime vittime.

Su Facebook la genovese, vittima della brutale aggressione, ha raccontato la sua esperienza con la giustizia e i suoi timori. Ecco la toccante testimonianza di Franca Madau Poggi condivisa col marito Miguel Angel Poggi.

“Sono una persona che cerca di guardare alle situazioni sempre da tutte le parti, ma ancora non capisco e non mi capacito del perchè e su quali presupposti una persona che reitera i reati, che a quanto ne so io non scappa da nessuna guerra, non ha nemmeno chiesto scusa o qualche tipo di ravvedimento, abbia il “premio” di vedersi non solo sospesa la pena, ma pure accolto in un centro di accoglienza DELLA MIA ZONA.

Quando ho appreso tutto questo speravo saltasse fuori qualche telecamera per dirmi ” SEI SU SCHERZI A PARTE” ma io non sono una VIP e purtroppo è tutto vero.

MI SENTO DAVVERO PIU’ VITTIMA ORA che quella sera dell’aggressione, che colpa dobbiamo espiare? che quella sera ci è andata di lusso? Anche se dopo quella sera ho perso il lavoretto che avevo perché ho passato il resto della gravidanza tra ricoveri ospedalieri (per minaccia di parto pre termine) e a fissare successivamente il soffitto della mia camera tutto il giorno(perché bloccata a letto) dov’è la tutela per noi?

Ti dicono di denunciare, da piccola mi hanno insegnato valori come ONESTA’, GIUSTIZIA ma oggi mi appaiono come parole prive di significato.
Questo non basta, vengo pure a sapere che verrà a stare nella mia zona, perfetto…. ora agli ‘arresti domiciliari’ ci stiamo noi.

Uscire a fare una passeggiata (di giorno eh) con mia figlia? no grazie…quando sei madre (soprattutto) devi essere doppiamente più prudente, perché devi proteggere te stessa e i tuoi figli e visto che le istituzioni non lo fanno, ci devi pensare tu e quindi eviti, anche di fare una semplice passeggiata…sono esagerata? no sono realista, se me lo ritrovassi davanti che sono sola con le miei figlie credete che si ha sempre il lusso di chiamare il 112 e magari riuscire a spiegare la situazione e che loro riescano ad intervenire tempestivamente? La vita è una e non sempre ti va di lusso.

Questo è il mio stato d’animo e quello che penso davvero. Per una volta (nonostante la beffa/ingiustizia) subita vorrei vedere le istituzioni che senza tanti giri di parole vuote o burocrazie assurde e inutili ci metta in condizione di ritornare a vivere una vita normale almeno cambiandoci l’alloggio, certo l’amaro in bocca di tutta questa vicenda rimarebbe ma almeno non mettendo più piede noi nel centro storico si limiterebbe il rischio di trovarselo davanti”.