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Raul Orvieto, dalla Liguria a Roma per parlare di natura e arte

Raul Orvieto, dalla Liguria a Roma per parlare di natura e arte
Raul Orvieto, dalla Liguria a Roma per parlare di natura e arte

Raul Orvieto, dalla Liguria a Roma per parlare di natura e arte, senza mai dimenticare la sostenibilità, chiodo fisso di questo rapallino DOC

Raul Orvieto dalla Liguria a Roma per parlare di natura e arte. Il 17 marzo sarà ospite di Geo, la nota trasmissione di Rai 3 condotta da Sveva Sagramola ed Emanuele Biggi

Il 17 marzo, alle ore 17 circa, Raul Orvieto sarà ospite in diretta di Sagramola e Biggi, un invito arrivato dopo una visita casuale all’atelier Fish Art Gallery di Camogli, che Orvieto divide con l’artista Nadia Auleta.

Progettista di talento, ambito che gli ha consentito di consolidare il suo amore per la natura, trova negli ambienti marini e nella scultura in legno i due capisaldi del suo percorso artistico. Un percorso che lo ha portato a ottenere diversi riconoscimenti internazionali, tra i quali il Finalist and Highly Commended nel concorso “Wildlife Artist of the Year” per la David Sheperd Wildlife Foundation, la nomina di Campione Americano di Fishcarving nelle edizioni 20 e 21 e la vittoria nel contest di scultura del legno Artistry in Wood, in Canada.

Il suo intervento in trasmissione si focalizzerà dunque sul suo percorso artistico e sulle sue opere, con particolare riferimento alla visione che anima la sua arte e alle tecniche che la contraddistinguono. Si parlerà di arte e inquinamento marino da plastiche. Non mancherà poi il collegamento con l’arte della sua compagna, di vita e di percorso, Nadia Auleta.

Auleta è specializzata nella stampa Gyotaku, una tecnica giapponese utilizzata a bordo dei pescherecci a fine Settecento per esigenze pratiche di memorizzazione del pescato. Questa tecnica prevede l’utilizzo del pesce vero come matrice per l’impressione della prima impronta, che viene fatta inchiostrando le prede con semplice nero di seppia su comune carta di riso.

Eliminate le valenze pratiche originali, oggi il Gyotaku risulta essere una vera e propria disciplina pittorica, utilizzata da Auleta per valorizzare con le sue opere il pescato del Mar Mediterraneo, rappresentato soprattutto dalle prede tradizionali, quali acciughe, polpi e saraghi.

Un racconto che parte dal Levante ligure e arriva fino a Roma, per parlare di natura, arte, sostenibilità e – chiaramente – del nostro territorio.