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Rapinano connazionali e poi fuggono in Romania, rintracciati, verrano estradati

Polizia Frontiera Ventimiglia (immagine di repertorio)

Oggi pomeriggio, uomini del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale riporterà in Italia due romeni, V.R.C. di 32 anni e B.F.D. di 39 anni, colpiti da Mandati di Arresto Europei emessi dall’Autorità Giudiziaria ligure per una rapina aggravata consumata nell’autogrill di Bordighera, nel marzo 2018, ai danni di un loro connazionale.

I due erano da più di un mese sul territorio della provincia ed ogni notte si recavano presso alcune aree di servizio autostradali della zona per praticare il cosiddetto gioco delle “tre campanelle”.

Dietro questo apparentemente innocuo gioco, però, i due romeni erano pronti a tutto pur di “fare cassa”, fino a spingersi, come accaduto nella notte del 6 marzo 2018, a rapinare i loro connazionali.

Le investigazioni condotte dalla Squadra Mobile di Imperia e dalla Squadra di Polizia Giudiziaria della locale Sottosezione Polizia Stradale avevano permesso di scoprire come i due romeni, dopo aver individuato come base operativa un appartamento a San Bartolomeo al Mare, ogni notte effettuassero vere e proprie battute di caccia presso le aree di servizio citate.

Posizionatisi presso gli autogrill, attendevano pullman romeni, in transito in Italia e provenienti dalla Spagna, con a bordo lavoratori romeni che, pur di racimolare qualcosa, si avventuravano in questi lunghi viaggi.

Il sistema era ben collaudato ed anche il target delle vittime era stato attentamente scelto dagli indagati.

Difatti, si trattava di persone che, a causa delle scarse risorse economiche, sarebbero state disposte a tutto pur di non lasciar ripartire il pullman che le doveva riportare a casa, persino a rinunciare alla denuncia che, inevitabilmente, li avrebbe costretti a trattenersi in Italia, non potendo “bloccare” il pullman in transito nelle more del compimento degli atti di polizia giudiziaria.

Ma in una circostanza la vittima, dopo aver capito di essere stata truffata, aveva preteso che i due gli restituissero i soldi che aveva giocato.

Per tutta risposta, Vladucu e Bustan lo avevano colpito con ginocchiate e colpi di borsa in testa.

L’uomo, immediatamente raggiunto dagli investigatori, aveva riconosciuto perfettamente i suoi aggressori nei fascicoli fotografici mostratigli dai poliziotti e li aveva denunciati.

All’esito dell’attività investigativa, effettuata anche con l’installazione di un apparato di localizzazione satellitare sul mezzo in uso agli indagati, la polizia giudiziaria imperiese aveva fornito alla Procura della Repubblica i gravi elementi indiziari necessari per poter disporre il fermo dei due soggetti autori della rapina.

Ancor prima che i due fermi potessero essere eseguiti, però, i due romeni, insieme ad altri loro connazionali, nella mattina di Pasqua del 2018, erano già in viaggio per tornare nel loro Paese di origine.

Quella che sembrava una delle loro solite “battute” stava per trasformarsi in una vera e propria fuga.

Senonché, grazie al monitoraggio del veicolo, i poliziotti, comprese le reali intenzioni dei due rapinatori, si erano messi all’inseguimento dei fuggitivi, intercettandoli in provincia di Brescia ed eseguendo i provvedimenti restrittivi disposti dalla Procura imperiese.

La coppia era stata quindi tradotta in carcere a Brescia, in attesa della convalida dei fermi, trascorrendo così “al fresco” le festività pasquali.

L’autorità giudiziaria bresciana aveva convalidato i fermi e disposto la custodia cautelare in carcere dei due malviventi, trasmettendo poi gli atti, per competenza territoriale, al G.I.P. di Imperia, che aveva sostituito la misura carceraria con il divieto di dimora nelle province di Imperia e Savona, misura ritenuta proporzionate ed idonea a tutelare il pericolo di recidiva e non ravvisando un concreto pericolo di fuga.

La locale Procura della Repubblica aveva però appellato il provvedimento davanti al Tribunale per il Riesame di Genova, contestando tali conclusioni.

Le osservazioni della Procura imperiese erano state fatte proprie dal Tribunale del Riesame, che aveva accolto l’appello e “ripristinato” la custodia in carcere, che avrebbe potuto essere eseguita, tuttavia, solo dopo che il provvedimento fosse divenuto definitivo.

Nel frattempo, i due complici si erano rifugiati in Romania, facendo perdere le loro tracce.

L’azione di coordinamento posta in essere dagli uffici di cooperazione internazionale di polizia ha fatto si che le indagini degli investigatori imperiesi non restassero “senza esito” ed ha permesso alle autorità rumene di rintracciare in quel territorio e trarre in arresto i due indagati, che oggi saranno scortati su un volo diretto in Italia e qui condotti in carcere in stato di custodia cautelare.