Home Blog Pagina 5715

Nasconde corrispondenza mai consegnata nella casa della ex: genovese denunciato

Nasconde corrispondenza mai consegnata nella casa della ex: genovese denunciato

Nei giorni scorsi, i poliziotti del Commissariato Sestri Ponente hanno denunciato per violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza un genovese di 41 anni.

La vicenda ha avuto origine dopo la segnalazione da parte di una donna residente nel quartiere di Sestri Ponente che, mettendo in ordine la casa, ha rinvenuto all’interno di un anfratto sopra un armadio, due sacchi contenenti circa 800 fra lettere e raccomandate destinate a uffici pubblici e privati, tutte riportanti il timbro di una ditta che si occupa di spedizioni, la stessa presso la quale lavorava il suo ex con il quale aveva convissuto fino a due anni fa.

Dopo le opportune verifiche, i poliziotti hanno appurato che l’uomo, invece di consegnare le buste, le aveva contrassegnate con la dicitura “consegnata” utilizzando il palmare della ditta e le aveva poi nascoste dentro i sacchi rinvenuti.

Trovati con la coca e lei fuori dal Comune: denunciati

Da Torino per spacciare, senegalese arrestato dai carabinieri e polizia locale
Cocaina (foto di repertorio)

A Chiavari in piazza Cavour, i poliziotti del Commissariato impegnati nel controllo del territorio a seguito delle recenti disposizioni per il contenimento del Coronavirus, hanno fermato uno scooter a bordo del quale viaggiava una 45enne di Carasco che, alla vista delle divise, ha provato a disfarsi di un involucro contenente 1,73 grammi di cocaina.

Anche il passeggero è stato trovato in possesso di 0,87 grammi della stessa sostanza.

Entrambi sono stati segnalati in via amministrativa per detenzione di droga per uso personale, mentre la donna che si trovava fuori dal proprio comune di residenza è stata anche denunciata per l’inosservanza del nuovo decreto.

Butta l’hashish giù dalla finestra e nel water, pusher arrestato

Butta l’hashish giù dalla finestra e nel water, pusher arrestato

La polizia ha arrestato ieri un 48enne nel levante genovese per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Gli uomini del Commissariato di Chiavari, durante un servizio mirato alla repressione del traffico di stupefacenti, hanno notato un sospetto andirivieni di giovani conosciuti come assuntori di droga, di fronte al luogo di residenza di un conosciuto spacciatore.

Hanno proceduto alla perquisizione dell’abitazione rinvenendo 189 gr. di hashish, un bilancino di precisione e 40 euro, probabile provento della vendita dello stupefacente.

Il 48enne, accortosi della presenza dei poliziotti, ha tentato di disfarsi di una parte dello stupefacente gettandolo dalla finestra, che è stato recuperato dai poliziotti che stazionavano in strada, e di un altro involucro rinvenuto nel water.

Coronavirus | Portapizza e fattorini sul piede di guerra

Un porta pizze (immagine di repertorio)

Dopo l’emanazione del Decreto del Consiglio dei ministri  dell’11 marzo 2020, i portapizze e i fattorini, in genere scendono sul piede di guerra e lo fanno con un comunicato.

“Noi portapizze e fattorini d’Italia – si legge in una nota – vista la non essenzialità del servizio di consegna domicilio e vista la totale assenza di tutele lavorative, rispondiamo: noi non ci siamo e chiediamo l’immediata sospensione dei servizi di consegna a domicilio fino al superamento della fase critica”.

“Alle 21.30 di ieri sera, 11 marzo 2020, in un momento di grande criticità per lo Stato italiano e per l’Europa intera, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, allo scopo di contenere la diffusione di COVID-19, si è pronunciato adottando misure ancor più restrittive di quelle attuate precedentemente. È stata da lui disposta la chiusura di tutte le attività commerciali ad esclusione di quelle che svolgono una funzione essenziale.

Nel suo discorso il presidente Conte ha menzionato anche le attività di consegna a domicilio legate alla ristorazione, garantendo che queste saranno regolarmente effettuate.

È quindi spontaneo porsi delle domande. Non è stato raccomandato di limitare al massimo i contatti tra le persone? I portapizze e i fattorini non entrano ogni giorno e ogni sera a contatto con decine di famiglie, toccando decine di portoni, entrando in decine di ascensori e avvicinandosi a decine di clienti, maneggiando confezioni di alimenti e denaro nello stesso momento?

I portapizze e i fattorini non possono essere veicolo – di casa in casa – di COVID-19? Non corrono essi alcun rischio quando per caso dovessero consegnare senza saperlo a persone in quarantena o isolamento prive di scrupoli? Non devono essere svolti solo servizi essenziali come assistenza ospedaliera, farmaceutica, vendita di generi alimentari e di prima necessità, eccetera?

In ultimo noi, portapizze e fattorini d’Italia, ci domandiamo se ordinare una pizza a casa sia una cosa essenziale per le famiglie italiane in questo momento.

Le opzioni sono due. In caso di risposta negativa – la pizza o qualunque altro piatto pronto a domicilio NON rappresentano servizi essenziali – il servizio a domicilio dovrebbe essere SOSPESO. In caso di risposta affermativa – i servizi di consegna a domicilio sono fondamentali – il lavoro di fattorino risulterebbe fondamentale. Questo tuttavia non è coerente con LA REALTÀ DEI FATTI per cui quella dei Rider è la categoria lavorativa MENO TUTELATA d’Italia.

Aggrava la situazione la dichiarazione di JustEat, piattaforma multinazionale alla quale per molti ristoranti è divenuto praticamente d’obbligo affidarsi, che ieri sera ha inoltrato ai propri clienti una e-mail di questo tenore:

“In seguito alle ultime disposizioni del Governo è confermato che l’attività dei ristoranti può proseguire negli orari di chiusura al pubblico, e quindi dopo le ore 18:00*, mediante consegna a domicilio, nel rispetto delle linee guida fornite dalle autorità. Per tutti i ristoranti che vorranno cogliere questa opportunità, noi ci siamo! Come sempre, potrai quindi ordinare dai tuoi ristoranti preferiti cercando quelli aperti direttamente nella nostra app.” Vogliamo soffermarci sulla frase “NOI CI SIAMO”: per noi chi intendono? Noi “Just Eat”, che ce ne stiamo su un divano a guardare le vicende dalla Tv, guadagnando su ragazzi che ogni giorno corrono per le vie delle città per consegnare cibo caldo e su ristoratori costretti a cedere percentuali di guadagno alla piattaforma per poter continuare a competere nella vendita?”.

“A questo punto  – prosegue la nota – noi portapizze e fattorini d’Italia, vista la non essenzialità del servizio di consegna domicilio e vista la totale assenza di tutele lavorative, rispondiamo: NOI NON CI SIAMO e chiediamo l’immediata SOSPENSIONE dei servizi di consegna a domicilio fino al superamento della fase critica. Per noi, per la nostra salute, e per la salute pubblica anche noi restiamo a casa e invitiamo tutte le altre persone che svolgono questo mestiere a fare lo stesso”.

Comando provinciale di Genova: 10 denunciati per violazioni norme decreto Conte

Viale B. Bisagno, 34enne cinese preso con patente revocata e di un altro
Posto di blocco carabinieri (foto di repertorio)

I carabinieri del Comando provinciale di Genova oggi hanno riferito di avere denunciato 10 persone che hanno violato le disposizioni del decreto Conte per contenere l’emergenza coronavirus.

A Molassana, solo per citare alcuni casi, i militari ieri hanno sanzionato tre uomini di 24, 44 e 25 anni, perché stavano lavorando in un bar dopo le 18 e hanno proposto la sospensione dell’attività come disposto dal decreto.

In via Fereggiano, un marocchino di 31 anni è stato arrestato dopo avere derubato alcune auto in sosta ed è stato denunciato per violazione delle disposizioni.

Denunciato per violazione del decreto, ma anche per falso, un idraulico di 29 anni di Masone trovato a Campo Ligure: aveva presentato una auto certificazione dicendo di doversi spostare per lavoro, ma in realtà era andato al bar.

A Santa Margherita Ligure, invece, sono stati denunciati una donna di 62 anni e il figlio di 28 di Lodi: i due erano arrivati senza auto denunciare la propria presenza in Liguria e sono stati trovati mentre passeggiavano per le vie del centro.

 

Coronavirus, S. Margherita chiude parchi e giardini: ordinanza del sindaco

Santa Margherita, Villa Durazzo

Parchi chiusi, passeggiate con certificato medico, arenili e scogliere off limits, e anche i cimiteri.

Sono i divieti imposti da alcuni Comuni liguri per fronteggiare il coronovirus, oltre alle restrizioni previste dal decreto Conte.

A Santa Margherita Ligure il sindaco Paolo Donadoni oggi ha firmato un’ordinanza per la chiusura dei parchi e dei giardini pubblici “per evitare il più possibile assembramenti”.

“Capisco – ha spiegato il saindaco Donadoni – che sia difficile, soprattutto per le famiglie con bambini, rinunciare alla passeggiata e al gioco nel parco, ma dobbiamo farlo per il bene di tutti. I nostri cittadini stanno rispondendo bene all’appello e di questo li ringrazio”. Chiusi anche cimitero e mercato settimanale.

Chiusi parchi, giardini, cimiteri e mercato settimanale anche alla Spezia.

Stesso provvedimento a Portovenere, dove sono off-limits pure gli arenili e le scogliere, come a Lerici, dove il Comune permette l’attività sportiva all’aperto solo entro le 8 e le passeggiate con prescrizione medica.

 

Primo decesso di una genovese con coronavirus: 91enne aveva multiple co-patologie

Ospedale San Martino di Genova (foto di repertorio)

I responsabili della direzione sanitaria del Policlinico San martino di Genova alle 13,15 di oggi hanno riferito che una paziente 91enne con coronavirus è deceduta.

La pensionata genovese era stata ricoverata presso il reparto di Malattie infettive per infezione da Covid-19.

Si tratta di una paziente che aveva multiple co-patologie.

Risulta che la 91enne sia la prima paziente residente a Genova deceduta con coronavirus e la decima vittima in Liguria.

 

 

Coronavirus | Primo positivo in serie A: è Rugani della Juve

Daniele Rugani difensore della Juventus

C’è un primo positivo nella serie A di calcio, si tratta di Daniele Rugani difensore della Juventus. Ad ufficializzarlo è stata la stessa società di calcio con un comunicato.

“Il calciatore Daniele Rugani – si legge nella nota – è risultato positivo al Coronavirus – COVID-19 ed è attualmente sintomatico. Juventus Football Club sta attivando in queste ore tutte le procedure di isolamento previste dalla normativa, compreso il censimento di quanti hanno avuto contatti con lui”.

Il calciatore che è asintomatico si trova nell’albergo adiacente al campo di allenamento, il Juventus Center di Vinovo.

In modo assoluto, il primo calciatore professionista positivo al coronavirus: è stato il difensore dell’Hannover Timo Hubers, come annunciato dalla società specificando che Hubers è ora in isolamento domiciliare. Nella nota il club fa sapere che il resto della squadra, compreso tecnici e personale è stata sottoposta al test.

Il difensore potrebbe essere stato infettato durante un evento a Hildesheim sabato scorso ma non ha avuto contatti con i suoi compagni di squadra dal momento dell’infezione.

La Juventus seguirà le prescrizioni mediche per i casi di contagio coronavirus a un singolo che fa parte di un gruppo di lavoro. Tutto lo staff bianconero, giocatori, tecnici, dipendenti e dirigenti che hanno avuto contatti con Rugani andranno in isolamento a casa.

La Juventus sarà in isolamento volontario, interrompendo di fatto gli allenamenti a poco meno di una settimana dal ritorno degli ottavi di Champions contro il Lione.

Nel contempo anche i calciatori dell’Inter scesi in campo domenica sera contro la Juventus a Torino andranno in isolamento.

Nella notte il difensore bianconero ha pubblicato un post su Twitter per rassicurare i tifosi.

“Avrete letto la notizia e per questo ci tengo a tranquillizzare tutti coloro che si stanno preoccupando per me, sto bene. Invito tutti a rispettare le regole, perché questo virus non fa distinzioni! Facciamolo per noi stessi, per i nostri cari e per chi ci circonda. Grazie”.

Regione Liguria: attenzione alle truffe, 118 e Protezione civile non fanno tamponi a tappeto

Coronavirus (foto di repertorio)

Regione Liguria oggi ha smentito che il 118 e la Protezione Civile siano stati incaricati di fare tamponi a tappeto a tutta la popolazione sul nostro territorio.

Sono stati infatti segnalati tentativi di truffa con persone che telefonavano, spacciandosi per operatori, avvertendo alcuni cittadini che sarebbero passati a fare il tampone per il Covid-19.

“Invitiamo – hanno riferito i responsabili di Regione Liguria – la cittadinanza a telefonare al NUE 112 per denunciare simili tentativi di frode. Regione Liguria ha dato mandato ai propri uffici per procedere nelle sedi opportune”.

 

In questo momento di emergenza Varazze guarda avanti

In questo momento di emergenza Varazze guarda avanti

“Non sarà certamente il virus a piegare la città di Varazze, che di eventi tragici ne ha sofferti tanti, superati sempre con impegno comunitario e volontà di non mollare.”

Queste le parole dei gestori e dei dipendenti dei bagni marini di Varazze che hanno ripreso a montare le cabine nelle zone del Solaro, del Borgo e di San Nazario, puntando alla prossima estate con determinata fiducia, sull’esempio dei loro predecessori che hanno conosciuto guerre e devastazioni dall’alba del turismo balneare e sino ai nostri giorni.

Questo lavoro che si ripete ad ogni accenno di primavera e che vede il rinnovarsi di un ottimismo che guarda al domani, nonostante le nere nubi che gravano sull’Italia del 2020, sono il segno che l’uomo non si arrende di fronte alle bufere della vita e apportano un senso di ritrovata fiducia e serenità nei cittadini, spesso spauriti, che passeggiano sul lungomare nelle pause delle necessarie “prese d’aria” consentite dalle giuste disposizioni di allerta governative e regionali.

Varazze guarda avanti anche con un forte sostegno che le arriva da lontano, da quando Caterina da Siena, nell’ottobre del 1376, dal ritorno da Avignone dopo aver convinto il papa Gregorio XI a riportare il soglio di S. Pietro a Roma, soggiornò nel suo borgo murato per tre giorni.

La Santa trovò la città devastata dalla peste, e nella chiesa di S. Ambrogio (allora situata nella cerchia delle antiche mura), impetrò dalla S.S. Trinità la grazia per la scomparsa del morbo “e chi lo portasse lo riportasse (queste le sue parole), senza nocumento ai suoi abitanti”.

Il triste a allarmante presente che stiamo attraversando e che vede la scienza impegnata in una battaglia dura, che certamente vincerà, forte del progresso fin qui conseguito, non ci fa e non ci deve distogliere dal ricordo di quel lontano 1376 e dalla promessa, che ogni anno, il 30 aprile, riconferma il voto di penitenza e ringraziamento, fatto dalla Varazze di ieri verso la sua Santa Patrona.

Presi come siamo da questa roboante società dei consumi e dal suo egoistico materialismo, forse uno sguardo al Cielo non guasterebbe … Santa Caterina, ricordiamolo, è anche Patrona d’Italia, insieme a San Francesco.

LA CITTA’ PROTETTA

Lo disse Caterina

la Santa Mantellata

vedendo la rovina

nella città malata.

 

“Mai più verrà il tormento

a questa pia città

strappato ho il giuramento

a Santa Trinità.

 

E chi malato entrasse

entro le vostre mura

il male riportasse

senza menar sventura.

 

Di peste o d’altro morbo

mai più voi soffrirete

lo sappia tutto il volgo

che al Ciel ho fatto prece.”

 

Varazze non si scorda

di Santa Caterina

legata a Lei da corda

che mai andrà in rovina.

 

(Testo, poesia e immagini di Mario Traversi)