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Prof. Bassetti: torneremo a normalità tra qualche mese. Virus nell’aria difficile che infetti

Prof. Bassetti e la sua équipe al San Martino di Genova (foto repertorio fb)

“Io rimango ottimista e sono convinto che tra qualche mese torneremo alla normalità avendo imparato che con virus e batteri non si scherza e che dovremo tutti, medici e cittadini in generale, imparare la lezione che il Covid-19 ci ha voluto insegnare.

Maggior rispetto delle regole di igiene universale, maggior prevenzione, maggior rispetto delle regole in generale, maggior rispetto dell’ambiente.

Insomma dovremo essere tutti cittadini migliori”.

Lo ha dichiarato ieri su fb il prof. Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive del San Martino di Genova, che ha inoltre fatto chiarezza e spiegato in sintesi le informazioni più importanti sul coronavirus.

“Affrontare, curare e provare a sconfiggere Covid-19 – ha aggiunto Bassetti – non vuol dire solamente essere in prima linea in ospedale e sul territorio, come stanno facendo moltissimi operatori sanitari, ma vuol dire anche dare corrette informazioni e evitare che si diffondano troppo facilmente fake news.

Mi piacerebbe provare a chiarire qualche aspetto medico-scientifico:

– Il numero dei ricoveri ospedalieri, sia di alta che di media complessità, sembra essersi stabilizzato e ci auguriamo di vedere una riduzione significativa nei prossimi giorni. Questo ci da’ e ci darà un pò di respiro.

– Ogni giorno impariamo qualcosa di più e di nuovo nella gestione clinica e terapeutica dei casi di Covid-19 e stiamo ottenendo buoni, talvolta ottimi, risultati in termini di guarigione e cura.

– Ad oggi non esiste un farmaco antivirale o anti-infiammatorio miracoloso che in 1-2 giorni uccida tutti i virus presenti nel nostro corpo o che ripristini la funzionalità dei nostri polmoni. Quindi occhio a valutare attentamente tutte le informazioni, che una volta arrivano dal Giappone, un’altra dall’Australia o chissà da quale altro Paese del mondo. I medici e i ricercatori italiani stanno studiando moltissimo e cercando di sviluppare numerosi studi sperimentali di assoluto rigore scientifico per poter scoprire (ci auguriamo presto), quale sia la migliore terapia per il Covid-19.

– Mentre i morti continuano ad aumentare sia in Italia che all’estero, è importante ricordare che la letalità complessiva è stimata intorno all’1-2%, il che significa che il 98-99% delle persone infettate guariscono.

– La diffusione del Covid-19 è molto più elevata dei dati fino ad oggi riportati. Alcuni studi hanno calcolato che fino al 10-15% della popolazione italiana potrebbe essere infettata dal virus (tra i 6 e 10 milioni di contagiati)

– la diagnostica si avvale del tampone mediante ricerca dell’ RNA virale (test ideale per i casi sintomatici) e della sierologia (test per valutare contatti, pz asintomatici e sieroprevalenza). I due test si compenetrano e sono complementari.

– I dati sull’immunità naturale acquisita dopo essere stati infettati e poi guariti (le cosiddette IgG) potrebbero/dovrebbero garantire una immunità almeno temporanea di circa 1 anno o forse più. Questo dovrebbe aiutarci ad arrivare all’agognato vaccino.

– Le mascherine filtranti (tipo ffp2) servono per gli operatori sanitari ovvero a chiunque abbia contatti con casi certi. Per tutti gli altri, quelle chirurgiche possono avere un ruolo nel limitare la diffusione del virus ovvero evitare che io possa contagiare un altro.

– La misura che più si è rivelata utile fino ad oggi è stata il distanziamento sociale e l’isolamento domiciliare.

– L’ultimo problema sembra rappresentato dal fatto che il virus sia presente non solo nelle goccioline della saliva, ma che possa anche essere aerosolizzato, come ha affermato recentemente l’OMS.

Da qui l’idea che si possa trasmettere con l’aria che respiriamo.

Nell’aria il virus sembra difficilmente avere una carica infettante tale da poter essere trasmesso per tale via. Quindi il fatto che possa essere aerosolizzato non sembra cambiare la modalità di trasmissione.

Il motore pandemico è ancora oggi rappresentato dagli starnuti e dalla tosse o dalle superfici contaminate.

Diverso è il discorso di ambienti chiusi in cui ci siano soggetti infettati da Covid-19 che usano sistemi di ventilazione, quali per esempio i caschi. Ovviamente qui il contenuto di virus è maggiore e occorre proteggersi adeguatamente attraverso i dispositivi di protezione individuale”.

 

 

Prof. Galli: restrizioni oltre 13 aprile, riaperture graduali solo dopo metà maggio

Prof. Massimo Galli (foto repertorio fb)

“Una graduale ripresa delle attività in Italia non prima della seconda metà di maggio, sempre che si riesca a evitare la comparsa di nuovi focolai”.

E’ il tempo indicato oggi dall’infettivologo Massimo Galli, professore dell’ospedale Sacco e dell’Università Statale di Milano in un’intervista a Tv2000.

Secondo l’infettivologo “programmare è necessario, ma aprire troppo presto sarebbe un errore madornale”.

“E’ veramente importante – ha aggiunto Galli – cominciare a capire quante persone, avendo già contratto l’infezione e sono guarite, possono tornare alle loro normali attività proprio perché non è verosimile che possano essere reinfettate dal virus in tempi brevi.

Per quanto riguarda le attività produttive andrà fatta una programmazione per non intasare le disponibilità diagnostiche e per poter scaglionare nel tempo la possibilità di ripresa. Ci saranno molti che non hanno contratto l’infezione che dovranno continuare a mantenere distanze e mascherina per riprendere eventualmente il lavoro.

Se tutto andasse come sembra volere andare dovremmo ragionare per una graduale ripresa nella seconda metà di maggio.

E’ altamente probabile che le misure restrittive debbano andare oltre il 13 aprile.

Mi piacerebbe dire il contrario, ma sono settimane che sono convinto che queste misure finiranno per andare oltre.

Quando vedremo la luce? Tutto dipende dalla capacità di non avere altri focolai nel Paese oltre la Lombardia.

Questo è fondamentale perché se ci ritrovassimo un’altra situazione lombarda ricominceremmo tutto da capo”.

Poiché è “praticamente impossibile” fare il tampone a tutta la popolazione, il prof. Galli ha inoltre spiegato che la ripresa dovrebbe avvenire a scaglioni a partire “dalle funzioni vitali per determinate attività economiche e di servizio che devono essere riprese il più presto possibile. Bisognerà procedere per gradi, prima con il test rapido e a conferma con l’utilizzo del tampone”.

 

Mascherine gratis ai liguri, Toti : slitta a venerdì l’inizio della distribuzione

Fiera di Genova: arrivate altre 2 milioni di mascherine (foto d'archivio)

“Le modalità di distribuzione delle mascherine alla popolazione saranno fissate nelle prossime ore dal gruppo di lavoro che sta decidendo: potremmo distribuirle a domicilio, ma in questo modo abbiamo stimato occorrerebbero una decina di giorni almeno, oppure attraverso edicole o farmacie, sapendo che questo comporta una grande responsabilità da parte di tutti coloro che se ne riforniranno.

Le quantità e le modalità di distribuzione saranno oggetto delle riunioni che sono in corso. Comunicheremo giovedì il dettaglio delle decisioni assunte, per iniziare venerdì e sabato con la distribuzione, che proseguirà anche la prossima settimana”.

Lo ha riferito stasera il governatore ligure Giovanni Toti. In precedenza, Regione Liguria aveva annunicato che le mascherine sarebbero state distribuite alla popolazione a partire da giovedì prossimo.

Su questo tema è intervenuta anche la vicepresidente e assessora regionale alla Sanità Sonia Viale: “Forniremo anche indicazioni precise sulle modalità per il loro utilizzo, su come si indossano, come si tolgono e come vanno riposte”.

L’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone ha quindi spiegato che “ogni confezione che sarà distribuita conterrà due mascherine, entrambe marchiate con il logo della Protezione civile regionale per evitare che possano essere rivendute illecitamente.

La distribuzione, secondo modalità che verranno illustrate giovedì prossimo nel dettaglio, inizierà venerdì prossimo e proseguirà sabato e la settimana successiva.

Circa 500mila pezzi verranno distribuiti entro Pasqua e il resto la settimana prossima. Questo anche per evitare assembramenti.

L’unico obiettivo è raggiungere più persone possibile in tranquillità.

Tutti devono sapere bene che la mascherina non risolve la pandemia da coronavirus, non è la panacea di tutti i mali e non consente a ciascuno di fare quello che vuole: è una protezione per sé e per gli altri quando si esce di casa, sempre nel pieno rispetto delle regole che sono e rimangono in vigore fino alla mezzanotte del 13 aprile”.

Per quanto riguarda invece la distribuzione tramite i Comuni, Regione Liguria “sta preparando un ulteriore spedizione di mascherine chirurgiche e ffp2 per la continuità dei servizi essenziali. Sarà la terza spedizione dedicata e penso potrà essere effettuata la prossima settimana: riguarderà circa 100mila mascherine con circa 8mila o 10mila ffp2 per i servizi considerati più delicati. Questi rifornimenti sono fondamentali per mantenere operativi i servizi essenziali”.

 

Immunità di gregge, britannici senza il premier: Boris Johnson trasferito in terapia intensiva

Premier britannico Boris Johnson (foto repertorio fb)

Immunità di gregge. Il primo ministro britannico, Boris Johnson, stasera è stato trasferito in un’unità di terapia intensiva dopo che le sue condizioni di salute sono peggiorate a seguito dell’infezione da Covid-19.

Lo hanno comunicato intorno alle 21 di oggi i responsabili di  Downing Street.

Un portavoce del Governo britannico ha precisato che “da domenica sera, il primo ministro è stato affidato ai medici dell’ospedale San Thomas di Londra, a causa di persistenti sintomi di coronavirus.

Nel corso di questo pomeriggio, le condizioni del primo ministro sono peggiorate e, su consiglio del suo team medico, è stato trasferito al reparto di terapia intensiva dell’ospedale.

Il primo ministro ha chiesto al segretario agli Esteri Dominic Raab, che è il primo segretario di Stato, di sostituirlo in caso di necessità”.

Di fatto, il ministro Raab è quindi subentrato al premier Johnson.

Ieri e oggi non si è svolto il Consiglio dei ministri del Governo del Regno Unito, neppure in videoconferenza, nonostante l’emergenza coronavirus che ha colpito il Paese.

La decisione di trasferire Boris Johnson in terapia intensiva è stata presa dal team medico che segue il premier britannico: “Il primo ministro è cosciente e si è reso conto di essere stato spostato di reparto”.

 

 

De Ferrari, cronisti tornano al lavoro: riaperta sala stampa di Regione Liguria

Sala stampa Regione Liguria (foto d'archivio)

Distanziometri con nastro bianco e rosso. Temperatura misurata all’ingresso e all’uscita. Mascherine in distribuzione per chi non ne fosse provvisto. Scene di giornalismo ai tempi del coronavirus.

Da stasera, infatti, la sala stampa della Regione Liguria e’ stata riaperta ai cronisti genovesi, dopo diversi giorni di “confino” a casa e di conferenze stampa sul web.

“Mi fa quasi piacere rivedervi qui in carne e ossa – ha scherzato il governatore ligure e giornalista Giovanni Toti – anche se i colleghi presenti si contano sul palmo di una mano.

Abbiamo ritenuto opportuno riaprire la sala stampa tra le prime cose perche’ penso che dal confronto diretto possa nascere una corretta informazione per il pubblico. D’altra parte, e’ difficile fare giornalismo in smart working”.

 

Conte: Pasqua a casa, da irresponsabili uscire. Decreto Imprese da 400 miliardi

“Vivremo a casa i giorni delle festività pasquali. Sarebbe da irresponsabili andare in giro. sarebbe irresponsabile allentare questo senso di responsabilità.

Pasqua significa ‘passaggio’ dalla schiavitù alla liberazione e noi speriamo che la Pasqua possa portarci anche questo riscatto, questa libertà. Il passaggio verso una prospettiva migliore, di completo riscatto”.

Lo ha dichiarato stasera il premier Giuseppe Conte da Palazzo Chigi, che ha annunciato anche un nuovo decreto per le imprese.

“Con il decreto appena approvato – ha aggiunto Conte – diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese, 200 per il mercato interno, altri 200 per potenziare il mercato dell’export.

E’ una potenza di fuoco.

Non ricordo un intervento così poderoso nella storia della nostra Repubblica per il finanziamento alle imprese, una cifra enorme”.

 

Buoni spesa: a Genova 22mila domande. Distribuzione su appuntamento in 24 sedi

Buoni spesa 100 euro in distribuzione a Genova solo su appuntamento

Biblioteche, scuole, sezioni di Polizia locale. Sono ventiquattro le sedi scelte dal Comune di Genova per la distribuzione dei circa 30mila buoni spesa per alimenti destinati a chi è in difficoltà economica a causa dell’emergenza coronavirus.

Si tratta di buoni fino a 100 euro ciascuno, in tagli da venti, validi fino al 31 dicembre 2020.

“Le sedi – hanno spiegato oggi da Palazzo Tursi – sono sparse su tutto il territorio cittadino, in modo da limitare al massimo gli spostamenti delle persone, e sono state scelte perché non presentano barriere architettoniche.

Per evitare ogni assembramento, i beneficiari dei buoni spesa riceveranno un appuntamento personalizzato via telefono o email, con l’orario in cui ritirare i buoni spesa.

La sede sarà quella più vicina alla propria residenza, individuata sulla base del Cap. Per chi è impossibilitato a uscire di casa, sarà attivato un servizio di consegna a casa. Il ritiro potrà essere fatto anche da un parente, se in possesso della delega in carta libera firmata e dell’originale del documento del delegante”.

Ecco l’elenco delle sedi.

1) Oregina-Lagaccio, locali della Polizia Locale, via Spinola 4 b-cancello

2) Castelletto, locali della Polizia Locale, corso Firenze 24

3) Pre-Molo Maddalena, biblioteca Berio, via del Seminario 16

4) Portoria, scuola infanzia San Luigi, Salita Carbonara 65

5) Sampierdarena, locali della Polizia Locale, via Sampierdarena 34

6) San Teodoro, scuola d’infanzia Garbarino, via Asilo Garbarino 17

7) San Fruttuoso, scuola San Fruttuoso, piazza Manzoni 2

8) Marassi, scuola d’infanzia Luzzati, via Moresco 3

9) Staglieno, centro civico, via Bobbio 21 d

10) Molassana, Scuola Peter Pan, via Sertoli 7

11) Struppa, locali della Polizia Locale, via Buscaglia 6

12) Rivarolo, Ats, passo Torbella 12

13) Bolzaneto, locali della Polizia Locale, via Reta 3 c

14) Pontedecimo, locali della Polizia Locale, via Rivera 1

15) Sestri, locali della Polizia Locale, via Da Persico 49 r

16) Cornigliano, locali della Polizia Locale, via Moisello 9 r

17) Voltri, locali della Polizia Locale, piazza Gaggero 2

18) Prà, scuola infanzia Valle, salita Cappelloni 1

19) Pegli, centro sociale Monaco, via Cialli 11

20) Foce, scuola Pascoli, piazza Palermo 11

21) Albaro, scuola infanzia San Pietro, via Cesare Battisti 6

22) San Martino, locali attigui Scuola Boccanegra, via Lagustena 49

23) Valle Sturla-Sturla-Quarto, locali della Polizia Locale, via Bottini 44

24) Quinto-Nervi-Sant’Ilario, locali adiacenti alla Polizia Locale, via Pinasco 7.

“Alle 16 di oggi – hanno aggiunto da Palazzo Tursi – il Comune ha ricevuto 21.977 domande. All’interno di ogni domanda si può chiedere un buono per ciascun membro della famiglia, pertanto si stima che già adesso le domande coinvolgano una platea maggiore rispetto all’effettiva disponibilità dei buoni.

Non sarà quindi necessario ampliare i tempi per la raccolta delle domande che, come deciso in partenza, prosegue fino alla mezzanotte di oggi.

Ci si può ancora iscrivere attraverso il modulo sul sito del Comune di Genova, per chi avesse difficoltà a compilare la domanda è stato allestito un servizio di assistenza telefonica, attraverso due numeri: il numero fisso 010.5574500 e il numero verde 800.583940.

L’assistenza telefonica sarà garantita anche durante la fase di consegna dei buoni. Non tutte le domande potranno essere accolte, ma tutti riceveranno una comunicazione sull’esito della propria pratica.

A partire da domani sarà stilata una graduatoria, sulla base dei requisiti indicati sul sito del Comune, e al più presto inizierà la distribuzione dei buoni pasto, che permettono di fare acquisti nei negozi di alimentari. L’obiettivo del Comune è di riuscire a terminare la consegna dei buoni entro sabato”.

“La raccolta delle domande è stata un successo grazie al lavoro congiunto di operatori e volontari – ha spiegato l’assessora comunale ai Servizi Sociali Francesca Fassio – quest’alleanza tra pubblico e volontariato  è un frutto molto positivo in questo momento così drammatico e dobbiamo lavorare per tenerla viva anche su altri fronti”.

A oggi i negozi già convenzionati sono 335, ma un centinaio di altri negozianti ha chiesto di potersi aggiungere alla lista.

L’adesione è gratuita, il margine dell’operatore privato sui buoni è del 5 per cento. Per chiedere di potersi convenzionare, i commercianti devono inviare una mail ai due indirizzi: ClientiTicket.Genova-IT@edenred.com e per conoscenza a suap@comune.genova.it con oggetto la dicitura “Convenzionamento voucher Comune di Genova”

Nel testo bisogna mettere:

– nome dell’insegna

– via, civico e cap del locale

– recapito telefonico

– indirizzo email di riferimento

– nome di un referente

– partita IVA/Codice fiscale

allegare visura camerale e un documento d’identità del legale rappresentante.

Tutti coloro che volessero contribuire alla raccolta fondi del Comune di Genova per integrare i buoni alimentari possono farlo attraverso il seguente conto corrente.

La causale da inserire è: “Emergenza coronavirus: misure urgenti di solidarietà” Comune di Genova via Garibaldi, 9 16124 Genova

Conto corrente n. 000100880807

presso Unicredit Spa – GENOVA TESORERIA COMUNALE

ABI 02008 – CAB 01459 – CIN T

IBAN IT 08 T 02008 01459 000100880807

BIC UNCRITMM

P.I. e C.F. 00856930102.

 

Bucci: entro 21 aprile tutti impalcati completati. Operaio positivo tornato al lavoro

Sindaco Marco Bucci all'accesso del cantiere del nuovo Ponte di Genova

“Siamo a 910 metri di ponte. Fincantieri dice che entro il 21 aprile tutti gli impalcati saranno completati. Io spero anche qualche giorno prima, ma ormai ci siamo”.

Lo ha dichiarato stasera il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione del viadotto autostradale sul Polcevera Marco Bucci.

“Oggi – ha aggiunto Bucci – l’unico lavoratore che era risultato positivo al Covid-19 e’ tornato in cantiere. Domani torneranno al lavoro anche i 25 che erano stati messi cautelativamente in isolamento” perche’ si riteneva che avessero avuto possibili contatti con il collega, il cui organismo, in pratica, ha poi prodotto gli anticorpi e in sostanza si è immunizzato.

Tutti gli operai sono risultati negativi al coronavirus, anche perché la necessaria distanza interpersonale e le altre regole in vigore, evidentemente, sono sempre state rispettate all’interno del cantiere del nuovo Ponte di Genova.

 

 

 

Chiavari, esce di casa per passeggiata sul lungomare: ecuadoriano denunciato

generica False generalità ai carabinieri, senegalese arrestato a Bolzaneto
Carabinieri (foto repertorio fb)

Ieri a Chiavari un equipaggio del Nucleo Radiomobile della locale Compagnia Carabinieri, dopo gli accertamenti, ha denunciato in stato di libertà per inosservanza dell’ordinanza del sindaco sull’emergenza coronavirus un 40enne ecuadoriano, gravato da pregiudizi di polizia e mai rimpatriato.

Lo straniero è stato sorpreso mentre era uscito di casa e stava passeggiando su una zona del lungomare chiavarese, interdetto ai cittadini.

Inoltre, è stato sanzionato amministrativamente per avere fornito ai carabinieri delle motivazioni che non rientravano tra quelle della normativa che consentono la libera circolazione delle persone.

 

Covid-19 | Di ritorno da una vacanza all’estero coppia lombarda finisce nei guai

Coronavirus, controllo della Polizia (foto di repertorio)

Ieri una pattuglia della Polizia stradale del distaccamento di Sanremo, impegnata nell’attività di controllo per il rispetto della normativa vigente per il contenimento della diffusione del Covid-19, nel verificare la situazione presso l’area di servizio di Conioli Sud al km. 120 dell’Autostrada dei Fiori A10, nel Comune di Santo Stefano al Mare, ha deciso di controllare gli occupanti di un camper modello Rapido, con targa italiana.

“A bordo – hanno spiegato dalla Polizia stradale – c’era una coppia di coniugi residenti in Lombardia. Dall’esame della documentazione presentata agli operatori di polizia che indossavano, al momento del controllo, guanti e mascherine, è poi emerso che i due coniugi stavano rientrando da un viaggio oltre i confini italiani ed erano diretti presso la propria abitazione.

Durante la loro permanenza all’estero, nei primi giorni di marzo avevano contratto il coronavirus ed erano stati ricoverati presso l’ospedale del posto da dove erano stati poi entrambi dimessi il 31 marzo.

Tuttavia, mentre il marito era risultato negativo agli ultimi due tamponi, la donna seppur dimessa, risultava ancora sotto osservazione in quanto i tamponi effettuati non erano univoci, alternando negatività a positività.

Per questo motivo, i coniugi sono stati segnalati alla Procura ai sensi dell’ art. 260 del Testo Unico delle leggi sanitarie nonché ai sensi dell’ art. 452 del c.p., integrando, la loro condotta, un rischio di diffusione del coronavirus.

Gli stessi sono stati inoltre sottoposti alla sanzione amministrativa del pagamento di 533 euro ciascuno, per lo spostamento non autorizzato sul territorio nazionale”.