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L’energia da fusione nucleare è a un passo dalla produzione

L’energia da fusione nucleare è ad un passo dalla produzione

L’energia da fusione nucleare è ad un passo dalla produzione.

Un altro piccolo passo sulla strada della fusione nucleare. Dopo quasi 70 anni di ricerca si sarebbe vicini dall’avere energia nucleare pulita. Lo si legge sul Washington Post che sottolinea che il Dipartimento dell’Energia ha in programma di annunciare martedì 13 dicembre che gli scienziati “sono stati in grado per la prima volta di produrre una reazione di fusione che crea un guadagno netto di energia”, ciò che costituisce una pietra miliare nella ricerca decennale e multimiliardaria per sviluppare una tecnologia che fornisca illimitati, economici megawatt di energia pulita.

«Ancora non sappiamo con precisione i dati, ma di certo domani sarà annunciato un risultato molto importante nel campo della fusione nucleare». A spiegarlo è il professor Stefano Atzeni, docente dell’Università di Roma La Sapienza, esperto di fusione. «Da giorni nell’ambiente si susseguono voci. Quello che sappiamo con certezza è che ci siano state una serie di reazioni in cui alla National Ignition Facility negli Stati Uniti si è ottenuta più energia di quanto ne sia stata necessaria per ottenerla».

Il professor Stefano Atzeni, docente dell’Università di Roma La Sapienza spiega:

«Si sarebbero ottenuti almeno 2,4 megajaoule (MJ) dalla fusione, mentre se ne sono spesi 2,1 per alimentare l’impulso laser necessario a innescare la reazione. Alcuni, ha aggiunto il professore, parlano addirittura di 3 mega joule di energia ottenuta dalla fusione. Oggi si utilizza un singolo impulso – dice Atzeni – perché i laser attuali di grande potenza non consentono operazioni ripetitive».

In un futuro reattore i laser emetteranno uno o più impulsi al secondo e ognuno farà reagire un bersaglio. Si tratta – ha aggiunto Atzeni che nelle settimane scorse ha firmato una review su Nature su un altro studio sulla fusione nucleare – di un passo avanti importante.  In questo caso poi, si tratta di un tipo di reazione in cui la reazione nucleare è indotta grazie a una serie di impulsi laser della durata di un dieci mialrdesimo di secondo e quindi funziona un po’ come un motore a scoppio». Non è necessario quindi mantenere acceso il plasma come avviene nei sistemi con confinamento magnetico. 

 «Domani – ha detto ancora Atzeni – sapremo con certezza i risultati ottenuti dai colleghi. Certo è che questo annuncio rappresenta uno smacco per le scelte fatte dall’Unione Europea che invece ha deciso di puntare sul confinamento magnetico. Ricordo di aver partecipato a meeting dello European science and technology assembly (costituita dal Parlamento Europeo) a Bruxelles e ad Oxford in cui fisici di primo livello come Carlo Rubbia e Nicola Cabibbo oltra a colleghi internazionali avevano raccomandato di sostenere questo percorso alternativo alla fusione nucleare, che però è rimasto lettera morta». ABov