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Il Nano Morgante | Una vita da sacrestano

Il Nano Morgante | Una vita da sacrestano
Il Nano Morgante | Una vita da sacrestano

Provare per credere, confidare nelle istanze della modernità, persuadersi dell’ incontrovertibile saggezza dei proverbi, rischia di condurci fuori dal selciato.

In misura d’esempio, all’usuale concetto di carriera lavorativa  è avvoltolato un detto popolare che, quando declinato con rigore, stabilisce un preciso termine di esecuzione: si tratta della media età entro la quale, senza possibili alternative, o sei papa o sei sacrestano.

Riflettendo sull’inesorabilità del termine, la circostanza non lesina all’individuo effetti ansiogeni che si protraggono lungo l’intero percorso di vita lavorativa, in specie fino al momento apicale in cui, raggiunta la proverbiale media età, si dovranno disporre sulla tavola le proprie carte.

Mentre verrà collocata sul podio la pettoruta soddisfazione della risposta affermativa, con lo spettante plauso, incresciosamente laterale resterà l’avvilimento della risposta negativa implicato alla disfatta.

In sostanza, la volitiva partecipazione alla proverbial tenzone, in caso di insuccesso, ammette solo la perdita, senza ritrattazioni o recriminazioni.

In tal senso, non persuaderebbe la comoda scoperta ex post  di posizione intermedie, come una vita da mediano, prendendo spunto dall’ omonima canzone di Ligabue.

Fatto sta che tanto è ambita una vita da papa, quanto è dispregiata una vita da sacrestano, con riferimento al detto menzionato.

Da ciò é desumibile, per un verso, la generale attitudine dell’individuo nel volersi persuadere, malgrado tutto, della gloria sempre implicita nel sovrumanarsi, per l’altro, la generale attitudine del non saper volere.

Non a caso, l’etimo originario munus petrino, a rappresentare l’ in-carico  papale, già induce a prendere il largo e a trarsi in salvo da certa irriflessiva e compulsiva ambizione.

Ad integrare la questione, presa per buona l’affermazione di J. Baudrillard secondo cui “il potere è il luogo della stupidità”, l’opportunità di ogni ambizione è stimare preventivamente l’effettiva desiderabilità degli obiettivi rispetto alla volontà che li ha resi necessari.

Riepilogando, è utile che ogni ambizione personale impari a volere, per compensare l’auto-illusione insita nella volontà ipertrofica. Massimiliano Barbin Bertorelli