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Il Nano Morgante | Isteria natalizia

Il Nano Morgante | Isteria natalizia
Il Nano Morgante | Isteria natalizia

Isteria natalizia. Quest’anno il Natale non ci coglierà impreparati.

Ci troverà ben equipaggiati di accessori modaioli, devoti all’implacabile protocollo consumista & pronti per affrontare l’estranea folla quotidiana con piglio bellicosochisciottesco, mentre scrupolosi e intimoriti osserviamo le distanze sociali da restrizioni post-Covid19.

Inesorabili si avvicinano le feste comandate, come narra letteralmente il termine, sottrattive di una libertà ormai ridotta al lumicino, innaturale proprio per la sua quotidiana pretesa di ri-conquista.

Trattasi di una liturgia originariamente donativa (calunniata e trasmutata nel suo significato anche ad opera della falsa-ma-convincente familiarità mediatica) ora deviata verso il culto pagano dei consigli-per-gli-acquisti cui il mercato religiosamente (dal latino religare: vincolare) sospinge.

In concomitanza con gli addobbi casalinghi di luci e stelline, soprassedendo per l’occasione dagli ingiustificati aumenti dell’energia elettrica, la giostra consumistica della Natività ha inizio: d’altronde, lo sguardo indispettito e invidioso dei vicini di casa sarà sufficiente a gratificare ogni spesa.

Per ben che vada, fagocitati dalla frenesia di inessenziali regali, dagli adempimenti di una socialità distratta e inviperita, ansiati da continui allarmismi meteo-sanitari, il dato climatico certo è l’isteria.

Questo clima isterico-fagocitante costituisce l’ ”iconosfera”, per citare Gillo Dorfles, in cui trova credito l’analfabetismo spirituale di una società condizionata, asservita alle icone di un progresso inconferente.

In generale, malgrado tutto, neppure il pacchetto di festività natalizie sortisce festosità, fatte salve le duke-face & le risate d’obbligo da selfie, sulla falsariga dei “ganci tira-bocca” di un Topolino degli anni ’60.

Dinanzi agli implacabili spot pubblicitari che mostrano una gioiosa brigata familiare radunata intorno all’opulento desco, le festività natalizie non hanno neppure l’intento sporadico di manifestare il carattere gioioso-religioso (dal latino religere: riflettere), mentre esprimono l’arido vezzo contemporaneo del superfluo e dell’esteriore. In sintesi conclusiva, nessuno è esente dal fare i conti con “la coscienza segreta con cui si affronta il pasto di Natale”, citando liberamente Ivano Fossati. Massimiliano Barbin Bertorelli