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Il Nano Morgante | I pensieri vaganti

Spiaggia (foto di repertorio)

Il “vissuto personale” si arricchisce, giorno dopo giorno, vicenda dopo vicenda. Tuttavia, come una zavorra, si appesantisce per inesorabile processo addizionale.

Una anomalia  costitutiva  che rappresenta per l’uomo una tale mastodontica  inestricabile matassa,  da intralciarne ed incepparne progressivamente i singoli movimenti.

Zavorra o matassa che sia, il concetto è che il “vissuto personale”  addensa anche le (più o meno immaginarie) paure dell’uomo, tutte in qualche modo convergenti nella condizione ansiosa di un presente sfuggente.

Una condizione in-correggibile, di cui è impossibile sbarazzarci, ben diversamente dal grasso superfluo su cui il nostro tempo ginnico cerca, con episodi di successo, di porre rimedio.

Malgrado tutto, l’impegno ginnico, rivolto a costituire e preservare il nostro appeal  estetico,  egemonizza l’impegno riflessivo, strumento cardine per consapevolizzare, quantomeno per calibrare, certe afflizioni esistenziali. In tal modo, più comodamente si pone maniacale attenzione per la forma fisica, a discapito di quella mentale.

A ben pensarci, non sarebbe male affrontare ogni stagione balneare alleggeriti (anche) di pensieri. Varrebbe anzi forse la pena accettare anche la pinguedine, se fosse un’alternativa valida ad evitare l’incombente e fatale peso di certi pensieri vaganti.

Va ribadito, infatti, che tali pensieri rendano i passi pesanti, anche  in presenza di una linea perfetta.

Massimiliano Barbin Bertorelli