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Il Festival del Kustendorf prosegue con il cinema montenegrino ed iraniano

Il "Professor" Emir Nemanja Kusturica durante la 15°edizione del Festival del Kustendorf

Al festival del Kustendorf vengono proiettate pellicole dei paesi meno raggiungibili dalla distribuzione cinematografica italiana, sicché siamo sempre felici quando abbiamo l’opportunità di visionare un film d’un autore dell’area slava che allo stesso modo sono poco fruibili in Italia.

In tal senso ieri è stato proiettato un film d’un autore d’eccezione, in virtù di sue due pregresse partecipazioni al Kustendorf Competion Programme. Parliamo del regista Ivan Brakač, classe 1987, nato in Montenegro ma che ha seguito gli studi in Serbia perfezionandosi nelle discipline artistiche da lui affrontate attraverso un master in Direzione cinematografica.

Aveva già partecipato al festival del Kustendorf sia nel 2008 con il Corto “Up So I Can See You” e successivamente nel 2016 con Maleš e sicuramente assurge a meritato traguardo parteciparvi nel 2022 nella categoria “Nuovi Autori” con il film “After the Winter”(“Posle Zime”), Serbia, Montenegro, Croazia, 2021.

Si tratta di una commedia agroromantica che ritrae la vita di un gruppo d’amici che si conoscono dai tempi dell’infanzia e che non si perderanno, nonostante la vita offra le proprie prove. Nel film ci sono anche degli echi del doloroso conflitto jugoslavo senza però essere soverchiante, bensì parte strutturale dell’esistenza di chi lo ha attraversato, imparando a lasciarli andare.

Un’ottima commedia dai toni giovani, sicuramente gradevole da visionare. E certamente costituisce elemento soddisfacente assistere all’evoluzione artistica di un giovane filmmaker passato per il Kustendorf.

A seguire nella medesima giornata abbiamo assistito alla proiezione di un film d’un regista monumento della scena cinematografica internazionale, nel 2014 già ospite del festival del Kustendorf. Si tratta del regista iraniano naturalizzato francese Asghar Farhadi con la pellicola “A Hero”, Iran, Francia 2021. Un film dall’ottima fotografia ed eccellente intensa interpretazione degli attori dalla trama dolorosa, come in tutte le sue opere.

La storia è di carattere sociale, di quelle che ti colpiscono al cuore, un film in cui per tutto il tempo sei rapito dal vortice delle vicende del protagonista, confidando che la scena finale lasci spazio alla speranza e non ad una nuova finestra d’afflizione. Di fatto la storia racconta di Rahim che si trova in carcere per non aver saldato un debito, elemento distante dal sistema giuridico italiano. Ma siamo in un altro contesto, in quanto il film è ambientato in Iran. Il nostro protagonista godrà di qualche giorno di permesso in cui, una buona azione compiuta, come una divinità greca indispettita, gli si rivolgerà contro in maniera inesorabile. Da rivedere assolutamente anche in Italia.

Nel pieno della serata sono è stato proiettato il primo gruppo di Short-Movies in concorso.

Che dire, il festival del Kustendorf offre sempre la strada per la “Kultura” nel senso più radicato.

Romina De Simone