Home Cronaca Cronaca Genova

Il 23 febbraio astensione avvocati dalle udienze: le motivazioni

Violenza sessuale, 80enne genovese agli arresti domiciliari per 4 anni
Tribunale di Genova (foto d'archivio)

A Genova dibattito ed incontro con i candidati

Il 23 febbraio i 300 mila avvocati italiani si asterranno dalle udienze per la “Giornata dell’orgoglio dell’Avvocatura e della salvaguardia delle tutele” indetta dall’Organismo congressuale forense.

Nella stessa giornata, alle 10 presso il Centro di Cultura, Formazione e Attività forensi del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Genova (via XII Ottobre 3) si terrà un incontro sui temi riguardanti la Giustizia e il ruolo dell’Avvocatura con i candidati dei vari partiti.

Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Genova, Alessandro Vaccaro spiega che questa giornata è un momento della “battaglia per la salvaguardia dell’indipendenza e dell’autonomia dell’Avvocatura, unica vera garanzia per la tutela dei diritti dei cittadini”.

Nell’incontro con i candidati gli avvocati genovesi chiederanno ai politici di esprimere la loro posizione su alcuni punti centrali. Hanno finora dato la propria adesione Franco Vazio (Pd, vicepresidente della Commissione Giustizia della Camera), Roberto Cassinelli (senatore, Forza Italia), Antonio Oppicelli (candidato al Senato) e Matteo Rosso (Fratelli d’Italia), Daniele Pignatelli ed Edoardo Rixi (Lega), Mattia Crucioli (candidato per il Movimento Cinque Stelle), Fabio Panariello (Lista Insieme), Sergio Cofferati (Liberi e Uguali).

Questi i temi delle domande che stanno anche alla base dell’astenzione dall’udienze di venerdì 23 febbraio:

Il riconoscimento dell’Avvocatura come soggetto costituzionale, interlocutore nei processi decisionali in materia di giustizia, di tutela dei diritti, nonché di disciplina e organizzazione della professione forense, unitamente alla creazione di un canale di dialogo costante tra la politica e coloro che, vivendo ogni giorno nelle aule dei Tribunali, raccolgono le richieste di tutela che provengono dalla società.

La riaffermazione della centralità della tutela giurisdizionale dei diritti rispetto ai sistemi di risoluzione non giurisdizionale delle controversie, con particolare attenzione al potenziamento delle risorse per la Giustizia a carico della fiscalità.

La salvaguardia dell’indipendenza e dell’autonomia dell’Avvocatura, che ponga la professione forense al di fuori di una logica prettamente imprenditoriale e mercatista, invalsa negli ultimi quindici anni, con un’adeguata reintroduzione di una disciplina dei compensi professionali a tutela  della dignità del ceto forense, in linea con le indicazioni comunitarie (che ammettono i minimi inderogabili su tariffe sottoposte a controllo ministeriale).

Una riforma razionale della geografia giudiziaria, concertata e condivisa con l’Avvocatura, salvaguardando la giustizia di prossimità e contro l’abolizione dei Tribunali e delle Corti d’Appello.

Nel settore del diritto civile: l’attuazione di una riforma del processo civile, con garanzie della difesa, senza l’abuso dei riti sommari e con un limitato ricorso alla magistratura onoraria.

Nel settore del diritto penale: la riduzione dell’uso indiscriminato delle intercettazioni e la limitazione dell’uso dei riti a garanzie ridotte.

L’avvio di una seria riflessione sulla riforma della giustizia tributaria.

La separazione delle carriere della magistratura.