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I Creditori di Strindberg, tossiche relazioni di coppia

I Creditori di Strindberg, tossiche relazioni di coppia
I Creditori di Strindberg (foto: Federico Pitto)

Al Teatro Duse in corso fino al 28 marzo e successivamente a Prato dal 4 al 7 aprile.

Valide a tutt’oggi le domande che il testo pone sul genere e sulle relazioni. Ci si interroga sull’idea di potere, amore, manipolazione e debito che le persone hanno reciprocamente.

Una critica alla disuguaglianza di genere e all’ipocrisia, alla mascolinità tossica.

Ferite nasoste, dimenticate, che riemergono.  E portandole in superficie, si può iniziare a guarire.

Un testo ottocentesco proiettato nel 21°secolo. L’Autore Strindberg era considerato un misogino, ma questo testo pone alcune domande che probabilmente sono più importanti oggi di quanto non lo siano mai state.

Una donna è uscita dal matrimonio con un uomo più anziano, Gustav, e ha preso un’amante più giovane, Adolf, un artista di successo. Per l’epoca il testo è incredibilmente progressista e contiene una prospettiva rilevante su qual è il ruolo del matrimonio nella vita di una donna, su cosa significa per tutti noi, su come fanno le donne a raggiungere la libertà..

Lo spettacolo offre quindi un punto di vista sulle idee tradizionali del patriarcato e sul potere e su come oggi queste stiano cambiando; riguarda le tensioni tra questi elementi e il modo in cui essi interagiscono nel mondo di oggi.

Quando t’innamori totalmente di qualcuno desideri essere importante ai suoi occhi, vorresti essere consumato da lui o lei, e non c’è niente di sbagliato in questo. È completamente naturale.

Ma quando il desiderio rientra in ruoli di genere stereotipati, allora diventa pericoloso perché è influenzato dalla storia e dal potere.

Si rischia di vivere delle relazioni allucinate e distruttive, quando si abusa del proprio potere e  si perde la capacità di empatia verso l’altro.

Un dramma della crudeltà, questo, dello scontro violento tra vittime; coglie le contraddizioni che sono dentro di noi, affronta la questione di chi in una relazione è forte e di chi è debole, nonché la paura dell’uomo di essere sfruttato dalla donna.

Interpretato da Viola Graziosi, Rosario Lisma e Graziano Piazza e coprodotto con il Teatro Metastasio, è uno spettacolo rapido e incalzante, un gioco crudele espressionistico e simbolico. ELI/P.