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Gli autotrasportatori protestano per i disagi del settore

Tir fermi senza servizi

Sono sempre più gravi le condizioni di lavoro in cui versano gli autotrasportatori nell’emergenza coronavirus. Il loro impegno è importantissimo in quanto consente un regolare approvvigionamento alimentare e di materiali per la vita produttiva del Paese che sta continuando, seppur in maniera ridotta.

Lo sciopero generale del trasporto su gomma è stato indetto dal 14 al 16 aprile, mentre altre forme di protesta sono già state attuate da varie sigle del comparto. La chiusura di servizi in alcuni autoporti per provvedere alla sanificazione dei locali e la contemporanea chiusura di aree di sosta sta creando gravi disagi al comparto dell’ autotrasporto. Nel Ponente ligure sono sempre più lunghe le code a Vado Ligure ed al confine con la Francia.

“Siamo in una situazione pazzesca- dice Enzo Zerbone, un autotrasportatore di Albenga- Troviamo bar e ristoranti chiusi! Nelle fabbriche non ti fanno entrare nei bagni! Un vero caos! La settimana scorsa ho girato sempre e fatto code ed attese interminabili. Ho trascorso una sola sera a casa! Altrimenti sempre sul camion senza un rubinetto per lavarmi! Medici ed infermieri sono degli eroi. Però non fanno sacrificio solo loro! Un collega che porta alimentari stamattina si imbarcava per la Sardegna ed era molto preoccupato per questa situazione insostenibile. Anche alle frontiere facciamo code pazzesche. Viviamo una grave situazione. È un grande sacrificio non avere neppure la possibilità di lavarti e mangiare. Io mi porto da casa qualcosa e sto arrangiandomi con i fornelli da campeggio. A questo punto spererei che ci fermino, ma se si ferma l’economia forse è peggio del virus”.

La chiusura delle aree di sosta dunque non permette di espletare i propri bisogni fisiologici e lavarsi bene le mani per mantenere alto il livello di igiene. Le aree di sosta purtroppo sono diventate orinatoi a cielo aperto e la situazione se non risolta porterebbe ad altri problemi sanitari.

I camionisti sentiti in coda a Genova per l’ingresso in porto si lamentano per la mancanza delle mascherine di protezione di cui gli autotrasportatori dovrebbero dotarsi obbligatoriamente per entrare nei centri di carico e scarico delle merci, ma che non si trovano del modello prescritto.

Data la grave situazione alcune aziende di autotrasporto hanno già attuato nei giorni scorsi forme di sospensione del servizio e non hanno consegnato le merci.
In attesa dello sciopero del 14 aprile, altre forme di protesta sono ora allo studio da parte delle varie sigle del settore per fare in modo che la categoria possa essere messa nelle condizioni di lavorare adeguatamente.
CLAUDIO ALMANZI