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Giallo a Parigi, spunta l’ombra della darknet. Ma ex insegnante: soffriva per perdita mamma

Ventimiglia, Alessio Vinci (foto fb)

Spunt l’ombra della “darknet” dietro la morte dello studente modello ventimigliese Alessio Vinci, che a soli 18 anni è stato trovato morto venerdì sera in un cantiere a Parigi dopo una caduta da una gru alta 45 metri.

A 18 anni trovato morto in un cantiere a Parigi: giallo su cause del decesso

L’inquietante risvolto lo svelano due commenti a una foto su Instagram, lasciati dopo la sua morte. “Riposa in pace fratello incel” ha scritto l’utente Kainwziabai. “Un altro fratello incel ‘ucciso’ dalle donne. Riposa in pace”.

In sostanza, una “darknet” è una rete virtuale privata nella quale gli utenti si connettono solamente con persone di cui si fidano. Nel suo significato più generale, può essere qualsiasi tipo di gruppo chiuso e privato di persone che comunicano, ma il nome è spesso usato per reti di condivisione di file.

La scritta “incel” è un neologismo che sta per “involuntary celibates” dall’inglese celibi involontari.

Le persone che si autodefiniscono “incel” sostengono di non riuscire a trovare un partner sessuale nonostante ne desiderino uno in quanto rifiutati perché non attraenti. Una stranezza, che suscita più di un dubbio nel caso di un bel giovane in piena forma fisica, serio e molto intelligente come Alessio.

Tuttavia, salire su una gru è anche una delle prove richieste dal “blu whale” pericoloso e stupido gioco di coraggio, talvolta mortale, che spinge a prove estreme.

In ogni caso,  gli inquirenti francesi non escludono l’ipotesi di un’istigazione al suicidio e stanno accertando se in quel cantiere dove è avvenuta la tragedia sia andato da solo o in compagnia.

Il nonno del 18enne, con il quale è vissuto dopo la morte die genitori, ma anche gli amici e gli insegnanti di Ventimiglia non si dnano pace: “Non capisco perché abbia commesso un gesto del genere”.

Pare che il ragazzo si sia informato su come poter inviare una lettera dall’estero, in modo che fosse recapitata, un mese dopo la sua spedizione.

In un messaggio su Fb di una insegnante delle scuole medie, traspare la testimonianza della sofferenza del giovane per l’assenza della madre: “Alessio, sono profondamente addolorata. Ti ricordo alle medie…un ragazzo ed un allievo modello, studioso, intelligente, educato, umile, delicato e sensibile, buono e rispettoso con tutti…quanto ti piaceva lo sport e riuscivi bene in tutte le discipline! Voglio ricordarti felice quando giocavi con i tuoi compagni. Ti mancava la mamma, soffrivi in silenzio ma i tuoi begli occhi parlavano. Ho cercato di volerti bene come tutti i miei colleghi, le bidelle e tutti i tuoi compagni..credimi, era davvero facile volerti bene”.

Giuseppe Monticone, preside del liceo scientifico Aprosio di Ventimiglia, dove Alessio Vinci si era diplomato, in anticipo di un anno, con 100 e lode, ha definito Alessio Vinci uno “studente solare, capace di entrare in relazione con i compagni. Non abbiamo elementi che possano far pensare a un disagio”.