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Florovivaismo e Viticoltura alle corde per il coronavirus

I settori agricoli che l'anno passato avevano avuto un buon incremento quest'anno sono in grave crisi. La situazione di emergenza creatasi col Coronavirus è grave e richiede forti interventi governativi.

Una coltivazione di piante aromatiche

Grande preoccupazione nel mondo agricolo non solo della Piana di Albenga, ma anche di tutta la Liguria, per la crisi del settore innescata dall’emergenza coronavirus.

La Coldiretti chiede che vengano attivate misure urgenti, per i vari comparti, in particolare per il mercato delle piante, dei fiori e quello vitivinicolo. Varca i confini dell’Unione Europea più di un terzo dell’export agroalimentare Made in Liguria che era in aumento del 13% nell’ ultimo anno.

Ciò emerge da una analisi della Coldiretti La Spezia in occasione della chiusura delle frontiere esterne dell’Unione Europea che non deve ostacolare però la circolazioni delle merci.

Richieste al Governo per agricoltura, pesca e allevamento. Assessore Mai in prima linea

“Il principale cliente del Made in Liguria fuori dai confini comunitari – sottolineano alla Coldiretti – sono di gran lunga gli Stati Uniti nonostante l’applicazione dei dazi. Il prodotto più esportato è il vino, un settore che ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero ed una sospensione delle scadenze dei mutui, dei prestiti e delle bollette. È cominciata la campagna viticola: potatura, legatura, concimazione, et cetera e, nonostante una fortissima contrazione degli ordini che comporta mancato incasso e mancato guadagno, le imprese devono far fronte a tutte le spese necessarie per continuare a produrre”.

In questi giorni perciò si fa sentire sempre più forte il grido d’allarme di molte decine di imprese viticole delle varie province liguri che non sanno ancora per quanto tempo riusciranno ad andare avanti.

Florovivaismo ligure in ginocchio, assessore Mai chiede intervento immediato Governo

La Coldiretti ha chiesto un intervento urgente dell’assessore regionale Stefano Mai a favore del mondo agricolo, che si è già attivato e ha chiesto “l’intervento immediato” del Governo.

Come abbiamo già riportato oggi, inoltre, è stato presentato al Governo il documento di richieste delle Regioni italiane per sostenere i comparti agricolo, ittico e zootecnico. All’interno sono state recepite le proposte avanzate dell’assessore ligure all’Agricoltura e Pesca.

“ E’ necessario- dicono alla Coldiretti di Savona- sostenere questo importante settore produttivo. Ci vorrà una forte azione di responsabilità, al termine di questa emergenza, per favorire maggiormente la sintesi fra il comparto produttivo vitivinicolo e il comparto della ristorazione regionale, entrambi orientati a garantire ai consumatori locali e ai turisti, un’eccellenza dell’ agroalimentare Made in Liguria”.

Per gli operatori del settore agricolo è necessario chiedere alla Regione di prevedere interventi diretti, per i comparti in crisi, attraverso misure a sostegno delle imprese per garantirne la sopravvivenza, dichiarando anche lo stato di calamità naturale.

Ritardi, disdette e blocchi dei commerci con Francia, Olanda e Stati Uniti, hanno in pratica bloccato l’attività florovivaistica da Sanremo fino al Tigullio. Ad oggi risulta a rischio gran parte della produzione floricola ligure. E’ stata addirittura bloccata del 100%, la vendita di ranuncoli e di altri fiori recisi mentre sono fortemente rallentate le vendite di aromatiche e piante in vaso. Il settore florovivaistico locale, e tutta la filiera ad esso collegata, rischia così di andare in crisi se non si interviene urgentemente con misure a sostegno del settore, che vede l’80% della produzione Made in Liguria concentrata appunto in questo periodo.

“Il mercato dei fiori – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri ed il delegato confederale Bruno Rivarossa – sta subendo i contraccolpi dell’emergenza sanitaria in atto, e le conseguenze rischiano, nel tempo, di andare a compromettere la sopravvivenza di uno dei settori di punta dell’economia regionale ligure, che genera un fatturato annuo complessivo di circa 350 milioni di euro.

Purtroppo questa situazione di attesa nella fine emergenza, rischia di vanificare il costante lavoro e impegno dei nostri imprenditori che hanno permesso di avere a disposizione, come sempre in questo periodo, una fioritura completa e di qualità eccellente che purtroppo rischia di rovinarsi nell’arco dei prossimi dieci giorni. Se entro il mese le piante in vaso non verranno vendute, dovranno essere buttate come già avvenuto per la maggior parte dei fiori recisi del periodo.

Il Decreto Cura Italia ad ora non consente di fornire una concreta risposta al comparto, per tale motivazione riteniamo doveroso un intervento regionale di immediato supporto, vista la straordinarietà della problematica È per questo che, che come Coldiretti Liguria abbiamo richiesto formalmente alla Regione di prevedere interventi diretti e concreti per il comparto, ivi compreso lo stato di calamità naturale”.

Alle imprese insomma servirebbero misure urgenti ed immediate in termini di liquidità, possibilità di accedere a specifici finanziamenti oltre quanto previsto dal Decreto, con la necessità di estendere i provvedimenti per un periodo superiore in termini temporali rispetto a quanto previsto dal decreto.

“Il florovivaismo ligure – concludono Boeri e Rivarossa – è uno dei settori più conosciuti e amati a livello nazionale ed internazionale, e serve l’impegno di tutti per cercare di farlo uscire da questa crisi senza precedenti: anche in una situazione come quella che stiamo vivendo, è un settore che potrebbe fare la differenza, grazie alla forza degli imprenditori che producono fiori unici al mondo, di altissima qualità, richiesti ed apprezzati in tutti i Paesi”.
CLAUDIO ALMANZI