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Federmar: Niente accordo? Bloccheremo tutte le navi del Gruppo Onorato

Il traghetto Athara della Tirrenia

Oggi in Tribunale a Milano, si decidono le sorti della Tirrenia. L’appello di CIN al ministro Giorgetti

“A fronte del rischio di una mancata firma dei commissari di Tirrenia in AS e del Mise su un accordo per cui tutti i particolari economici sono già stati trovati, qualora la firma non arrivasse immediatamente, i marittimi e il personale di terra (del sindacato) Federmar Cisal, bloccheranno le navi di tutto il Gruppo Onorato. E’ inammissibile mettere a rischio seimila posti di lavoro e il futuro di altrettante famiglie per cavilli burocratici.” Lo scrive il segretario generale della Federmar minacciando il blocco della navigazione tra le isole e il continente.

Ma facciamo un passo indietro. Poche ore fa, Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione azienda del Gruppo Onorato Armatori, aveva fatto un appello al ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgiotti, affinché si arrivi ad un’intesa in extremis. Infatti, oggi, a Milano presso la sezione del Tribunale fallimentare, verranno decise le sorti di Tirrenia.

Dal canto suo il Gruppo Onorato aveva avanzato un piano di salvataggio con l’impiego di 144 milioni di euro in diverse tranche, grazie all’intervento del Gruppo Europa Investimenti e garantiti da un’ipoteca sulle navi.

Sembra, però, che le cose non vadano sul percorso giusto, benché l’offerta sia stata gradita dai Commissari di Tirrenia in Amministrazione Straordinaria.

Ciò metterebbe a rischio, il posti di lavoro di 6000 famiglie ma anche la solvibilità verso i debitori.

“Senza l’accordo di ristrutturazione di CIN – scrivono da Tirrenia Compagnia di Navigazione – Tirrenia in A.S., come sancito dall’Attestatore, primario professionista terzo ed indipendente, recupererebbe, forse, fra il 10% ed il 19% del proprio credito di 180 milioni di euro, quindi una cifra fra 18 e 34 milioni di euro, ma non subito fra diversi anni e senza alcuna garanzia.

La nostra offerta, accettata dai Commissari di Tirrenia in A.S. e supportata dall’intervento del Gruppo Europa Investimenti, primario investitore italiano, con un investimento di 63 milioni di euro, prevede il pagamento di 23 milioni di euro subito, di 20 milioni di euro nel corso del piano e di altri 101 milioni di euro entro il 2025, garantiti da ipoteche sulle navi, per un totale pari all’80% del credito ovvero 144 milioni di euro.

A quanto ci scrivono i Commissari, il Ministro del MISE, Giancarlo Giorgetti, avrebbe autorizzato l’accordo subordinatamente al rispetto di talune condizioni, alcune delle quali risultano ostative al rilascio dell’attestazione oltre che alla firma finale dell’accordo stesso perché evidenziano profili di palese illegalità esponendo Tirrenia in AS, CIN e l’investitore a rischio di commettere reati di bancarotta.

Non possiamo credere che, dopo aver raggiunto un accordo su un rimborso pari all’80% del credito con garanzie reali sulle navi, ampiamente capienti, il MISE abbia posto condizioni di questa gravità che non renderebbero possibile l’omologa del piano di risanamento da parte del Tribunale di Milano.”

“Siamo certi della buona fede del MISE – concludono da Tirrenia CIN e confidiamo in un suo immediato intervento risolutore considerato che in gioco c’è il futuro di 6.000 famiglie ed anche il credito di Tirrenia in AS. L’accordo è pronto per la firma.”