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Conferenza tossicodipendenze, Pd attacca giunta Toti: associazioni non coinvolte

Consigliere regionale Pippo Rossetti (foto di repertorio)

“Non mi stupiscono le lamentale di alcune associazioni del territorio che affermano di essersi sentite escluse da un incontro che dà spazio alle istituzioni e ai tecnici, e non coinvolge chi ogni giorno è impegnato sul campo.

Eppure, quando in consiglio regionale a ottobre avevo sollevato la questione con un’interrogazione in cui chiedevo all’assessora Ilaria Cavo di impegnarsi presso il Governo affinché tutte le straordinarie esperienze genovesi che si occupano di prevenzione della tossicodipendenza e del recupero fossero coinvolte, l’assessora ha assicurato che sarebbero state inserite nei tavoli e che avrebbe condiviso il programma in consiglio regionale.

Ma niente di tutto questo è stato fatto. E non si può ritenere sufficiente la presenza al tavolo di uno o due esperti per dire che le associazioni e gli operatori sono stati coinvolti”.

Lo ha dichiarato oggi così il consigliere regionale del Partito Democratico Sergio “Pippo” Rossetti dopo aver letto sui giornali le polemiche sorte intorno alla Conferenza nazionale sulle tossicodipendenze.

“Dopo tanti anni – ha aggiunto Rossetti – considero molto positivo che si torni a parlare di tossicodipendenze e che lo si faccia a Genova, ma è stata un’occasione in parte persa, per due motivi.

Primo perché una conferenza sulle tossicodipendenze non può essere solo un tavolo di lavoro tra esperti e politici, il problema è culturale e sociale e va affrontato a partire dalla costruzione di comunità educanti.

Secondo, perché è stata un’occasione persa anche per il Comune di Genova che avrebbe potuto approfittare di questo importante evento per aprire una discussione con tutti gli attori che lavorando con i giovani si pongono il tema della prevenzione.

Mi sarei aspettato un forum cittadino dove rinsaldare le relazioni e le collaborazioni tra i Serd della Asl, le comunità, le scuole, le parrocchie, le associazioni sportive, per capire il fenomeno a Genova, creare sinergie per intervenire in modo precoce dove il problema si consolida. Un vero progetto giovani, che non c’è, sarebbe potuto scaturire da questo incontro”.