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Centro storico, spaccio di droga: richiesta rinvio a giudizio per 11 profughi africani

Carabinieri (foto d'archivio)

Nel 2021 i carabinieri di Genova hanno avviato un’attività di indagine focalizzata sullo spaccio di sostanze stupefacenti nel Centro storico a  seguito dei numerosi esposti presentati sia dal personale dell’A.M.T. e sia da impiegati e genitori dei frequentatori di un istituto scolastico vicino alla Stazione dell’Arma di Ge-Maddalena.

Gli accertamenti hanno quindi consentito di accertare che, nonostante la quotidiana vigilanza delle Forze dell’Ordine e dello stesso personale AMT, che pattugliano internamente ed esternamente la stazione della metropolitana, l’attività di spaccio proseguiva ininterrottamente, favorita da numerosi stranieri che, pur non prendendo attivamente parte agli scambi delle dosi di droga, stazionano nell’area avvisando gli spacciatori e gli acquirenti della presenza di eventuali “disturbatori”.

Gli investigatori hanno inoltre riscontrato la presenza di un’organizzazione stabilmente insediata in una ristretta area del Centro storico, nota per essere in sostanza una “piazza di spaccio” a cielo aperto.

Nel corso delle indagini, svolte con servizi di pedinamento, osservazione e analisi delle immagini di telecamere di videosorveglianza, i carabinieri sono riusciti a identificare complessivamente 11 persone, tutte di origine centrafricana ed entrate in Italia con regolare visto per richiedenti protezione internazionale.

Questi stranieri non svolgono attività lavorativa, risultano spesso anagraficamente residenti fuori dalla città di Genova e sono risultati avere costantemente a disposizione vari tipi di sostanza stupefacente (hashish, cocaina, crack, eroina).

L’attività, nonostante i numerosi sequestri e arresti in flagranza di reato, non è mai cessata del tutto e ha visto sempre l’avvicendarsi di “nuove leve” che sostituiscono gli spacciatori di droga denunciati o arrestati.

Il modus operandi riscontrato è risultato quasi sempre lo stesso.

Lo spacciatore aggancia l’acquirente nelle vie limitrofe e lo indirizza verso il luogo ritenuto più sicuro, tendenzialmente sulle scale di accesso alla stazione della metropolitana, per poi fingere di parlare al cellulare e tenere sotto controllo l’area.

Poi giunge anche una seconda “vedetta” che si posiziona in modo da poter controllare al meglio la zona, segnalando poco dopo con un gesto eloquente la possibile presenza di operatori delle Forze dell’ordine.

Altro sistema per la cessione delle dosi utilizzato dai pusher con acquirenti di sesso femminile.

La donna consegna il denaro e lo scambio dello stupefacente avviene passandolo di bocca in bocca.

L’altro giorno la Procura di Genova, condividendo le risultanze delle indagini dei carabinieri della Compagnia Genova-Centro, ha richiesto al giudice per le indagini preliminari il rinvio a giudizio di tutti gli 11 indagati, già denunciati o arrestati dai militari.