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Carlo Felice: l’atteso  ritorno di Manon Lescaut

Carlo Felice: l'atteso  ritorno di Manon Lescaut
Carlo Felice: l'atteso  ritorno di Manon Lescaut

Ritorna al Carlo Felice, dopo 14 anni di assenza, in un allestimento in coproduzione tra Fondazione Teatro Carlo Felice, Teatro San Carlo Napoli, Teatro Liceu Barcellona, Palau de les Arts Reina Sofía Valencia, il dramma lirico in quattro atti “Manon Lescaut” di Giacomo Puccini, su libretto di Domenico Oliva e Luigi Illica.

Il  debutto sarà venerdì 25 marzo 2022 alle ore 20.00 (repliche il sabato 26, domenica 27 marzo e venerdì 1, sabato 2, domenica 3 aprile). L’opera è dedicata alla memoria del grande soprano pesarese Renata Tebaldi, nel 1961 protagonista di una leggendaria Manon Lescaut al Teatro Margherita di Genova, in occasione del centenario della sua nascita.

La rappresentazione sarà preceduta da due conferenza illustrative a ingresso libero, in programma sabato 19 marzo alle ore 16.00 all’Auditorium Montale, Manon Lescaut.

Carlo Felice: l’atteso  ritorno di Manon Lescaut

Opera di passione e melodia, a cura di Roberto Iovino, in collaborazione con Amici del Teatro Carlo Felice e del Conservatorio Niccolò Paganini, e mercoledì 23 marzo 2022, ore 17.45, nel I Foyer del Teatro Mi chiamano Manon.

Il primo, grande personaggio pucciniano, a cura di Ida Merello e Davide Mingozzi.

Al Teatro Regio di Torino, il 1 febbraio 1893, Puccini raggiungeva il suo primo successo con Manon Lescaut. Un rischio, dato che il fortunato romanzo dell’abate Prévost era già stato trasformato in opera da Massenet, con successo, nove anni prima.

Ma il trentacinquenne Puccini era già  consapevole del suo talento e non temeva il confronto: «Massenet lo sente da francese – disse a proposito del soggetto –, con la cipria e i minuetti, io lo sento da italiano, con passione disperata».

Monica Zanettin

E infatti l’anno dopo Manon trionfò anche al Covent Garden di Londra.  George Bernard Shaw scrisse: «Puccini mi sembra che, più di qualsiasi altro suo rivale, sia il più probabile erede di Verdi». Questa Manon parlerà soprattutto al pubblico di oggi, spingendoci  a riflettere sulla contemporaneità: qui Manon infatti, è un’emarginata, una migrante  che non ce la farà.

L’opera inizia con la rievocazione di Des Grieux, anziano, nel 1954, della storia d’amore che l’ha condotto a fuggire in America, a seguito dell’amata deportata, là dove la storia di Manon finisce, “in una landa desolata ai confini con New Orleans”, che nell’attuale versione  diventa il reparto quarantene di Ellis Island, alle porte di New York, nel centro di smistamento degli immigrati in arrivo dall’Europa.

«Ospitare in Manon Lescaut i più grandi interpreti vocali della scena internazionale – afferma il Sovrintendente Claudio Orazi – tra cui Maria José Siri e Marcelo Álvarez,con la direzione di Donato Renzetti, direttore emerito del Teatro Carlo Felice, per la regia di Davide Livermore ripresa da Alessandra Premoli, è una parte fondamentale della mission della Fondazione, in questa fase di progressivo ritorno alla normalità.

Il Teatro Carlo Felice ha riaperto le sue porte alla città con un cartellone che accosta capolavori di Donizetti, Puccini, Verdi ad alcune perle nascoste nelle pieghe della storia, dal Settecento di Pergolesi al Novecento di Bernstein, e della Civiltà musicale genovese, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni di spettatori che, grazie all’iniziativa Studenti all’Opera, possono beneficiare gratuitamente di un abbonamento alla nostra stagione».

“Manon Lescaut” è il primo grande successo di Puccini. È l’opera in cui  l’amore prevale e trionfa, anche se finisce tragicamente ” come racconta il direttore Donato Renzetti.

“È un’opera attualissima, perché  oggi come allora chi ha il potere  e denaro domina. Puccini modificò la partitura a più riprese e approvò  numerose revisioni del libretto: quindi in fondo, il vero librettista di Manon Lescaut, dopo gli interventi di Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Domenico Oliva, Luigi Illica, Giuseppe Giacosa, Giulio Ricordi è lo stesso Puccini.

La musica è caratterizzata da un’orchestrazione densa ma raffinata, dall’utilizzo di tecniche antiche, come nel caso del madrigale nel secondo atto, a evocare la società aristocratica settecentesca. Manon chiude così l’epoca del melodramma verdiano, ma allo stesso tempo il filo diretto che la unisce a Tosca lascia presagire l’ingresso del dramma lirico nel Novecento storico».

«Come tutte le partiture di Puccini – spiega il regista Davide Livermore – Manon Lescaut è difficilissima da collocare in un altro momento storico o ad altra geografia. Cionondimeno, ho sentito l’esigenza di rendere contemporanea una materia che a suo tempo lo era per come era stata scritta.  Puccini ambienta la morte della protagonista in un deserto in Louisiana che nella realtà non esiste.

Mi piace pensare, data la conoscenza che Puccini aveva di quella terra, che in realtà questo sia stato il suo modo di invitarci ad una lettura più approfondita di questa scena, dove Manon muore “sola, perduta e abbandonata”, in uno stato di prostrazione morale che quella “landa desolata” vuole evocare.

La storia di Manon è ambientata nel 1893, a pochi giorni dall’apertura della struttura di accoglienza per gli immigranti dello stato di New York: l’anno in cui l’opera di Puccini è stata scritta, quindi non nell’ambientazione settecentesca originaria.

Ma l’inizio dell’opera avviene, come in un prologo, prima della musica, in un futuro possibile dove Des Grieux vive una delle vite che certamente avrebbe potuto vivere: siamo nel 1954 nella sala della quarantena di Ellis Island, Des Grieux è diventato americano, è ormai un uomo anziano, e nell’anno della chiusura del centro torna là dove Manon è morta, tra migliaia di altri emigranti europei, italiani, polacchi, irlandesi, ebrei: in una parola, noi.». ELI/P.

Manon Lescaut

Maestro concertatore e direttore Donato Renzetti

Regia Davide Livermore ripresa da Alessandra Premoli

Scene Giò Forma e Davide Livermore

Costumi Giusi Giustino

Luci Nicolas Bovey

Videodesign D – Wok

Personaggi e interpreti principali:

Manon Lescaut: Maria Josè Siri/Monica Zanettin (26/3 – 2/4)
Renato Des Grieux: Marcelo Álvarez/Riccardo Massi (27/3 – 3/4)

Francesco Pio Galasso (26/3 – 2/4)
Lescaut Stefano Antonucci/Enrico Marabelli (26/3 – 2/4)
Geronte di Ravoir  Matteo Peirone
Edmondo  Giuseppe Infantino
L’oste  Claudio Ottino
Il maestro di ballo  Didier Pieri
Il musico  Sandra Pastrana
Il sergente degli arcieri  Matteo Armanino
Il lampionaio  Didier Pieri
Un Comandante di marina  Loris Purpura

Orchestra, Coro e Tecnici del Teatro Carlo Felice

Maestro del coro Francesco Aliberti

Biglietteria del Teatro Carlo Felice

da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 18.00, il sabato dalle 10.00 alle 16.00info: biglietteria@carlofelice.it

Tel. + 39 010 5381 433 – 334