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Accattonaggio molesto, applicato decreto Salvini: sequestro falsi cartelli e soldi a rom

Questuante per strada (foto di repertorio)

Accattonaggio molesto, applicato per la prima volta in Liguria il decreto Salvini.

Una questuante romena, già conosciuta dalle Forze dell’ordine e dedita alla questua che praticava infastidendo e molestando pesantemente i passanti con fare a tratti aggressivo, ieri è stata fermata a Ventimiglia e denunciata dalla Polizia ai sensi del nuovo reato di esercizio molesto dell’accattonaggio.

La nomade rom risulta con diversi precedenti, tra i quali anche resistenza a pubblico ufficiale, oltre a un recente foglio di via obbligatorio firmato dal questore di Imperia.

Domenica mattina, in via Cavour, l’ennesimo episodio: la donna è stata nuovamente segnalata a chiedere l’elemosina con fare molesto e aggressivo.

A quel punto è intervenuta la polizia che l’ha denunciata per accattonaggio molesto, sequestrandole il denaro raccolto fino a quel momento, 20 euro, e alcuni cartelli utilizzati con false scritte per impietosire i passanti poiché strumentali all’illecita attività.

Ora sono in corso le procedure amministrative per il suo rimpatrio, analogamente a quanto avvenuto in passato per i mendicanti che molestavano i passanti sotto i portici di Oneglia, a Imperia.

Gli agenti sono intervenuti applicando il nuovo art 669bis del codice penale, introdotto dall’art 21-quater della Legge n. 132/2018, il quale prevede che “salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque esercita l’accattonaggio con modalità vessatorie o simulando deformità o malattie o attraverso il ricorso a mezzi fraudolenti per destare l’altrui pietà, è punito con la pena dell’arresto da tre a sei mesi e con l’ammenda da euro 3.000 a euro 6.000. E’ sempre disposto il sequestro delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere l’illecito o che ne costituiscono il provento”.