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Aurore boreali in Liguria: la tempesta geomagnetica colora i cieli tra Genova e Ponente

Aurore boreali in Liguria: la tempesta geomagnetica colora i cieli tra Genova e Ponente
L'aurora boreale

Uno spettacolo raro nel cielo ligure

Un bagliore rosato e violaceo ha illuminato il cielo della Liguria nella notte tra l’11 e il 12 novembre 2025. A causarlo è stata una tempesta geomagnetica di classe G4, tra le più intense degli ultimi anni, che ha reso visibile l’aurora boreale anche a latitudini insolitamente basse. Dalle alture di Genova fino alla Riviera di Ponente, i cittadini hanno osservato e fotografato il fenomeno, che ha trasformato per qualche ora l’orizzonte marino in un panorama da Nord Europa.

L’evento era già avvenuto ad ottobre dell’anno passato

Secondo gli esperti della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), la tempesta è stata provocata dalla fusione di due espulsioni di massa coronale — le cosiddette CME “cannibali” — provenienti da una grande macchia solare identificata come AR4274. Queste emissioni di plasma hanno investito la Terra con un’intensità tale da generare perturbazioni magnetiche capaci di estendere la fascia delle aurore fino al Mediterraneo.

Le osservazioni in Liguria: da Genova a Imperia il cielo si tinge di rosso

Lo spettacolo è stato osservato chiaramente lungo la costa e nelle zone collinari dove il cielo era più limpido. A Genova, in particolare nelle aree collinari tra Righi e Sant’Ilario, diversi fotografi amatoriali hanno immortalato le sfumature rosse e verdi che per alcuni minuti hanno attraversato il cielo notturno. Anche in Riviera di Ponente, da Savona a Imperia, il fenomeno è stato visibile a occhio nudo, soprattutto nei tratti lontani dalle luci cittadine.

L’Osservatorio Astronomico del Righi ha confermato che la tempesta geomagnetica ha raggiunto picchi di intensità tali da consentire la visibilità dell’aurora persino lungo la costa tirrenica. “Un evento così intenso non si verificava da decenni – spiegano gli esperti – ed è stato favorito anche dalle condizioni meteorologiche stabili e dai cieli sereni sul Nord-Ovest”.

Un brillamento del sole (fonte NOAA)

Una “CME cannibale” in arrivo dal Sole

La tempesta geomagnetica che ha colpito la Terra è stata innescata da un potente brillamento solare di classe X5.1, il più forte registrato nel 2025. L’esplosione ha scagliato nello spazio due onde di plasma che, fondendosi, hanno dato origine a una CME cannibale, una nube di particelle in grado di alterare profondamente il campo magnetico terrestre.

Queste condizioni hanno permesso la formazione delle aurore boreali anche a latitudini inusuali come quelle della Liguria, dove normalmente il fenomeno è invisibile. Le particelle cariche emesse dal Sole, entrando in contatto con l’atmosfera, eccitano gli atomi di ossigeno e azoto producendo luce visibile in varie tonalità, dal verde smeraldo al rosso porpora.

Effetti collaterali della tempesta geomagnetica

Oltre allo spettacolo nel cielo, la tempesta di categoria G4 ha avuto anche conseguenze tecniche. Secondo i dati del Centro di Previsione del Meteo Spaziale della NOAA, sono stati segnalati disturbi radio temporanei e interferenze nei sistemi GPS in diverse aree d’Europa, anche se non sono stati registrati blackout elettrici in Italia.

L’esperto Mirko Piersanti, docente di Fisica dello spazio all’Università dell’Aquila, ha spiegato che “tempeste di questa intensità possono generare correnti geomagnetiche in grado di disturbare le reti elettriche o i satelliti, ma nel caso della Liguria l’effetto più evidente è stato un meraviglioso spettacolo naturale”.

Il fenomeno potrebbe ripetersi

Gli astronomi avvertono che l’attività solare resta elevata: la macchia AR4274 continua a mostrare segni di instabilità e una terza espulsione di massa coronale potrebbe raggiungere la Terra entro la notte tra il 12 e il 13 novembre. Se le condizioni lo permetteranno, l’aurora boreale potrebbe tornare visibile anche sopra i cieli liguri, offrendo una nuova opportunità per osservare un fenomeno che appartiene più comunemente alle regioni artiche.

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