Home Politica Politica Genova

Ugolini: cinghiali nel Bisagno morti per PSA. Dubbi su avvelenamento

Decreto anti Covid-19, c'è chi se ne frega e dà da mangiare ai cinghiali
Cinghiali nel Bisagno a Genova (foto d'archivio)

“I cinghiali stanziali nel Bisagno stanno morendo a un ritmo allarmante da settembre 2023. Oggi scopriamo che erano affetti da Peste suina africana. Peccato che ci sia voluta una nostra specifica interrogazione per scoprirlo e apprendere che l’Asl3 Genovese sta effettuando da allora indagini del caso.

Francamente, non si capisce perché Regione Liguria non abbia ritenuto opportuno comunicare subito alla cittadinanza preoccupata gli esiti delle diagnosi effettuate sulle carcasse e soprattutto perché si sia fermata alle prime indagini.

E non si capisce perché l’assessore regionale alla Sanità Angelo Gratarola abbia scelto di buttarla in polemica. La nostra interrogazione andava in questa direzione: chiedere per informare”.

Lo ha dichiarato oggi il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini.

“Dalla risposta dell’assessore si evince che le indagini non sono state approfondite – ha aggiunto Ugolini – perché non hanno infatti appurato, al di là di ogni dubbio, che i cinghiali siano morti solamente a causa della Psa.

Ad ammetterlo è stato lo stesso assessore, quando ha dichiarato che poiché ‘la sintomatologia di un eventuale avvelenamento con anticoagulanti o rodenticidi risulta sovrapponibile con la sintomatologia dell’infezione da Peste suina africana nei suidi selvatici, ma considerando gli esiti delle analisi e il contesto epidemiologico, l’Asl3 non ha reputato necessario formulare alcun sospetto avvelenamento nei cinghiali rinvenuti morti presso il greto del torrente Bisagno, essendo risultati infetti da Psa.

Grave, quindi, che non si sia ritenuto doveroso completare le indagini per escludere un avvelenamento da anticoagulanti o rodenticidi”.

Ricordo all’assessore che, con un’ordinanza ministeriale del 9 agosto 2023 sono state prorogate le norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati. L’ordinanza è chiara e recita: il fenomeno degli avvelenamenti, oltre a rappresentare un rischio per animali domestici e selvatici, costituisce un grave pericolo per l’ambiente e per l’uomo, in particolare per i bambini. La disseminazione incontrollata di esche e sostanze tossiche è utilizzata, soprattutto in alcune aree del Paese e in alcuni periodi dell’anno, come strumento doloso per uccidere animali vaganti”.