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Ugo Chyurlia un Maestro del Novecento da riscoprire

Grande maestro del colore ha sperimentato diverse tecniche ed ha saputo cogliere le più significative esperienze ispirandosi a varie correnti fino a raggiungere l'eccellenza nell'arte religiosa della quale è considerato, soprattutto in Canada, massimo esempio.

Una delle due opere (Foto Daros, collezione privata)

SAVONA – 2 LUG. Aveva iniziato a dipingere quando il Futurismo era di gran moda. Di origini baresi, si diplomò nel 1932, a soli 21 anni, all’ Accademia di Belle Arti di Venezia. Ugo Chyurlia (Bari,1911- Ottawa,1983) era divenuto nei primi anni Trenta uno degli artisti Futuristi più promettenti della propria generazione. Purtroppo, prima la guerra, e successivamente la prigionia, interruppero la sua ascesa. Dedicatosi all’ incisione ed all’acquerello, divenne anche abile illustratore. Molto note le sue illustrazioni al volume “Al prigioniero che torna” del 1946, edito dal Ministero dell’Assistenza postbellica.

Sono dei primi anni Cinquanta le collettive dell’USAIBA (Unione Sindacale Artisti Italiani Belle Arti) che lo riporteranno in voga, insieme alla straordinaria mostra “L’arte nella vita del Mezzogiorno d’ Italia”, a Roma nel 1953, che lo vide fra gli artisti più osannati, tanto da essere invitato, due anni più tardi, alla Quadriennale romana. Certamente fu l’esperienza della prigionia che fece maturare in lui le ragioni che lo portarono a mutare profondamente stile e poetica: fu così che passò dalla prediletta tecnica (olio su tela) alla tecnica mista, al collage, fino al mosaico, che rappresenteranno il suo approdo finale, soprattutto nelle grandi opere realizzate nelle più grandi chiese del Canada, il Paese nel quale si traferì e dove morì nel 1983.

“Sintetizzare la sua arte è assai arduo- spiega il noto scrittore Armando D’Amaro,collezionista ed esperto d’arte- tante sono state le definizioni della critica che lo hanno riguardato come “pittore pugliese”, “artista veneto”, “maestro futurista”, “mirabile illustratore”, “straordinario artista del collage”, “artista canadese”, “artista religioso”. E sono probabilmente proprio queste tre ultime definizioni quelle che rappresentano forse meglio la sua importante produzione artistica: quella realizzata, a partire dagli anni Settanta,fino alla sua morte, prima in Italia e poi in Canada”.

Proprio relative a questo ultimo periodo vi segnaliamo due opere poco cocnosciute, ma significative, che appartengono ad una collezione privata (Nella Foto Daros una delle due opere). Si tratta di due deliziosi e coloratissimi collages dedicati a Napoli ed alle sue maschere tipiche della Commedia dell’Arte. Negli ultimi anni vissuti in Canada Chyurlia è divenuto uno dei più importanti maestri legati a temi religiosi, decorando, illustrando e progettando alcune fra le più belle Chiese del Paese.
CLAUDIO ALMANZI