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Strage Acca Larentia: 40 anni dopo 10mila saluti romani contro l’odio comunista

Strage di Acca Larentia, 7 gennaio 1978 – 7 gennaio 2018: “Onore ai Camerati caduti, assassinati dall’odio comunista”.

Oggi circa diecimila persone hanno partecipato alla commemorazione dell’agguato avvenuto durante gli anni di piombo presso la sede di una sezione romana del Movimento Sociale Italiano.

Una folla ordinata. Diecimila braccia alzate all’unisono, che hanno fatto il saluto romano in memoria dei giovani studenti “martiri missini” e “per tutti i Camerati caduti”. Presente anche una delegazione dalla Liguria.

Caddero in tre, figli di operai e impiegati, del tutto inermi e falciati dai proiettili: Franco Bigonzetti (19 anni) Francesco Ciavatta (18 anni) Stefano Recchioni (20 anni). Quest’ultimo fu poi ucciso durante il caos delle immediate mobilitazioni di protesta che seguirono all’attentato rivendicato dai gruppo terrorista di estrema sinistra “Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale”.

Una delle armi utilizzate nel vile agguato contro i militanti del Fronte della Gioventù, una mitraglietta Skorpion, fu trovata nel 1988 in un covo delle BR a Milano.

Gli assassini di Bigonzetti e Ciavatta sono rimasti impuniti. Infatti, la magistratura italiana non ha mai condannato i colpevoli.

Inoltre, i fatti sull’uccisione di Recchioni non sono stati ancora ufficialmente chiariti perché l’allora capitano dei Carabinieri messo sotto accusa fu scagionato e anche oggi ha continuato a dichiararsi innocente inviando una dettagliata lettera aperta al quotidiano Il Tempo: “Sono convinto che quei tre giovani non abbiano neanche avuto un minimo di giustizia”.