Home Cronaca Cronaca Imperia

Sappe su Valle Armea: agenti delegittimati

Carcere Sanremo, Alberto Scagni picchiato e torturato da detenuti
Carcere Valle Armea a Sanremo (foto di repertorio)

Il Sappe, sindacato di Polizia Penitenziaria, in merito al carcere di Sanremo è in contrasto con l’attuale dirigenza.

“Cresce – spiega il segretario del Sappe – il malessere da parte della polizia penitenziaria di Valle Armea, che si sente umiliata e sfiduciata dai vertici dell’istituto.

A parere del SAPPe parrebbe vi siano delle infrazioni relazionate dagli agenti nei confronti di detenuti arroganti ed insofferenti al rispetto delle regole, tra le quali detenuti resisi protagonisti di azioni violente come aggressioni al personale o risse, e parrebbe che raramente vengono sottoposti a procedimento disciplinare, atto molto grave che invece di educare il detenuto al rispetto delle regole e del lavoro svolto dalla Polizia Penitenziaria, ne legittima il comportamento”.

“Ci auspichiamo – dichiara il Sappe – che non lo sia ma se così fosse ci troviamo di fronte ad una sorta di impunità nei confronti di detenuti violenti, determinata perché i procedimenti vengono archiviati per scadenza termini.

Il SAPPe punta il dito verso i vertici della Direzione che nulla organizzano per far si che i detenuti riottosi e violenti siano giustamente sanzionati. E’ strano ammetterlo purtroppo, ma agli occhi del personale, questo dà la sensazione di essere alla mercé dei detenuti”.

Diversa misura, secondo il Sappe, viene applicata nei confronti degli agenti che verrebbero sanzionati. “

Secondo quanto sostiene il Sappe verrebbero applicati “Due pesi e due misure”, con “i detenuti che aggrediscono, insultano e minacciano possono aspettare, meglio punire gli agenti, soprattutto se rappresentanti sindacali”.

“A Sanremo – conclude il Sappe – vogliamo vederci chiaro ed auspichiamo una maggiore attenzione anche da parte dei rappresentanti delle istituzioni e dei parlamentari locali. La dignità del lavoro del Poliziotto Penitenziario non ha paragoni, le vite umane salvate dai nostri colleghi, hanno nome e cognome ma nessuno ne parla.”