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Presidio dei portuali al varco Etiopia contro la nave saudita Bahri Yambu

Presidio dei portuali al varco Etiopia contro la nave saudita Bahri Yambu
Le armi fotografate dagli attivisti del Calp

Protesta contro il transito di armi: traffico a rischio su lungomare Canepa

Cresce la mobilitazione dei portuali genovesi contro il transito di armamenti nel porto di Genova. Il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali (Calp) ha annunciato un presidio al varco Etiopia, in programma questa mattina alle ore 8, per bloccare il carico di armi a bordo della nave Bahri Yambu, battente bandiera saudita.

La protesta potrebbe generare disagi alla circolazione sul lungomare Canepa, dove si attendono numerosi partecipanti, tra attivisti, lavoratori e sindacati.

“A bordo un arsenale senza precedenti”: la denuncia del Calp

Secondo quanto denunciato dai portuali, durante alcune verifiche effettuate direttamente al terminal GMT, sarebbero stati documentati a bordo della nave saudita sistemi d’arma, esplosivi e munizioni, in quantità giudicate “rare” per operazioni di questo tipo. I carichi, riferisce il Calp, sarebbero destinati al Medio Oriente.

Uno degli oggetti al centro della polemica sarebbe un cannone Oto Melara prodotto a La Spezia, che la Bahri Yambu dovrebbe trasferire verso un cantiere Fincantieri ad Abu Dhabi.

I portuali: “Le parole non bastano più”

Il collettivo ha pubblicato foto e video del presunto arsenale, scattati prima dell’intervento degli agenti della Delta, che avrebbero cercato di far cancellare il materiale raccolto. Tuttavia, parte della documentazione è stata salvata e diffusa online come testimonianza.

«Se volevate farci arrabbiare, ci siete riusciti», si legge in un post pubblicato dal Calp. «Le parole iniziano a non bastare più. Ci vediamo domani mattina, alle 8, in presidio a Ponte Etiopia. Vedremo lì come andrà».

La richiesta: stop all’invio di armi nei porti italiani

La protesta dei portuali è sostenuta da diverse sigle sindacali e da gruppi pacifisti, che tornano a chiedere l’applicazione della legge 185/1990, che vieterebbe l’esportazione di armamenti verso Paesi in conflitto. Secondo i manifestanti, il transito della Bahri Yambu rappresenta una grave violazione etica e politica.

Il clima si fa sempre più teso e il presidio annunciato per domani potrebbe rappresentare solo la prima di una nuova serie di azioni volte a contrastare il traffico di armi nei porti italiani.

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