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Tragedia in Albania. Muore donna genovese in incidente con scooter

Incidente a Pieve ligure

Tragedia italiana in Albania. Una turista genovese Maria Sedda, di 64 anni, è morta ieri in un incidente stradale in Albania, nella zona balneare di Saranda nel sud del Paese balcanico a sud della Baia di Valona, tra le più attrattive per le bellezze paesaggistiche e marine. Il marito, Giuseppe Sciutto, di 63 anni, è rimasto gravemente ferito.

A dare la notizia la polizia albanese attraverso un comunicato.

La coppia di Genova viaggiava a bordo di uno scooter Piaggio, presa a noleggio, che ha impattato contro un’auto impegnata in una manovra di sorpasso. Sciutto è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Saranda, ma non si hanno notizie certe sul suo stato di salute.

L’incidente è’ successo alle 11 del mattino sulla strada Sarande-Butrint, nella zona che si chiama “Kanali i Cukes”,nella regione dell’Epiro tra le più belle aree a nuova vocazione turistica del Paese delle Aquile poco lontano dal confine con la Grecia.

Marcello Di Meglio

Accoltellamento in piazza Manzoni nei pressi chiosco del Civ | Foto

Accoltellamento in piazza Manzoni nei pressi chiosco del Civ

Un accoltellamento tra nordafricani si è verificato poco fa, intorno alle 20 in piazza Manzoni nei pressi del chiosco del Civ.

Sembra che dapprima ci sia stata una lite tra i due che, forse alterati dal consumo di alcol, è degenerata fino ad arrivare all’accoltelllamento.

Sul posto due pattuglie delle volanti e i mezzi di soccorso.

Ancora poco chiara la dinamica dei fatti, ma con la visione dei filmati delle telecamere di zona sarà più facile da capire.

La zona dell’accoltellamento è stata delimitata dal nastro della polizia. (nelle foto di LN: la zona delimitata dalla polizia dov’è avvenuto l’accoltellamento e le volanti della polizia).

Seguono aggiornamenti

Genova: ideate azioni per sveltire il trasporto e turismo

Ponte Morandi a Genova

Si è svolto oggi, 24 agosto l’incontro organizzato da Anci e l’ente Regione Liguria per illustrare ai sindaci le azioni ideate dalle istituzioni e mirate al superamento delle criticità legate al crollo del Ponte Morandi nei settori trasporti e turismo. I primi risultati predisposti, come richiesto dai sindaci:

Linea ferroviaria Savona-Sestri Levante con treni ogni 20 minuti nei feriali e ogni mezz’ora nei week-end e festivi, incluse fermate a Varazze, Cogoleto e Arenzano;
Linea Genova Voltri-Genova Nervi con treni ogni 15 minuti sempre;
Bus navetta centro città-stazione ferroviaria a Diano Marina, Imperia e Andora;
Potenziamento del servizio navebus Pegli-Porto Antico con 14 corse giornaliere;
Nuovo capolinea Pra ATP per interscambio;
Biglietto integrato per la Valle Stura, in definizione anche per le altre zone della Città Metropolitana di Genova.
Impegni di strategia;
Il superamento di una ferrovia rimasta ottocentesca nel Ponente;
La creazione di tratti importanti di Aurelia bis.

«Quella di oggi è stata una riunione molto partecipata, erano presenti sindaci provenienti da ogni angolo della regione – afferma Pierluigi Vinai, direttore generale ANCI Liguria – abbiamo constatato la soddisfazione di tutti rispetto al lavoro che si sta svolgendo e l’apprezzamento per l’esempio positivo che sta dando la coppia Toti-Bucci».

«Nonostante il grave danno provocato dal crollo del ponte Morandi – commenta Gianni Berrino, assessore regionale ai Trasporti e Turismo – non dobbiamo pensare che la Liguria sia divisa in due perché Genova e il Levante restano facilmente raggiungibili da chiunque, e penso ai turisti, e le nostre bellezze sono rimaste intatte».

Numerose le istanze dei Comuni a cui le Istituzioni hanno saputo dare subito attuazione, e gli impegni di strategia da attuare. «Dall’incontro sono emersi anche una serie di impegni di strategia – afferma il vicepresidente Luigi Pignocca, sindaco di Loano (Sv) – che consentiranno, a regime, di ottenere risultati da tanto tempo attesi, per far sì che la Liguria sia sempre terra meta di turismo e non vi sia la percezione del tutto errata che sia isolata o difficilmente raggiungibile». ABov

La leggenda di Shakleton alle chiatte del Porto Antico

Porto Antico, riaperta al pubblico l’Isola della chiatte
L’Isola della chiatte al Porto Antico

“Il mare sorride in lontananza: denti di spuma, labbra di cielo”. Così si esprimeva Federico Garcia Lorca su uno degli spettacoli naturali più suggestivi. E dello stesso parere è Igor Chierici, il giovane attore che, con il pezzo dedicato ad un eroe dei mari, il navigatore britannico Ernest Shackleton, chiude la trilogia di agosto, al Porto Antico, di Sea Stories: il mare acchiappa, affascina, intriga sempre tutti.

Il teatro, il luogo della rappresentazione è già, per conto suo, suggestivo: le chiatte sono difficilmente dimenticabili per chi le abbia praticate almeno una volta. Ognuno conosce il potere di rasserenare che ha il placido dondolio di queste singolari piattaforme di legno e ferro, i bei tramonti che fanno ammirare, vigilate dalla lanterna e dal Matitone, salutate ogni tanto dai grandi traghetti in partenza e in arrivo: mentre ci si lascia cullare ci si chiede  come sia possibile che il leggero stridere del ferro si sposi così bene con il sommesso crepitare del legno.

Mai molto frequentate le chiatte, ma ieri sera le panchine nonchè i cuscini, sistemati a terra per gli spettatori, erano al completo.

Giovani attori, giovani musicisti, uno schermo con antiche riprese, arredi navali, un lungo albero di nave sullo sfondo, dove una artista trasforma un lenzuolo nero ed una vela in uno spettacolo di pura poesia.

Un intraprendente fotografo australiano, James Francis Hurley, realizza, nei primi anni del Novecento, il sogno di smettere di fotografare canguri per imbarcarsi sull’Endurance, una nave armata per una pericolosa spedizione in Antartide, nella quale (è lo stesso capitano a dichiararlo con un provocatorio annuncio sul Times) si rischia la vita.

A bordo i colpi di scena, tra tremori non tutti originati dal freddo intenso, si susseguono. Un clandestino temerario rischia di essere gettato in mare, ma si salva in forza della propria arguzia e determinazione.

Gli uomini saranno costretti ad abbandonare la nave, confidando sulle scialuppe di salvataggio e sacrificando gli animali e parte delle attrezzature. A dispetto di qualsiasi previsione si porterà a casa la pelle: e stavolta i naviganti  baceranno terra e mare assieme.

Il sogno, sembra ricordarci la rappresentazione, non va mai ignorato, soprattutto quando rispunta, implacabile; l’ostinazione nel perseguire i propri ideali, anche se non  facilmente realizzabili, alla fine paga quasi sempre.

Lo spettacolo ha un andamento serrato, pervaso da una vaga ironia, che pure ben si amalgama con la drammaticità del racconto, che cattura lo spettatore fino a fargli dimenticare qualche stiramento dovuto alla posizione non agevole dello star seduti.

Belle e mai invadenti le musiche, che accompagnano la molta energia espressa dalla recitazione.

“La leggenda di Ernest Shackleton” è in scena alle chiatte del Porto Antico fino al 27 agosto.

Elisa Prato

La leggenda di Shakleton alle chiatte del Porto Antico

Sfollati, Marco Alloisio: Dio ci ha salvato la vita, ora lo chiedo all’umano | Video

Sono tanti gli sfollati in seguito al crollo del ponte Morandi, buona parte nella zona di via Fillak ed in particolare in via Porro.

Fra questi ne incontriamo uno in particolare, si tratta di Marco Alloisio, 54 anni, pensionato ed invalido, ex insegnante, figlio di ferrovieri con una casa dove abitava, acquistata di diritto piano piano con il sudore e la ritenuta sullo stipendio del padre.

Ma Marco ha una particolarità, è da sempre un pittore ed un creativo e dentro la sua abitazione ha un’infinità di materiale, dai disegni, quali pigmenti, cornici, quadri, insomma tutta la sua vita.

Marco ci parla, è un fiume e non ha mezze parole: “Ero lì, ho visto il ponte crollare come se fosse burro. Di base la cosa che mi stupisce di più è che da sei anni a questa parte a causa dei lavori sul ponte non si riusciva praticamente a dormire. Ma i lavori sono sempre stati fatti sul pianale, mai alle basi. Così ti viene in mente un po’ il gioco di costruire i castelli con le carte, più sali, più hai la probabilità che la base crolli. Ecco, quello che mi chiedo è perché non siano state dapprima consolidate le basi e dopo il pianale”.

“Ora, prosegue Marco, è durissimo pensare a cosa fare. Per prima cosa quando ho visto crollare il moncone del ponte, ero fuori e ho guardato che non cadesse proprio sulla mia casa, sennò non sarei qua a raccontare, ma avrei riempito una delle casse che ci sono state per i funerali. Siamo stati dei miracolati. Queste erano case delle ferrovie che sono state vendute a riscatto su trattenuta dello stipendio di mio papà con il contratto fatto negli anni ’60. Io sono nato nel ’63 e in quest’anno è cominciato a comparire il ponte dell’autostrada. Lì dentro (casa), a parte la fatica dei miei genitori, sono riuscito a studiare, ho preso tre lauree anche all’Accademia di Belle Arti per poter insegnare storia dell’arte e pittura e poi scienze dell’educazione.

Ho lavorato nei teatri e mi sono infortunato e sono diventato invalido da protesi e nel ’96, per non farmi marcare nulla, ho avuto anche un coma.

Io, diciamolo sono un miracolato, ma dentro casa ho trent’anni di dipinti, materiale, pigmenti, libri, cataloghi, ho le ceneri dei miei, i disegni fatti ancora a pennino. Ho dei bauli pieni di disegni, comunque tutto un lavoro fatto nel tempo che non può essere pagato, ho la storia del mia vita e dei miei all’interno di quella casa.

Quindi se non riesco ad entrare, visto che adesso i nostri caseggiati sono interdetti, insomma se ci negano la possibilità di poterci entrare a recuperare il materiale che ho all’interno, mi uccidono… mi uuccidono l’anima… Dio me l’ha salvata, ma, loro, gli umani me la uccidono”.

Allora è necessario trovare una soluzione.

“Beh con la nuova normativa le case non possono stare sotto il ponte, devono distare 80 metri da una parte ed 80 metri dall’altra. Io mi auguro che non le buttino giù, che le facciano diventare un cimelio per commemorare i morti che ci sono stati e per commemorare quelli che sono rimasti in vita, però ora, come ora, le maestranze devono fare in modo che noi non dobbiamo ripartire da capo.

Non dobbiamo subire il ricatto di farci sistemare dentro delle servitù, dove ci hanno fatto crollare i nostri beni addirittura a zero, oppure sentirsi dire ‘o accetti quello che vi diamo o devi stare lì e morire come un topo’ e c’è mancato poco per questo, visto che il ponte è crollato”.

Dopo tanti miracoli, allora ce ne vuole un altro, tu cosa proponi anche per salvare il tuo materiale?

“Io ho fatto un’istanza specifica al sindaco. Per quanto riguarda i voleri della Duchessa di Galliera, perché nel suo lascito dove sono compresi Palazzo Rosso, Palazzo Bianco, Tursi dove c’è il Comune, dava la possibilità ad un artista di entrare ed avere uno spazio all’interno, quindi sto richiedendo uno spazio all’interno per recuperare e porre il mio materiale artistico.

Poi per quanto riguarda la questione casa o altro, mi può star anche bene una casa popolare che però non sia in periferia, ancora più lontano con tutte le relative difficoltà nello spostamento, anche visto che sono invalido. Se si verificasse diventerebbe un problema o se no che ci mandino in un posto dove quando apri la finestra si può vedere il mare, perché per 55 anni ho dovuto sopportare un ponte con le relative paure di questa costruzione e non poter vedere uno spiraglio di luce”.

“Io capisco la situazione – prosegue Alloisio – ci saranno gli espropri, ora la città è bloccata, è tagliata a metà, però per la gente che ha subito questo, per i proprietari degli immobili, la fatica che hanno fatto i nostri genitori e quella dei figli che hanno portato avanti per dare la possibilità sostanzialmente di avere una base tranquilla, di essere sicuri che nessuno ti poteva mandare via, è svanita.

Devono garantirci la vita, la vita non dico gratis, però sarebbe da dire gratis. Come ci sono delle case nel levante o nel Centro Storico magari di proprietà.

Ho fatto anche una domanda alla Curia per avere un incontro con il Cardinale Bagnasco nella speranza che abbiano anche loro dei locali dove poter andare a vivere, per poter vivere senza dover pensare o a contare come si è sempre fatto, le bollette o altro.

Dio ci ha salvato la vita, adesso chiedo che l’umano, le maestranze ce la salvino e ci facciano vivere senza più problemi come quelli che abbiamo subito fino adesso”. L.B. (Video Liguria Notizie – LN)

Allerta Meteo Gialla, le disposizioni adel Coc a Genova

Allerta Meteo Gialla, le disposizioni adel Coc a Genova

Il Coc, Centro Operativo Comunale, si è riunito alle ore 16 di oggi e, sulla base della dichiarazione di stato di allerta gialla per temporali dalle ore 20 di venerdì 24 agosto alle ore 23.59 di sabato 25 agosto sul territorio del Comune di Genova, diramata dalla Regione Liguria, ha messo in atto le azioni previste dal Piano Comunale di Emergenza per la gestione del rischio meteo-idrogeologico.

Per tutta la durata dell’allerta saranno monitorati i principali corsi d’acqua del territorio comunale da parte dei Volontari di Protezione Civile con particolare attenzione all’area della Valpolcevera.

Il Comune di Genova ricorda che, durante il periodo di allerta meteo idrologica, i cittadini sono tenuti ad adottare, in tutta la città, i comportamenti di autoprotezione. Tutte le ordinanze e le norme di auto-protezione sono disponibili sul sito www.comune.genova.it.

All’entrata in vigore dell’allerta è necessario:

predisporre paratie a protezione dei locali al piano strada, chiudere le porte di cantine e seminterrati e salvaguardare i beni mobili che si trovano in locali allagabili;

porre al sicuro i propri veicoli in zone non raggiungibili dall’allagamento;

limitare gli spostamenti a esigenze di effettiva necessità;

tenersi aggiornati sull’evolversi della situazione e prestare attenzione alle indicazioni fornite dalle Autorità, da radio, tv e tutte le altre fonti di informazione.

Le informazioni e gli aggiornamenti ufficiali sono divulgati attraverso: pannelli luminosi stradali disposti lungo la viabilità principale e paline alle fermate Amt; sito del Centro Funzionale di Protezione Civile della Regione Liguria (www.allertaliguria.gov.it); sito del Comune di Genova (http://www.comune.genova.it/servizi/protezionecivile); servizio gratuito di allerta meteo via sms.

Per ottenere informazioni più dettagliate e ampie si consiglia anche di scaricare la APP gratuita “Io non rischio”. Per accedere all’applicazione via web digitare sul device iononri-schio.comune.genova.it.

E’ anche possibile avere informazioni e avvisi tramite i canali Telegram agli indirizzi “ProtezioneCivileComuneGenova_bot” e “@ProtCivComuneGe”

Per tutta la durata dell’allerta è attiva la sala di emergenza della Protezione Civile del Comune di Genova.

Alzheimer. Afma Genova Onlus organizza corso per volontari

 

Afma Genova Onlus, l’associazione di volontariato che si occupa del sostegno delle famiglie che hanno nel loro nucleo un malato del terribile morbo di Alzheimer, organizza un corso di formazione aperto a tutti coloro che, dai 18 anni in su, vogliano mettere un po’ del loro tempo a disposizione degli altri per il bene di tutti.

Il corso è gratuito. E’ richiesta solo la quota di tesseramento all’associazione di Euro 10 annuali e si svolgerà in cinque incontri: 1, 8, 15, 22, 29 settembre prossimi presso la sde in Via Merano 3 (entrata da Via Vado 16A) a Sestri Ponente, dalle ore 15 alle ore 19.

L’iscrizione al corso sarà preceduta da un colloquio informativo per valutare l’attitudine dell’aspirante volontario al lavoro di squadra e al rapporto con il malato. Il corso è curato e condotto da Sara Baroli, Operatore Socio Sanitario.

Per informazioni e iscrizioni, cell. 392.020.7117

Altre informazioni si possono ricavare dal volantino allegato in foto

AFMA Associazione Famiglie Malati di Alzheimer, sede legale Via Merano 3, 16154 Genova. Tel Presidenza 335 7297851, tel. Segreteria 345 3057155, e-mail afmagenovaonlus@gmail.com, mail pec afmagenovaonlus@pec.it, sito web www.afmagenova.org

Marcello Di Meglio

In oltre 500 all’assemblea pubblica degli sfollati di via Porro

In oltre 500 all’assemblea pubblica degli sfollati di via Porro

Oltre 500 persone, hanno preso parte ieri nel tardo pomeriggio all’assemblea pubblica organizzata sul campo da calcio della chiesa di San Bartolomeo della Certosa, in Valpolcevera, per gli sfollati di via Porro e delle zone limitrofe al crollo del ponte Morandi.

All’incontro erano presenti non solo gli evacuati ma anche rappresentanti delle associazioni che li stanno seguendo, semplici cittadini e politici.

Il campo da calcetto nel chiostro della chiesa era gremito. L’assemblea ha osservato un minuto di silenzio per ricordare le 43 vittime del ponte dopodiché si è entrati nel vivo ed in tanti, fra gli sfollati hanno preso la parola per raccontare il proprio dramma, la vita e le abitudini strappate e l’ipossibilità, soprattutto di poter recuperare le proprie cose nelle case.

Ad ascoltarli rappresentanti delle istituzioni ed associazioni il tutto per fare il punto su risarcimenti, assegnazione di nuovi alloggi e aggiornamenti sulla stabilità del moncone est del viadotto e come recuperare i propri effetti personali.

Da parte degli amministratori regionali e comunali presenti, quello al Bilancio del Comune Piciocchi, la delegata al Welfare Fassio, l’assessore regionale Marco Scajola ed Ilaria Cavo ci sono state tante assicurazioni.

Il comitato sfollati via Porro, coordinato da Giusy Moretti coordinatrice, il presidente Franco Ravera e il portavoce Ennio Guerci hanno ricordato a tutti che è stato aperto un servizio gratuito dall’ordine degli avvocati. Sono 21 i professionisti che si alterneranno per fornire informazioni e orientamento ed è presente un’attività di conforto di alcuni psicologi.

Franco Ravera, ha esordito: “Abbiamo due priorità, quella di entrare nelle nostre case e prendere la nostra roba e di trovare  il modo per monetizzare nel modo più equo possibile il danno, non vogliamo ragionamenti contabili al ribasso”.

Dal punto di vista organizzativo, il comitato ha annunciato che oltre ai gruppi whatsapp si cercherà di nominare un referente per ognuno dei palazzi interessati dalla futura demolizione.

Gli Àngei de Zena un coordinamento per gli aiuti agli sfollati

Gli Àngei de Zena un coordinamento per gli aiuti agli sfollati

Un vera e propria “mappa operativa” della solidarietà. Questo è “Àngei de Zena”, il progetto voluto e messo in campo dalla Direzione Servizi alla Comunità della Città di Genova per poter gestire le tante offerte di sostegno che pervengono al Comune. La prova della generosità dei genovesi si sta avendo proprio in occasione del crollo del Ponte Morandi.

“Per tutti i genovesi che vogliono offrire il proprio contributo per aiutare la popolazione rimasta colpita dalla tragedia – dichiara il consigliere delegato alla Protezione civile e volontariato Sergio Gambino – abbiamo attivato una mail, coordvolontariato@comune.genova.it – dove poter comunicare la propria disponibilità. In questo modo sarà molto più semplice catalogare e organizzare gli aiuti”.

Le necessità segnalate come prioritarie sono: arredamento vario, vestiario, libri e materiale scolastico, visto l’imminente inizio della scuola, e soprattutto la disponibilità di locali dove immagazzinare le donazioni.

“Per coordinare il volontariato – continua Gambino – è stato istituito un nuovo ufficio che, in collaborazione con le associazioni che vorranno aderire, oggi si occuperà di raccogliere e smistare tutte le generose offerte di chi in qualche modo voglia essere di aiuto in questo momento di difficoltà. Ma non soltanto i genovesi avranno la possibilità di offrire aiuto – conclude il consigliere delegato – Via mail chiunque, in Italia o dall’estero, potrà comunicare la propria disponibilità che sarà valutata e messa a disposizione. Genova è forte e tutti per mano riusciremo a rialzarci, più grandi di prima”.

Si ricorda che la mail riservata a chi desidera mettere a disposizione un appartamento per la popolazione sfollata resta la seguente: casedisponibili@comune.genova.it

Entella, ricorso respinto: B sempre più lontana

Sconfitta per l’Entella ma questa volta il campo non c’entra, ma le aulee del tribunale sportivo che ne hanno rigettato il ricorso.

Il ricorso era stato presentato il 20 agosto da parte della Società Virtus Entella contro la decisione della Corte Federale d’Appello della Figc, pubblicata, nel solo dispositivo, il 9 agosto 2018.

Le motivazioni del rigetto sono state soprattutto per l’improponibilità del ricorso stesso fino alla pubblicazione della motivazione.

Una sconfitta importante per la società del presidente Gozzi che dunque vede allontanarsi sempre di più dalla riammissione in serie B è quasi sicura la partecipazione al campionato di Serie C con l’obiettivo di risalire.