L’autista alla guida di un bus della linea 35 è stato picchiato alla fermata di largo San Francesco da Paola. L’aggressione è avvenuta alle ore 8.30, di questa mattina 16 dicembre.
Il conducente del bus è stato picchiato da un uomo che, qualche istante prima aveva colpito le porte del mezzo, sostenendo che l’autista avesse lasciato a terra qualcuno quando in realtà nessuno doveva ancora salire, il marciapiede era libero.
Il conducente è stato medicato al pronto soccorso dell’ospedale di Villa Scassi e non ha riportato ferite gravi. Questa aggressione è l’ennesimo episodio di violenza che si consuma a bordo dei mezzi pubblici genovesi.ABov
La donna risiede nel Centro di accoglienza di Ventimiglia
Era senza biglietto e, proprio mentre il ferroviere le ha chiesto di scendere dal treno perché si era rifiutata di fornire i propri dati personali, lo ha aggredito con un morso all’avambraccio sinistro.
Questa la reazione di una 23 enne nigeriana dimorante nel Centro di accoglienza di Ventimiglia, che poco prima che il treno arrivasse nella stazione di Genova Principe non ha voluto regolarizzare la sua corsa opponendosi con violenza al controllore.
Appena il convoglio è giunto a Principe, una pattuglia della Polfer, su indicazione della vittima, ha rintracciato la donna rimasta nel frattempo ancora a bordo.
Appurato quanto accaduto, la nigeriana è stata denunciata in stato di libertà per rifiuto di generalità e per lesioni aggravate a pubblico ufficiale.
Ingresso in campo senza dubbio positivo per Dj Buffonge che dopo diverso tempo è tornato a dar il proprio contributo alla causa aquilotta.
“Mi sento bene, io come anche il resto della squadra stiamo attraversando un buon momento di forma; penso di essere entrato bene in campo, anche perché non è mai facile fare il proprio ingresso a gara in corso, quindi sono soddisfatto e contento per il punto.
Anche in inferiorità numerica la squadra ha continuato a fare la sua partita, concludendo bene, senza concedere troppo agli avversari; abbiamo perso un uomo, ma abbiamo lottato tutti insieme, riuscendo a portare a casa un punto. Tutto ciò rappresenta per noi un fattore assolutamente positivo.
La prossima sfida sarà ugualmente difficile, perché giocheremo in casa contro la Cremonese, un’avversaria di livello. Io posso dire di sentirmi bene e di essere pronto per dare nuovamente il mio apporto a questa squadra, anche perché sto lavorando forte durante le sedute di allenamento infrasettimanale e sono a disposizione di mister Italiano”.
Club e pullman in strada per la trasferta di Milano. Il Grifone non sarà solo. Con Inter-Genoa si chiude un anno complicato, anche se è rimasto in pugno il jolly della tredicesima stagione consecutiva nella massima serie.
Un bene da difendere con tutte le forze mettibili in campo. Il club nerazzurro ha attivato le modalità di prevendita per il settore ospiti, acquistabili pure dai non titolari di Dna Genoa, e reperibili al costo base di 20 euro nei punti Vivaticket e on-line.
L’ingresso ospiti è previsto dall’entrata del parcheggio dedicato in via Federico Tesio (non sarà in funzione l’ingresso 10 utilizzato in passato). Le operazioni di pre-filtraggio verranno effettuate all’interno dello stesso parcheggio, in prossimità dell’ingresso 10.
Il successivo passaggio ai tornelli sarà gestito in alternanza con il resto del pubblico attraverso l’apertura di appositi cancelli nel nuovo percorso realizzato.
A Certosa acceso l'albero di Natale in ricordo delle 43 vittime del ponte
Anche a Certosa è stato acceso l’albero di Natale. L’albero posizionato sul piazzale Emiliano Guerra, è dedicato alle 43 vittime del ponte Morandi.
L’abete è stato donato da un privato in collaborazione con il Comune di Ruffrè Mendola, in provincia di Trento in collaborazione con i vigili del fuoco di Ruffrè Mendola.
La cerimonia d’accensione delle luci si è svolta domenica alla presenza di alcuni dei familiari delle vittime ed il presidente della Liguria Giovanni Toti.
L’albero è decorato con 43 palline natalizie di colore bianco per ricordare le 43 vittime della tragedia del 14 agosto 2018.
“E’ un ricordo delicato, sentito e sincero e solo la giustizia ci darà il senso che in questo Stato forse qualcosa potrebbe cambiare, darebbe un senso alla loro morte che al momento un senso non ce l’ha”. A dirlo è stata Egle Possetti, presidente del comitato ricordo vittime ponte Morandi che, in quel tragico giorno, ha perso la sorella, il cognato e i due nipoti.
“Un abete speciale perché illuminato da 43 palline bianche. 43 come le vite che il ponte si è portato via. Siamo qui per ricordarle una per una, siamo una comunità, una grande famiglia che non dimentica, ma che ha dimostrato di sapersi rialzare tenendosi per mano, in quei giorni e anche oggi”. A dirlo il presidente Giovanni Toti.
Attenti, vi spacchiamo i denti: minacce sull’asfalto al Signorini
Una scritta minacciosa è comparsa sull’asfalto davanti all’entrata del Signorini, il campo di allenamento del Genoa a Pegli.
La scritta nei confronti dei giocatori e della società, è comparsa dopo la sconfitta nel derby.
La società, che ha sede nell’attigua Villa Rostan, ha allertato la Digos, che ha avviato le indagini del caso anche acquisendo i filmati delle telecamere della zona.
Questa mattina, intorno alle 8, per una ventina di minuti la metropolitana è rimasta ferma per dei problemi tecnici.
L’interruzione del servizio su tutta la tratta è avvenuto a causa di un problema tecnico nella stazione di Dinegro ed è avvenuto nelll’ora di punta per quanto riguarda la viabilità cittadina.
Il problema è stato risolto in breve tempo con la circolazione è poi ripresa normalmente.
Tir a fuoco sulla A10, ancora chiusa uscita Arenzano, coda anche in A7
Questa mattina ci sono stati dei disagi alla viabilità per un incidente sul tratto autostradale della A7 compreso tra Genova Sampierdarena e Genova Bolzaneto in direzione Milano.
L’incidente ha coinvolto tre mezzi: un’auto, una moto e un mezzo pesante.
A rimanere lievemente ferito nello scontro è stato il motociclista.
Nel tratto interessato ci sono stati fino a 5 km di coda.
La Bohème ha debuttato al Carlo Felice, che profumo di giovinezza
Circa sei mesi dalla prima de La Bohème al Teatro Regio di Torino, un esausto Giuseppe Giacosa scriveva all’editore Ricordi “… di questo continuo rifare, ritoccare, aggiungere, correggere …sono stanco morto. Se non fosse per il bene che voglio a Puccini me ne sarei liberato in malo modo…”
Quest’episodio la dice lunga su come Puccini sentì sua quest’opera e come la volle in qualche modo vestire di se stesso.
La Bohème ha debuttato al Carlo Felice, che profumo di giovinezza
Si era cominciato nel 1893 a tradurre in opera “Scènes de la vie de bohème” di Murger, disegno al quale si dedicò anche Leoncavallo; i librettisti Illica e Giacosa dovettero faticare non poco per arrivare a mettere insieme un testo che soddisfacesse Puccini, che lo musicò negli otto mesi successivi. Un tempo relativamente breve.
Si voleva arrivare a creare un atmosfera malinconica di freddo e di solitudine attorno a Mimì e Rodolfo e anche le caratteristiche ambientali (dalla finestra doveva scorgersi una distesa di tetti coperti di neve) furono studiate in funzione degli stati d’animo.
La Bohème ha debuttato al Carlo Felice, che profumo di giovinezza
In una gelida soffitta vivono Rodolfo, poeta, e Marcello, pittore. Mentre gli amici vanno al Quartiere latino per festeggiare un’entrata in denaro di uno di loro, bussa alla porta di Rodolfo, rimasto in casa a scrivere, una vicina, la ricamatrice Mimì, per riaccendere il lume. I due giovani si presentano, raccontandosi a vicenda mediante due famosissime arie, belle tanto per la musicalità quanto per l’intensità poetica che traspare dal testo (“Mi chiamano Mimì”, “Che gelida manina”).
Nasce un sentimento destinato a non proseguire per la cattiva salute di lei. Mimì tornerà nella soffitta, circondata dall’amore di Rodolfo e dall’affetto degli amici, quando purtroppo, fiore senza più profumo, come lei stessa definisce i suoi ricami, la tisi non le lascerà più tempo per vivere il suo sentimento.
La Bohème ha debuttato al Carlo Felice, che profumo di giovinezza
La soffitta, con un male prettamente ottocentesco, apre e chiude il dramma esistenziale di Mimì, un luogo sia reale che simbolico in cui si svolge la sua vana speranza d’amore: lei, come gli altri personaggi, sono soli, ma la gioventù e la fiducia nell’amore e nell’amicizia offrono la spinta per superare la solitudine.
Toccante la gara di solidarietà che si svolge intorno al suo letto, chi vuol vendere gli orecchini, chi il cappotto per darle un momento ultimo di serenità.
Con quest’opera Puccini si distacca definitivamente dal teatro lirico romantico cambiandone la concezione dell’amore, che è rappresentato come un valore in sé, mentre i personaggi non sono più titanici ma quotidiani: egli racconta la vita come davvero è, non ha bisogno del dramma per bucare la custodia dell’anima dello spettatore.
Lo scrittore Enzo Siciliano (1934-2006) spiega così la causa del nostro coinvolgimento emotivo, insieme al senso forte di autenticità espresso dalla musica di Puccini: “la giovinezza è un momento del vivere, splendido per inconsistenza e non per altro, così che quando pare d’averlo afferrato, sparisce”.
E alla giovinezza, spesso ormai passata, ogni spettatore istintivamente ritorna.
La morte di Mimì sembra porre la parola fine al vivere senza progetto di vita, che presenta sempre il conto, allo stadio “estetico”, per dirla con i filosofi.
Nell’attuale interpretazione del Carlo Felice, l’attenzione di Puccini verso l’aura patetica che volle infondere al libretto è mediata ed attenuata dalla scenografia ed i costumi multicolori di Francesco Musante e dalla regia di Augusto Fornari. che distoglie un poco, a percezione, l’attenzione del pubblico dalla pregevole prestazione degli artisti e della conduzione dell’orchestra.
Scenografie bellissime, fiabesche, incantate, che riportano l’attenzione di chi guarda verso la parte giocosa e speranzosa degli impulsi giovanili, nonché verso l’atteggiamento del giovane artista di vivere un quotidiano che poco guarda al domani e ne sottovaluta le difficoltà ed i pericoli per la salute. Bambini troppo cresciuti che si contentano dell’oggi, che giocano, senza avere e, in fondo, senza cercare davvero un lavoro stabile.
Una concessione al lato più malinconico, la tinta livida delle pareti della soffitta: ma solo questa perchè il gioco e l’effimero sono immediatamente e prepotentemente richiamati con l’abbigliamento pagliaccesco dei giovani occupanti. Anche se, in tutta franchezza, il fucsia acceso del vestito di Mimì lascia perplessi.
Esteticamente incantevoli, anche se possono essere percepiti come quadri a sé stanti, le scene, i costumi e l’animazione dell’affollamento di adulti e bambini intorno al Caffè Momus, inseriti nel caos, volutamente disorganizzato e caratteristico di Puccini, del coro degli studenti.
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
La sera della prima al Regio di Torino (1 febbraio 1896, direttore dell’orchestra Arturo Toscanini) Puccini passeggiava inquieto per le quinte. “Stavolta ha sbagliato, povero maestro”, questo era quello che gli si diceva alle spalle. Nonostante i calorosi applausi finali il Nostro non riusciva a cancellare un malinconico presentimento, che molti critici fossero venuti a teatro per partito preso. Ma Toscanini tagliò corto: “quest’opera ti renderà celebre in tutto il mondo”.Infatti l’opera ebbe successo a Roma e trionfò a Palermo, a tal punto che il maestro Mugnone fu costretto a riattaccare per rispondere alle pressanti richieste di bis. Mimì si era tolta la parrucca, Rodolfo si era levato i baffi: ma si riattaccò lo stesso e fu ripetuto tutto il finale! Da allora il trionfo della Bohème dura interrotto in tutto il mondo…
La Bohème, dopo l’interruzione a favore di “ Cenerentola”, ritorna al Carlo Felice dal 27 al 29 dicembre.
Ventimiglia, investe passante e scappa. Il pedone è grave.
E’ stato un colpo di sonno a causare un sinistro avvenuto questa notte a Caperana, nell’entroterra di Chiavari che ha visto un’auto centrare un’ambulanza che prestava un soccorso.
Per fortuna non ci sono state gravi conseguenze.
Alla guida dell’auto una ragazza che ha accusato un colpo di sonno.
A restare ferita in modo lieve è stata proprio la giovane guidatrice. Un po’ di spavento ma nessuna conseguenza per il personale sanitario del 118.