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Omicidio Marassi, l’Uspp riapre la questione dei detenuti psichiatrici

La Biblioteca Vivente arriva presso la Casa Circondariale di Marassi
Genova, il carcere di Marassi (foto repertorio)

Il commento di Guido Pregnoalto – Unione Sindacati Polizia Penitenziari

“L’omicidio in carcere a Marassi riapre la questione dei detenuti psichiatrici” – dichiara Guido Pregnolato, segretario dell’Uspp, l’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, appresa la notizia che l’uomo indagato per aver ucciso il proprio compagno di cella era stato dichiarato, in passato, due volte semi infermo di mente.

“In Liguria su sei strutture non esiste un penitenziario in grado di gestire i detenuti affetti da patologie psichiatriche, il carcere più vicino dotato di un reparto per la salute mentale è quello di Torino, con una capienza di 20 posti, di cui 10 riservati per l’osservazione psichiatrica disposta dall’Autorità Giudiziaria. Un numero ridicolo, troppo basso, considerato che nel nord ovest sono attualmente presenti oltre 5500 detenuti” – continua il sindacalista – “Ci appelliamo alla Regione Liguria e chiediamo l’apertura di un tavolo urgente per affrontare il problema della sanità penitenziaria, così come sta accadendo in Piemonte. Nei giorni scorsi abbiamo bocciato la proposta presentata in Consiglio Regionale di aprire un Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria a Genova, una scelta ritenuta inutile per la collettività e l’omicidio di Marassi ne è l’ulteriore conferma. Serve, invece investire nella salute mentale in carcere, i detenuti psichiatrici devono essere distolti dalle sezioni detentive ordinarie, e necessitano di un percorso terapeutico in reparti ad hoc, perché la sola custodia da parte della Polizia Penitenziaria o la mera presa in carico di tipo farmacologica, come avviene oggi nelle carceri liguri per l’esiguo numero di ore a disposizione di specialisti medici, non produce effetti evolutivi e responsabilizzanti per il detenuto che continua ad aggredire e compiere gravi disordini”.