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Oggi è il giorno del Ponte di Genova, in ricordo delle 43 vittime. VVF: fu scenario di guerra

Vigile del fuoco e Ponte Morandi a Genova (foto d'archivio)

Oggi è il giorno del Ponte di Genova, in ricordo delle 43 vite spezzate dal tragico crollo del Ponte Morandi, avvenuto alle ore 11.36 di quel maledetto 14 agosto 2018.

L’inaugurazione del nuovo viadotto autostradale sul Polcevera, costruito a tempo di record grazie all’impegno del sindaco e commissario governativo Marco Bucci, dei tecnici e degli operai che hanno lavorato incessantemente 24 ore su 24, non sarà una festa.

Rappresenterà tuttavia l’esempio concreto di ciò che i liguri e gli italiani sono capaci di fare. Ossia quel “Modello Genova” che è diventato un esempio per lo sviluppo del Paese.

Una costruzione sobria e sicura, lunga 1.067 metri e larga 32 (anziché 18 metri del Morandi), con 18 pile alte fino a 45 metri che sorreggono l’opera, 19 impalcati e 67mila metri cubi di calcestruzzo.

Il Corpo dei VVF, a poche ore dall’inaugurazione, ha ricordato così la tragedia del Ponte Morandi: “La reazione dei vigili del fuoco fu immediata con la mobilitazione dai comandi provinciali da Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana finoal Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio, fino al Molise, all’Umbria e alla Campania.

Il dispositivo di soccorso raggiunse in breve tempo un dispiegamento di circa 400 unità, oltre a ben 44 cani-soccorritori certificati.

Il Centro operativo nazionale, regia di tutte le emergenze per i Vigili del Fuoco, inviò subito da Lombardia, Toscana e Piemonte 100 unità Usar per la ricerca di dispersi in macerie, e 44 unità cinofile, che portarono avanti ininterrottamente più cantieri di ricerca e salvataggio nelle tre zone interessate dal crollo.

Sul posto vennero inviati mezzi speciali: autogru, autoscale, autopompe-serbatoio, fuoristrada, gruppi faro, con circa trentacinque unità operative.

In considerazione della particolarità dell’evento, con il possibile interessamento di condotte, impianti, serbatoi e veicoli contenenti sostanze pericolose, furono inviati da Piemonte e Lombardia unità specializzate e attrezzate per l’intervento in presenza di tali rischi, il nucleo Nucleare, Biologico, Chimico e Radiologico.

Mentre il salvataggio e il recupero in quota richiese l’impiego di personale esperto in tecniche speleo-alpinofluviali, e l’impiego di tre elicotteri AB412 Drago da Torino, Bologna e Arezzo in supporto al Reparto Volo di Genova.

L’enorme sforzo profuso dai Vigili del Fuoco, in uno scenario di guerra mai visto prima, portò al salvataggio di numerose persone bloccate sopra e sotto le macerie all’interno dei propri veicoli, che al momento della tragedia stavano percorrendo il Ponte Morandi”.

Presenti fino alla fine della demolizione del viadotto, i vigili del fuoco hanno garantito la sicurezza nel cantiere durante lo smontaggio controllato e l’esplosione delle ultime pile.