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No armi all’Ucraina, sì alla pace. O Conte o Di Maio. Scissione M5S ed elezioni?

I pentastellati Luigi Di Maio e Giuseppe Conte (foto di repertorio fb)

“Oggi Consiglio nazionale del M5S: o Luigi Di Maio fa il passo indietro richiesto da Giuseppe Conte o viene espulso (e si porta dietro tutti quelli che non accettano il limite del secondo mandato). Stiamo parlando non di Lotta comunista ma del partito di maggioranza relativa. Il Governo Draghi collassa”.

Lo ha dichiarato stamane il prof. Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del Diritto a Genova, considerato l’ex ideologo dei pentastellati e ormai da anni vicino alla Lega di Salvini.

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“No armi all’Ucraina, sì alla pace” è il “mantra” del M5S di Conte, appoggiato da Beppe Grillo, e di numerosi esponenti del partito, che però si sono ritrovati davanti al “muro” del ministro degli  Affari Esteri Luigi Di Maio e dei suoi sostenitori.

Pertanto, nel momento in cui ci dovesse essere una scissione all’interno del M5S, senatori e deputati dell’ex premier Conte potrebbero esprimere il loro No all’invio delle armi in Ucraina, far cadere il Governo Draghi (prono alla UE e succube degli Usa) e andare quindi alle elezioni dopo l’estate.

Dall’altro lato, Di Maio potrebbe lasciare il M5S e farsi il suo partitino.

Uno scenario che, visti e considerati i risultati delle ultime elezioni amministrative, potrebbe ridurre il M5S intorno al 10%. Tuttavia, Conte avrebbe saldamente nelle mani il partito per il futuro.

“Meglio una fine spaventosa – ha commentato il prof. Becchi – di uno spavento senza fine. Si tratta di vedere se Conte è un uomo con gli attributi o è un quaquaraqua.

Se spacca sull’invio delle armi si libera di Di Maio e a settembre si va ad elezioni, Conte si fa il suo partito con i suoi uomini e si libera di tutta la zavorra. Ok, avrà solo il 10 per cento ma l’alternativa sono numeri da prefisso telefonico. Cosa succederà dopo le elezioni si vedrà.

Intanto Draghi finisce con il bel ‘vaffa’ in stile Beppe Grillo dei tempi d’oro.

Conte non vuole rischiare? Mia nonna diceva in dialetto fiumano: chi non risica non rosica.

Questa legislatura si è aperta con un Governo giallo verde con grandi aspettative. Poi tutti contro. Ora Conte ha una occasione d’oro far capire che esiste e che decide lui.

Un suo voto contro la cambiale in bianco sulle armi potrebbe avere anche il sostegno di Matteo Salvini, che sull’invio di armi in Ucraina è sempre stato critico.

La vecchia maggioranza giallo verde si può vendicare di tutto quello che ha dovuto subìre nell’ambito di un preciso disegno per distruggere la volontà popolare e sovrana, indipendente dai poteri forti, che l’aveva eletta alla guida del nostro Paese”.