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L’odio in piazza, nessun striscione per Pamela e cori choc Antifa: ma che belle son le foibe

Striscione Modena

Giorno del Ricordo? Olocausto italiano con 350mila profughi costretti a lasciare le loro terre sotto la minaccia di torture ed eccidi? Migliaia di vittime innocenti, fra cui donne e bambini, massacrate dai comunisti titini? Pulizia etnica?

“Ma che belle son le foibe da Trieste in giù”.

Altro che corteo antirazzista, antifascista e contro ogni discriminazione. Oggi a Macerata hanno inneggiato agli assassini del macellaio Tito, che in realtà uccisero e perseguitarono i nostri connazionali solo per ragioni etniche. “Un’offesa ai morti e una palese apologia di reato” hanno spiegato molti utenti del web e non solo.

Cori choc e slogan degli Antifa durante la manifestazione “antirazzista” e “contro ogni violenza” organizzata dai centri sociali e frange della sinistra, Anpi, Arci, Libera, Fiom Cgil, Emergency, grazie a un discutibile via libera da parte della questura locale.

Una città blindata, scuole e negozi chiusi per sicurezza, alcuni residenti costretti a non uscire di casa per la paura.

Nessuna contestazione contro l’orrore dei nigeriani, il degrado e l’insicurezza dilagante, ma solidarietà per i migranti feriti a colpi di pistola dall’azione vendicativa di Luca Traini.

Davanti alla sede del circolo identitario la Terra dei Padri di Modena, in mattinata é perfino apparso uno striscione contro le vittime dell’eccidio: “Maresciallo siamo con te. Meno male che Tito c’è”.

Nessuno striscione e nessuna lacrima, invece, per ricordare Pamela Mastropietro, la 18enne fatta a pezzi e messa in due trolley dagli africani. Perché “siamo tutti stranieri”.

Nessuna pietà per le vittime innocenti della pulizia etnica del macellaio Tito. Perché alcuni italiani non meritano il loro rispetto. Odio chiama odio. Violenza genera violenza. Una vergogna.

Tra i partecipanti al corteo (20-30mila secondo gli organizzatori, 10mila secondo altri) c’erano l’europarlamentare ed ex ministra del Pd Cecile Kyenge, Gino Strada di Emergency, l’ex direttore dell’Unità Sergio Staino, l’ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri, il segretario di Possibile Pippo Civati (LeU), il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni (LeU), il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli e il segretario dei Radicali Italiani Riccardo Magi.

“Troppo degrado e insicurezza in alcune zone della città ostaggio dei delinquenti con un’immigrazione ormai fuori controllo” hanno spiegato i consiglieri comunali di centrodestra che hanno presentato una mozione di sfiducia per il sindaco del Pd Carancini.

Non c’è stata solo Macerata. Oggi in altri capoluoghi italiani i cortei antifascisti hanno fatto emergere ancora una volta la natura violenta dei cosiddetti “non violenti” e “pacifisti” perché alcuni manifestanti non hanno mancato di perdere l’occasione per scontrarsi con le Forze dell’ordine (5 carabinieri feriti a Piacenza e sassi tirati contro la polizia a Torino).

A Torino hanno pensato pure di infangare con una bomboletta di vernice la lapide in ricordo dell’esodo dei Giuliano-Dalmati: “In Istria i fasci stupravano” hanno addirittura scritto a caratteri cubitali, ma sono rimasti muti sulle violenze dei partigiani e dei comunisti.

A Seriano, in provincia di Milano, in un volantino che pubblicizzava un dibattito dell’Anpi dal titolo “Fascismo, Foibe, Esodo” si parlava delle vittime, ma non dei carnefici: il solito tentativo di oscurare una pagina della nostra storia, anche se ormai siamo nel 2018.

A Pavia durante l’evento organizzato da un’associazione culturale di destra, una cinquantina di appartenenti ai collettivi di sinistra ha tentato di aggredire un gruppo di persone riunite per una pacifica commemorazione, ma la polizia è riuscita ad allontanarli evitando il peggio.

A Modena è stato steso un lenzuolo bianco con le scritte nere e rosse, la falce e il martello e quelle frasi choc contro i profughi italiani: “Maresciallo siamo con te, meno male che Tito c’è”.

Intanto, sul fronte delle indagini, la procura di Macerata stasera ha confermato che sono tre i nigeriani sottoposti a fermo di polizia giudiziaria nell’ambito dell’inchiesta per la morte e lo smembramento del corpo di Pamela (non si trovano più il cuore e altri organi).

Oltre all’immigrato irregolare Innocent Oseghale, già arrestato, sono stati fermati i connazionali Lucky Desmond (22 anni) e Awelima Lucky (27 anni) che risultano richiedenti asilo e domiciliati rispettivamente a Montecassiano e Macerata.

Dopo che ieri sera uno dei medici legali ha inviato agli inquirenti una nuova relazione in merito all’autopsia sui resti di Pamela, la procura di Macerata ha ipotizzato a carico degli africani i reati di omicidio, vilipendio, distruzione, soppressione, occultamento di cadavere e concorso in spaccio di sostanze stupefacenti.

Tuttavia, il gip non ha convalidato l’arresto di Innocent Seghale per omicidio, ma per  vilipendio e occultamento di cadavere con il rischio, secondo alcuni esperti, che l’africano possa uscire entro breve dal carcere. Mentre Luca Traini, che non ha ucciso, né fatto a pezzi nessuno, sicuramente rimarrà chiuso in cella.

Il procuratore di Macerata ha inoltre precisato che “con i due fermi eseguiti oggi di nostra iniziativa riteniamo l’indagine chiusa” anche se i provvedimenti cautelari devono ancora essere convalidati dal gip.