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Liguria, spazi agli antiabortisti. M5S attacca FdI: proposta di legge mefitica

Pillola abortiva RU486, manifesto Pro Vita e Famiglia (foto d'archivio)

“Il testo proposto da Fratelli d’Italia è irricevibile, mefitico, grottesco. Non ci sono parole per descrivere il vero fine della proposta di legge che il gruppo regionale di destra vorrebbe presentare”.

Lo ha dichiarato oggi il capogruppo regionale Fabio Tosi (M5S).

“In tre punti – ha aggiunto Tosi – si evince chiaramente che si vuole permettere agli antiabortisti di esercitare pressioni sulle donne che si recano nelle strutture per un’interruzione di gravidanza. Un’intimidazione bella e buona.

Ma davvero i consiglieri di Fratelli d’Italia credono che una donna arrivata a prendere una decisione così intima non abbia già fatto un suo personalissimo e difficoltoso percorso?

Esattamente cosa avrebbero da dire in merito, e a chicchessia peraltro, le associazioni Pro Vita?

Ancora una volta, siamo costretti a ricordare alla destra in Regione Liguria che i diritti delle donne comprendono il diritto ad avere il controllo e decidere liberamente e responsabilmente sulle questioni relative alla propria sessualità, compresa la salute sessuale e riproduttiva, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Si chiama, qualora se lo fossero dimenticati, diritto all’autodeterminazione.

Fratelli d’Italia ritiri quanto prima quella proposta moralmente guasta e pericolosa. È un’inaccettabile invasione della libertà di scelta e della privacy.

Cosa faranno infatti le associazioni antiabortiste negli spazi gratuiti loro assegnati?

Fermeranno la qualunque con un fuoco di fila di domande?

Secondo quale diritto avvicineranno una donna che si reca in ospedale cercando di rimuovere le cause dell’IVG?

E chi indicherà loro chi intende seguire questo percorso?

Fanno poi francamente orrore le parole del capogruppo di FdI Stefano Balleari: con quale autorità morale si permette di disquisire sulla ‘ferita’ e sul ‘dolore’ quando la scelta non ricade assolutamente sulla sua persona? Come pensa di ‘intervenire’ sulle donne che non hanno ancora preso questa scelta, ‘informando’ su tutto? Questi sono metodi intimidatori inaccettabili per una società civile”.